Re: [Intergas] invio risposta Corioni.

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Author: Benedetta Boschetti
Date:  
To: Intergas Radice
CC: roberto.corioni
Subject: Re: [Intergas] invio risposta Corioni.
Ciao a tutti,
per come la vedo io la proposta "Iomangiobio" del signor Corioni è più
orientata verso i GA piuttosto che i GAS. Il fatto di acquistare prodotti
biologici è una delle caratteristiche dei GAS (e neppure di tutti) che a mio
parere perde molto del suo significato se slegata dall'aspetto delle
relazioni. Le relazioni con i produttori, la condivisione della
pianificazione, del rischio e alla fine di quanto di buono può dare la terra
se trattata con rispetto e amore sono elementi senza i quali un GAS come il
GAS Baggio di cui faccio parte (visto che il sig. Corioni ci cita) non
potrebbe esistere se non snaturandosi.

Vorrei poi fare due osservazioni specifiche rispetto a quanto detto dal sig.
Corioni.
La prima riguarda la questione dei prezzi bassi, si dice che "La miglior
garanzia di un pagamento corretto è la continuità che gli agricoltori ci
danno. Altrimenti si metterebbero a fornire altri." Questo è vero quando si
può scegliere. A quanto ne so io gli agricoltori sono costretti a vendere
quasi in perdita perchè non c'è nessuno che offre di più essendo tutto in
mano a pochissimi distributori.
La seconda riguarda la mancanza sul sito delle schede produttori. Non credo
che ci sia qualcuno che vuole sul sito il quaderno di campagna (quello ce lo
andiamo a vedere direttamente dal produttore) ma da quello a non metterci
nemmeno il nome dell'azienda e dove sta...ci sarà una via di mezzo, no?

Insomma "iomangiobio" mi sembra un bel supermercato biologico che nulla o
poco ha a che fare con la filosofia di relazione, con il consumo critico,
con il tentativo di far nascere una economia diversa e solidale, con
lapartecipazione. Tutti elementi che, per quanto mi riguarda, sono
essenziali
per un GAS.
Benedetta

