vecchio articolo ma ineressante
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Sviluppo Genova, veleno sulla bonifica
lunedì 22 settembre 2008
«Amico, stai molto attento». «Ma tu dove vuoi arrivare?». No, non è il principio di una rissa di strada. Sono le frasi che compaiono negli atti ufficiali di una società, nei verbali del consiglio di amministrazione di Sviluppo Genova. Frasi taglienti, pronunciate a denti stretti, nel mezzo di reciproche accuse, dubbi sulla regolarità delle gare di appalto...
Persino perplessità su lavori che possono mettere a repentaglio la vita dei lavoratori. Succede per la bonifica dell'area delle acciaierie di Cornigliano (bonifica curata dalla società), quando l'ex presidente Giovanni Pisani sbotta: «Non sono d'accordo sul metodo della demolizione del gasometro, con il personale in pericolo, costretto a lavorare a 40 metri da terra, preferirei demolirlo con un altro metodo che non metta a repentaglio vite umane».
Il clima torrido nelle riunioni della società da cui dipende il futuro di Genova è testimoniato dalla carte e le registrazioni nelle mani dei carabinieri, che indagano per conto del pm Francesco Pinto dopo la denuncia, da parte di due dipendenti e poi dello stesso ex presidente Pisani, di irregolarità nella ricezione delle buste per alcune gare d'appalto. Nel frattempo, però, un cda azzoppato e claudicante ha dato il via, in pieno agosto, a una nuova maxi-gara: quella per la costruzione della nuova strada a mare del ponente: 102 milioni di euro. Mentre il presidente della Provincia Alessandro Repetto rompe gli indugi e con una lettera dà il via alla procedura per sostituire il rappresentante dell'ente nel Cda.
La Provincia vuole così avvicendare Luciano Grasso, ma anche questa mossa non lascia ancora intuire quali sarà il futuro di Sviluppo Genova. Claudio Burlando, presidente della Regione, ha sollecitato al consiglio regionale la nomina di un nuovo presidente (che spetta, per l'appunto, alla Regione); Repetto gioca la sua carta, ma si sa che la sua propensione è per la sostituzione tout court dell'intero Cda e dello stesso orientamento è il sindaco Marta Vincenzi.
Ma quale sia il clima invelenito all'interno del consiglio di amministrazioni è tutto testimoniato dalle carte che i carabinieri stanno analizzando. C'è, ad esempio, una dichiarazione "da mettere a verbale" dello stesso Pisani il 4 marzo, dopo che l'amministratore delegato Alberto Ghio aveva inviato alle due dipendenti autrici della denuncia contro le presunte irregolarità una pesante contestazione disciplinare.
Pisani contesta «la raccomandata con cui l'ad preannunciava l'intenzione di licenziare le due dipendenti senza preavviso». Pisani chiede l'annullamento delle lettere e attacca Ghio: «Inopportune, perché rappresentano una voluta interferenza in una vicenda oggetto di indagine penale, che non può che arrecare turbativa al genuino e libero accertamento della verità da parte dell'autorità inquirente».
Ma è proprio la denuncia delle due impiegate che fa saltare definitivamente il tappo di una tanica incendiaria, rappresentata dai tesissimi rapporti tra Pisani e Ghio. Ancora Pisani (è il 18 febbraio e le frasi sono nel verbale) spara a zero: «Si chiede come mai un presidente che desidera essere informato non lo è».
Ricorda ancora Pisani quel che accadde durante il colloquio con Ghio e le due dipendenti autrici delle segnalazioni. «Risulta che il dottor Salvatore Saffioti, direttore amministrativo, volesse entrare a tutti i costi nella stanza durante questi colloqui. Era molto agitato e voleva sapere cos'era stato detto in sua assenza. Gli abbiamo comunicato che ci era stato riferito che sarebbero state fatte delle irregolarità durante le gare. Il dottor Saffioti ha quindi rivolto al presidente la seguente frase: "Amico, stai molto attento"».
Pisani annuncia quindi che, dopo la riunione del Cda, «si recherà alla Procura della Repubblica per presentare denuncia». Ghio risponde e ricorda un episodio del 22 gennaio precedente, altro atto della "contesa": «Il Presidente lo ha chiamato nel suo ufficio e lo ha presentato a un avvocato. In quell'occasione il Presidente gli ha espresso dubbi sulla efficienza della società e di non avere fiducia nei due direttori».
Poi spunta il progetto della strada a mare: «Il Presidente ha fatto richiesta si poter avere copia del progetto definitivo della strada a scorrimento veloce, essendo sua intenzione sottoporli al suo avvocato per un parere e nominare una commissione esterna per la gara di appalto relativa».
Il 4 febbraio i dischetti con il file dell'appalto sono pronti. Ma «il presidente chiede dati sull'appalto del gasometro e dice che non è soddisfatto delle risposte ricevute».
Il Cda prosegue (chi ha ascoltato l'audio della riunione parla di clima tesissimo) e si torna a parlare della denuncia delle due dipendenti. «Il Presidente si rivolge all'amministratore delegato dicendo: "Vedi Alberto, quello che mi lascia un po' stupito è la posizione che hai preso in questa vicenda". Inoltre riferisce che il dottor Saffioti nell'incontro del 14 febbraio si è rivolto a lui con la seguente frase: "Ma tu dove vuoi arrivare?". Il Presidente rileva che lui non è qui per arrivare da qualche parte ma per vigilare».
La bagarre esplode di nuovo sia sulla questione del gasometro, sia su quella della strada a mare. Pisani sostiene che la demolizione dell'impianto è pericolosa per gli operai. Ancora la voce del presidente si alza: «Nella società non vi è governance e lui desidera una copia degli atti che sono già stati consegnati pubblicamente alla conferenza dei servizi. Ritiene la cosa inaudita e di avere contro sia la struttura che l'amministratore delegato. Ribadisce che vuole verificare gli aspetti della sicurezza dell'appalto per la demolizione del gasometro nominando una commissione esterna e, se necessario, fermare l'appalto».
Interviene il consigliere Luciano Grasso, che «ritiene vi sia un profilo di illegittimità in una gara (demolizione capannoni intorno al gasometro) di cui si è parlato e che pertanto venga rifatta».
Le polemiche non si placano. E in pochi mesi la situazione precipita. A dieci giorni dalle dimissioni di Pisani arrivano quelle di Giuseppe Lamanna, rappresentante della Camera di commercio. Il Cda vacilla quando si profilano pure le dimissioni di Achille Tori, nominato da Carige. Ma quella rinuncia non arriverà e così il consiglio, grazie alla sua presenza e a quella di Luciano Grasso (Provincia) e Alberto Ghio (Comune) resta in piedi e, nonostante le turbolenze, approva il super-bando da 102 milioni per la strada a mare.
MARCO MENDUNI
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