[Sexyshock] femminismo e antifascismo

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Author: Ella de Riva
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To: sommosse, chiavidicasa, sexyshock
Subject: [Sexyshock] femminismo e antifascismo
Se i fascismi si nutrono di identità e razzismo, violenza e gerarchia - armi
affilate sui corpi delle donne - io non smetterò di credere che femminismo
faccia sempre rima con antifascismo.
In questi giorni il mio pensiero va da Neda a Teheran a Maria Luisa a
Napoli, donne che si ribellano, e alle parole di chi la destra ri-conosce
anche quando non si dice tale.

Ella de Riva
elladeriva.tumblr.com

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QUANDO L’ALTRO E’ TROPPO NERO

di Maldestra e Madri per Romacittaperta

Imbarazzo o rabbia, o forse entrambi. È difficile scegliere le parole con
cui rapportarci ad alcune scelte de l’Altro, il quotidiano diretto da Piero
Sansonetti, nato per esprimere una «nuova idea di sinistra capace di rompere
i tabù e dialogare oltre i vecchi steccati». Intenti legittimi, solo che
sulle colonne de l´Altro gli interlocutori sono quelli che non ci si
aspetterebbe mai in un giornale che si fregia del sottotitolo «la sinistra
quotidiana».

Qualche esempio? Un´intervista a Iannone, capo dei «fascisti del terzo
millennio» di Casapound, senza contraddittorio alcuno, quasi un volantino di
propaganda, in cui si bercia contro l´antifascismo; il racconto
dell´incendio di Casapound Bologna, con tanto di eroica descrizione del
federale locale «personaggio interessante e controverso»: definizione
perlomeno curiosa per chi, neanche due anni fa, è finito in carcere con
l´accusa di associazione a delinquere con l´aggravante razzista per una
quindicina di pestaggi. Ma non c´è da stupirsi se su l´Altro a scrivere di
tutto ciò è Ugo Maria Tassinari, studioso della destra radicale che
partecipa e promuove però le iniziative dei neofascisti stessi. Oppure se ad
occuparsi di futurismo è Miro Renzaglia, animatore della galassia culturale
della destra radicale e firma di NoReporter, sito d´informazione gestito da
Gabriele Adinolfi, ex Terza Posizione, che ogni anno non manca di ricordare
con un articolo il compleanno di Adolf Hitler. Sono questi gli steccati da
superare? La ricerca di un approccio «laico» alla società deve proprio
passare per la legittimazione di chi, pur spacciandosi per «post», in realtà
è sempre lo stesso fascista e xenofobo di sempre?

Perché forse Sansonetti e l´Altro non si sono resi conto che non solo quasi
tutti i quadri di Casapound provengono dal Movimento politico sciolto in
base al decreto Mancino, dopo uno stillicidio di violenze xenofobe, ma che
la loro cultura è tutto fuorché nuova, come indicano i riferimenti espliciti
allo squadrismo e alla Rsi. Non è nuova la loro violenza, quella delle mazze
tricolori contro gli studenti a Piazza Navona, o quella dell´assalto alla
casa occupata di Casalbertone a Roma. Non sono nuovi nemmeno i loro
protettori politici: la giunta omofoba e xenofoba di Flavio Tosi, a Verona,
o quella romana di Gianni Alemanno, secondo cui aggredire un immigrato al
grido di «sporco negro» è un problema di «bullismo». Chissà come fanno
Sansonetti e l´Altro a guardare in questi giorni con preoccupazione alla
deriva xenofoba che travolge l´Italia e l´Europa e allo stesso tempo
flirtare intellettualmente con i fasciofuturisti che non solo si sono
presentati in precedenza alle elezioni nel cartello elettorale guidato da
Berlusconi, ma condividono con la destra politica idee e contenuti in
materia di sicurezza, immigrazione, rifiuto della società multiculturale,
ecc.. Un conto è fare informazione, anche in modo spregiudicato, altro è
condividere nei fatti la strategia politica che un pezzo della destra
radicale italiana sta perseguendo da anni: rappresentare se stessa come un
universo nuovo, pragmatico, scevro da dogmi e pregiudizi, capace di
dialogare con tutti. Non solo.

Il superamento del binomio fascismo/antifascismo, la ricerca di una sintesi
superiore, ha poco a che vedere con la voglia di uscire dal Novecento.
Queste cose le diceva già trent’anni fa Terza Posizione, ed è stata sciolta
all’indomani della strage di Bologna. Queste poche righe vogliono essere un
contributo per chiudere una fase di eccessiva ingenuità con cui stampa e
mass media, al di là della presunta provenienza culturale e politica,
offrono riflettori a quei rottami del peggior fascismo che in modo sempre
più furbo si riaffacciano sui nostri territori.

Il Manifesto, 13 giugno 2009