2009/5/27 maria michelazzo <mariamichelazzo@???>

> Cari tutti, questa è la lettera che Roberto Corioni ha inviato, alla quale
> Plaisire ha iniziato a rispondere; Massimo dice che non l'ha vista e neanche
> io l'ho ancora vista girare, quindi per correttezza ho stampato il file
> word nella mail e ve la invio, in modo che ognuno possa farsi la sua idea, a
> risentirci! Maria-
>
>
>
>
>
> Buongiorno a tutti.
>
> Sono Roberto di Iomangiobio, e di Pizzi, e della Barona Bio. Sono un
> tecnico e non un direttore.
> Senza scomodare Andrea Di Stefano do alcune informazioni.
> 1) La ditta Pizzi, per cui lavoro, fa anche del convenzionale. Con
> precisione fa mele rosse e pesche per Esselunga, nella filiera “Naturama”.
> Si tratta di prodotto a lotta integrata, venduto a volte come convenzionale.
> E fa anche delle pesche spagnole. Questo prodotto ha un suo magazzino, con
> macchine, personale e celle dedicate. Viene controllato molto attentamente,
> con visite ed analisi del tutto identiche al bio (perché così è più facile
> da gestire). Il titolo del sito non lo richiama solo perché è stato
> utilizzato un modello di carta intestata. Nessuna mistificazione, tanto che
> lo stesso sito ne parla tranquillamente.
> Ricordo che Esselunga vende anche 30.000.000 di chili di frutta e verdura
> bio all’anno. Ad una media di 100q x ettaro (sottostimata) sono 3.000 ettari
> di terreni bio. A 390kg di pesticidi ad ettaro sono 1.170.000 kg di
> fitofarmaci in meno immessi nell’ambiente, solo in Italia. Non è poco.
> 2) Non abbiamo “schede produttori” perché non esistono. O meglio: esistono
> Certificati di conformità, Attestati delle superfici, verbali di ispezione
> degli Organismi di Controllo e chek list compilate dal sottoscritto, e dagli
> altri tecnici di Pizzi, durante le nostre visite in azienda. Ci sono i
> certificati d’analisi dei laboratori. Ci sono le mappe aeree con lo studio
> dei confini. Ci sono i Quaderni di campagna, le analisi dei terreni e quelle
> delle acque irrigue. Ci sono i registri di carico/scarico e le bolle di
> acquisto di semi-piante-prodotti. E molto altro ancora. Questo per ogni
> anno, per ogni azienda, dal 2000 ad oggi. Riguardano più di 700 aziende.
> Dovremmo pubblicare tutto? Ovviamente sono a vostra disposizione.
> 3) Vi garantisco che il nostro problema non è far sapere ai Gas che
> vendiamo (anche) ad Esselunga.
> Semmai è non far sapere a loro che vendiamo a voi …
> 4) Analisi. Facciamo circa 400 analisi l’anno, per la ricerca di
> fitofarmaci, nitriti/nitrati, metalli pesanti, OGM, contaminanti di natura
> chimica, fisica e microbiologica, radiazioni ionizzanti ed allergeni presso
> laboratori accreditati Sinal. Facciamo prelievi su prodotto finito e su
> piante in accrescimento, su terra ed acqua, macchine e superfici diverse
> secondo un preciso piano dei rischi (le carote in presemina, le patate in
> post-raccolta, mi capite?). Ed i risultati sono assai interessanti. Ma di
> sicuro chi vuole bene al bio (specie in Italia) non ha grande interesse a
> renderli accessibili proprio a tutti.
> 5) Questo lavoro di cernita è già fatto. Dobbiamo, sia perché ci crediamo,
> sia perché è necessario. Ma i costi li sostiene la nostra struttura, non
> vanno a caricarsi ne sui clienti, ne sulle aziende. Riflettete: quanto ci
> costerebbe un fuori standard (uno o più residui di quelli tosti) ? Un
> processo per frode in commercio, il danno economico col cliente
> (interruzione delle forniture, aziende bloccate …), perdita di credibilità,
> sospensione della certificazione, scandali sulla stampa, ecc.
> Queste cose le si può evitare solo con un lavoro attento di accreditamento
> dei fornitori.
> 6) Uno dei requisiti richiesti alle aziende è quello di avere mano d’opera
> regolare, assunta e con una formazione propedeutica. Il personale deve
> sempre essere dotato di appositi d.p.i. , deve aver frequentato corsi
> riconosciuti dalla Pubblica Autorità, e deve indossare indumenti idonei (chi
> esegue i trattamenti dispone di patentino? Ha una tuta della III categoria?
> Ha guanti maschera e stivali? La maschera ha i filtri A2P3 di protezione?).
> Spesso nelle piccole realtà questi aspetti sono carenti, ed è lo stesso
> coltivatore a rimetterci …
> 7) I nostri prezzi sono bassi. Certo, noi compriamo in campagna! Siete
> certi che non sono i vostri ad essere alti? I prezzi si costruiscono così:
> costi di produzione (semi-piantine, terreno, trattamenti, macchinari, mano
> d’opera, …) + costi di raccolta + costi di trasporto + imballaggio +
> stoccaggio + costi di certificazione + margine. Siete certi di riuscire a
> controllarli tutti?
