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Author: axteismo.press5
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To: forumumbri
Subject: [Forumumbri] Seconda querela contro la Chiesa cattolica per abuso credulità popolare
Comunicato Stampa - da pubblicare e rilanciare

SECONDA QUERELA CONTRO LA CHIESA CATTOLICA

PER ABUSO DELLA CREDULITÀ POPOLARE

Gesù Cristo non è un personaggio esistito.



Viterbo - Rovigo - Dopo la prima denuncia contro la Chiesa cattolica nella
persona del parroco di Bagnoregio, don Enrico Righi, per abuso della
credulità popolare e sostituzione di persona, terminata in seguito
all’archiviazione del Tribunale di Viterbo e alla respinta del Tribunale di
Strasburgo per vizio di forma, Luigi Cascioli ne ha presentata una seconda,
sempre per gli stessi reati, contro Mons. Lucio Soravito de Franceschi,
vescovo di Rovigo.





ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA

PRESSO IL TRIBUNALE DI ROVIGO



Il sottoscritto Luigi Cascioli, residente in Roccalvecce (Viterbo) via delle
Province 45/B



ESPONE QUANTO SEGUE



Il sottoscritto, dopo lunghi e approfonditi studi consistenti anche (e non
solo) in un’esegesi testuale del Vecchio e Nuovo Testamento, è arrivato alla
conclusione che molti dei fatti presentati come veri e storici dalle “Sacre
Scritture” sono in realtà dei falsi, primo fra tutti la storicizzazione
della figura di Gesù il Cristo, per buona parte mutuata sulla figura di
Giovanni di Gamala, figlio di Giuda il Galileo, discendente della stirpe
degli Asmonei.

Le motivazioni che hanno condotto il sottoscritto a tale conclusione sono
dettagliatamente esposte nel libro che si allega al presente esposto, del
quale costituisce parte integrante e sostanziale. Con il seguente esposto
non si vuole contestare la libertà dei cristiani di professare la propria
fede, sancita dall'art. 19 della Costituzione, ma si vuole stigmatizzare
l’abuso che la Chiesa Cattolica commette avvalendosi del proprio prestigio
per inculcare come fatti reali e storici quelle che non sono altro che
invenzioni.

Un chiaro esempio di tale abuso è stato commesso da Mons. Lucio Soravito de
Franceschi, vescovo della diocesi di Rovigo, allorché ha sostenuto in un
messaggio pastorale del 23 dicembre 2005 la figura storica di Gesù
affermando falsamente: «Dio (Gesù) nascendo in un luogo ben definito,
Betlemme, e in un preciso momento storico: al tempo di Augusto, sotto il
governatore della Siria Quirinio, durante il censimento: Gesù non è mito,
non è una favola, ma una realtà che appartiene alla nostra storia».

Che la figura di Gesù sia stata costruita per intero su quella di certo
Giovanni di Gamala, figlio di Giuda detto il Galileo, risulta in maniera
inconfutabile da una si grande quantità di prove da togliere ogni dubbio
sulle falsificazioni operate dai redattori dei vangeli. Basterebbe soltanto
quella riguardante la trasformazione dell'appellativo Nazireo, con cui
veniva chiamato Giovanni di Gamala, in quella di Nazareno data a Gesù, quale
abitante di Nazaret, per dimostrare nella maniera più assoluta la
sostituzione di Persona.

Da un punto di vista penalistico, tali falsificazioni storiche possono
integrare le fattispecie di due reati: l’abuso della credulità popolare e la
sostituzione di persona (nel caso di Gesù Cristo).

