corriere mercantile dell'11/4/2009
verso la discussione in consiglio comunale
Iride-Enìa, partita all¹ultimo voto
Il centrodestra conferma il ³no² alla fusione, ancora indecisi in maggioranza
La decisione della Sindaco e della giunta comunale di porre il vincolo di una partecipazione pubblica non inferiore al 51% nella nuova società non modifica la posizione contraria del Pdl. Nella maggioranza ³no² annunciato di Bruno (Se-Rc), incerti invece, Nacini (Se-Rc), Cappello (Idv) e i due consiglieri comunali dell¹Ulivo
Si giocherà in sala rossa e sarà, probabilmente, una partita incerta fino all¹ultimo minuto quella del voto, decisivo, che il consiglio comunale dovrà
dare entro fine mese sulla fusione fra Iride ed Enìa. La decisione della sindaco Marta Vincenzi e della giunta comunale di porre come condizione vincolante per la fusione che nello statuto della newco si scriva che la quota di capitale sociale in mano agli enti pubblici non dovrà scendere al di sotto del 51%, ha infatti eliminato alcuni dubbi - ma non quelli di tutti - nella maggioranza, ma non ha modificato la posizione del centrodestra contrario all¹operazione. Il che significa che l¹approvazione del
provvedimento si giocherà sul filo di lana dei numeri, visto che nella maggioranza più d¹uno si dice ancora incerto. Anche se il via libera del consiglio comunale di Genova non risolve, comunque, tutti i problemi, poiché
la decisione dovrà essere condivisa anche dal consiglio comunale di Torino, dove il sindaco Sergio Chiamparino ha da sempre posizioni più ³liberiste² della Vincenzi, e dai Comuni emiliani azionisti di Enìa.
«Il vincolo del 51 per cento, di fatto, non cambia le cose - commenta la capogruppo di Fi, Raffaella Della Bianca - Saremo tranquilli per qualche anno ma poi ci sarà un¹altra fusione e tutto potrà essere messo di nuovo in discussione. Già l¹esperienza attuale ci dice che con queste società i
cittadini non hanno ricevuto nessun beneficio. Allora sarebbe meglio affidare la gestione del servizio interamente ai privati, così almeno il Comune incasserebbe dei soldi e potrebbe esercitare un controllo vero».
Alberto Gagliardi, vicepresidente forzista del consiglio comunale, riconosce che quello posto da Sindaco e giunta è «un paletto importante ma il problema - sottolinea - è che ci troviamo di fronte a un processo senza fine: prima
c¹è stata la fusione fra Amga e Aem, adesso quella fra Enìa e Iride e poi chissà, e così la gestione di servizi essenziali si allontana sempre di più dai cittadini». Contrarietà inalterata anche per i capigruppo di An, Aldo
Praticò, e della lista Biasotti, Valter Centanaro: «Questo vincolo del 51 per cento non ci tranquillizza, perché non vediamo garanzie per gli utenti» commenta Centanaro.
Alla maggioranza la Sindaco ha chiesto una compattezza tale da garantire l¹approvazione della delibera, quando ha annunciato l¹introduzione dell¹emendamento del 51% allo statuto della newco. E per ora l¹unico ³no² annunciato è quello del capogruppo di Se-Rc, Antonio Bruno, visto che il suo compagno di gruppo, Arcadio Nacini, si dice incerto. «Il vincolo del 51 per cento è un passo avanti ma non è vero che in questo modo la gestione dell¹acqua resta in mano pubblica - sottolinea Bruno - Già adesso con Iride
la gestione dell¹acqua e dell¹energia a Genova avviene secondo logiche privatistiche, visto che si tratta di una società quotata in Borsa, con azionisti che si dividono gli utili». Non sciolgono ancora le riserve, invece, i due consiglieri dell¹Ulivo: «Vogliamo capire qual è l¹utilità di
questa operazione per i cittadini e, soprattutto, che garanzie ci sono rispetto alle tariffe» spiega il capogruppo Umberto Lo Grasso.
Mantiene le sue perplessità sull¹operazione, nonostante la clausola «positiva» del 51%, Bruno Delpino, del Pdci, ma «siccome non voglio essere marginale nella maggioranza - spiega - e dare un potere contrattuale a gruppi moderati che, come l¹Ulivo, non si sa bene chi rappresentino, penso che voterò a favore, se pure criticamente». Si dichiara ancora incerta, invece, Manuela Cappello, dell¹Idv, partito che ha insistito in maggioranza - pare con toni ultimativi
- per l¹introduzione della clausola del 51%. «Io sono per una gestione interamente pubblica dell¹acqua e, quindi, non sarei favorevole a questa operazione, ma non ho ancora deciso come votare» afferma Cappello, ³grillina² della prima ora e attualmente nella campagna per la
pubblicizzazione della gestione dell¹acqua. La clausola del 51% pare abbia dissipato, invece, tutti i dubbi nel Pd: «In questa fase penso sia utile aver posto questa condizione che io condivido e che credo possa tranquillizzare anche chi aveva dubbi sulla fusione - dichiara il capogruppo
Simone Farello - Io mi ritengo soddisfatto e penso che si troverà l¹accordo anche con Torino e con gli altri Comuni, anche perché credo che i consigli comunali siano favorevoli al mantenimento di una maggioranza pubblica nella nuova società».
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