> La miglior garanzia di un pagamento corretto è la continuità che gli
> agricoltori ci danno. Altrimenti si metterebbero a fornire altri. Forse i
> prezzi che alcuni pagano sono motivati dal fatto (acclarato) che chi vende
> ai GAS compra da Pizzi (o al mercato o da altri operatori, se volete vi
> faccio i nomi).
> 8) Per Plaisire: le mele bio si contaminano se uno tocca una mela
> convenzionale. Troviamo contaminanti sia sui guanti degli operatori, che
> sulle ruote dei muletti, che sulle pareti delle celle frigo, che nei filtri,
> ed anche nell’acqua di sbrinamento dei magazzini. Purtroppo la chimica è una
> brutta bestia e le sue creature, a conoscerle, peggio. E’ per questo che il
> bio va fatto in aziende e strutture dedicate.
> Di sicuro la tua insalatina viene curata con amore. Forse viene irrigata
> con l’acqua del Lambro. Forse quell’acqua non è mai stata analizzata. Forse
> cresce in un terreno di bonifica. Forse quel terreno non è mai stato
> analizzato. Spero per i tuoi figli che non sia così. Di sicuro hai
> controllato.
> Purtroppo abbiamo trovato residui nelle situazioni più impensabili. Livelli
> altissimi di piombo dovuti a miniere risalenti al medioevo. DDT e suoi
> metaboliti per le disinfestazioni (zanzare, paludi) del dopoguerra.
> 9) Per Maria Michelazzo: km zero e dintorni. Tra le altre regole che ci
> siamo dati c’è questa: se è disponibile prodotto locale compriamo quello. Se
> non è disponibile compriamo il prodotto nazionale. Se non è disponibile
> neppure questo allora andiamo fuori (ora in Argentina). Per le aziende di
> produzione valgono sempre gli stessi parametri (verifica documenti,
> operazioni agronomiche, smaltimento rifiuti speciali, rispetto della mano
> d’opera, legalità e sicurezza…), e devono comunque essere visitate da Pizzi.
> Aglio: il prodotto locale (Modena) è disponibile da luglio-agosto in poi.
> Ci sarebbe il prodotto siciliano, ma nella maggior parte dei casi viene
> dalla Cina (verificato in azienda). Ci sarebbe anche prodotto dal Fucino, ma
> i confini sono con aziende che fanno convenzionale intensivo ed il rischio
> di contaminazioni è troppo elevato. Ci sono altri piccoli produttori sparsi
> qua e la, ma i trasporti e la qualità ce li hanno fatti depennare a poco a
> poco. Quindi si stocca il più possibile, ma ad un certo punto l'aglio
> finisce. Alcune aziende che già trasportano mele e pere fanno anche zucche
> ed aglio. Siamo andati a vederle e sono realtà molto interessanti anche dal
> punto di vista "sociale". Quindi proponiamo il loro prodotto.
>
> Rilancio: le mele bio che stiamo mangiando sono state raccolte ad agosto.
> Quindi hanno più o meno 9 mesi di frigo. Secondo te, in termini energetici,
> costa di più una nave che in 10 giorni attraversa l’oceano o i motori delle
> celle, degli assorbitori dell’etilene, dei regolatori dell’umidità che da
> 270 giorni pompano ininterrottamente? Sappi che ogni ton. di mele da cella
> inquina tre volte di più di un ton. di mele estere!
> Non solo. Le mele d’importazione sono più fresche (raccolte un mese fa) e
> con una qualità organolettica nettamente superiore. In più aiutano
> l’economia dei paesi in via di sviluppo.
> Altra domanda: vale di più il km 0 o il rispetto delle leggi? Oppure: vale
> di più il km 0 o lo sfruttamento della mano d’opera? O ancora: vale di più
> il km 0 o un giusto riconoscimento economico?
> Noi pensiamo che gli aspetti da valutare criticamente vadano ben al di là
> della semplice distanza.
> 10) Ultima considerazione sulla comunicazione. Ho inviato decine di mail,
> dicendomi disponibile a presentare il progetto Iomangiobio. Nessuno di voi
> mi ha risposto. Ho scritto al Gas Baggio e al Gas Bellezza, dopo aver
> conosciuto Vincenzo Vesciaveo e Giorgio Castelnovo in provincia
> (Idroscalo), e chiedendo un incontro. Nessuna risposta. Ho provato a
> registrarmi sul sito di gasmilano e non mi è stata neppure sbloccata
> l’utenza. Ora un giro di mail in cui (spero non sia la posizione di tutti)
> si sostiene che i mercanti non sono ben accetti nel tempio e neppure gli va
> data parola, oltre ad una serie di altre cose carine (cieco, spino, rovo, …
> ma quello che mi offende di più è lucida-macchine: la mia auto è piena di
> fango, e che cavolo! Bio ovvio).
> Peccato questa chiusura: sono sicuro che mi sarebbe stato utile potermi
> confrontare con voi.
> Se le cose andranno come penso non avrò altri riscontri, per cui
> approfitto, saluto e ringrazio chi ha avuto la bontà di leggere fino a qua.
>
> RC
> _______________________________________________
> Intergas mailing list
> Intergas@???
> https://www.autistici.org/mailman/listinfo/intergas
>