Ai sensi dell’art. 661 C.P., si ha abuso della credulità popolare quando
taluno, per mezzo d’imposture, trae in inganno una moltitudine di persone.
Nel caso di specie, i ministri del culto della Chiesa Cattolica, come Mons.
Lucio Soravito de Franceschi, commettendo dei falsi storici (quindi
presentando come veri e realmente accaduti dei fatti inventati funzionali
alla dottrina religiosa) ingannano tutte le persone che vengono a contatto
con l’insegnamento di tale religione inducendoli a credere nella stessa
sulla base non di argomentazioni puramente teologiche (del tutto lecite e
ammissibili), ma sulla base di un’ingannevole rappresentazione dei fatti. Il
reato è contravvenzionale, per cui è sufficiente l’elemento psicologico
della colpa, che è certamente riscontrabile in tutti i ministri del culto
cattolico (quindi anche di Mons. Lucio Soravito de Franceschi), atteso che
non è possibile che persone istruite e che, per vocazione e mestiere,
studiano continuamente la Bibbia e i Vangeli non si siano accorte delle
numerose e ripetute falsità (anche grossolane) contenute in tali scritti.
Per quanto attiene al delitto di sostituzione di persona, esso si riscontra
allorquando un soggetto, per trarre vantaggio, induce altri in errore
attribuendo, a se o ad altri, un falso nome.

Nel caso in esame, il libro “La Favola di Cristo”, (cui rimando per più
esaurienti spiegazioni) dimostra che Gesù Cristo non è mai esistito e che
sotto tale nome si cela tal Giovanni di Gamala.

Quindi Mons. Lucio Soravito de Franceschi che fa proselitismo, come tutti i
ministri della Chiesa, per trarre vantaggio dal numero dei fedeli che tanto
è maggiore e tanto più grande sarà l’introito economico derivante dalle sue
offerte, tra cui quella dell’8 per mille abbinata alla dichiarazione dei
redditi, inducendo in errore, sulla base di tali falsità, coloro i quali
ricevono il messaggio, commette il reato previsto e punito dall'articolo 494
del Codice Penale.

Tra l’altro, per integrare il reato in parola, “non è necessario che il fine
propostosi dall’agente sia di per se stesso illecito o di natura
patrimoniale, ben potendo essere lecito e non patrimoniale” (Cass.pen. n.
10805/98 -- n 3645/99 -- n 230694/04 -- 1910/05).

L’elemento soggettivo richiesto è il dolo specifico che sussiste in tutti
questi soggetti che, pur essendo consapevoli di tale falsità, non si fanno
scrupolo di continuare a propalare come fa Mons. Lucio Soravito de
Franceschi.

La responsabilità del Sommo Pontefice può essere solo morale, attesa la sua
immunità ai sensi dell'articolo 3 -- I comma C.P., mentre per gli altri
ministri del culto cattolico (come nel caso specifico Mons. Lucio Soravito
de Franceschi) è da prospettarsi di natura penale.

La continua presentazione di fatti falsi gabellati come veri lede anche la
tranquillità morale e la serenità dell’esponente, con conseguente danno di
emotional distress, di cui si chiederà il risarcimento del danno nelle
opportune sedi, mediante tempestiva costituzione di parte civile, che si
riserva fin d’ora.

Il sottoscritto rimanendo a disposizione dell’autorità giudiziaria per
fornire ogni chiarimento, si riserva d’integrare quanto esposto e chiede
espressamente di essere sentito sui fatti di cui sopra.

Tanto premesso e considerato, il sottoscritto Luigi Cascioli presenta
formale



DENUNCIA-QUERELA



nei confronti di Mons. Lucio Soravito de Franceschi, residente presso la
diocesi in via Sichirollo 18 45100 Rovigo, per i reati p.e p. degli articoli
494 e 661 C.P., nonché per ogni altro reato che la Signoria Vostra
Illustrissima vorrà ravvisare nel comportamento sopra descritto.

Con riserva di costituzione di parte civile nei modi e nei tempi stabiliti
dalla legge, chiedo, ex art. 408 C.P.P. di essere informato in caso di
archiviazione della notizia criminis.

Si allega alla presente denuncia il libro “La Favola di Cristo” e la copia
della lettera pastorale a miglior riprova di quanto esposto.

Roccalvecce 08/11/2008

Con osservanza.



Luigi Cascioli



_____



Nella foto il cristologo Luigi Cascioli, attorniato dalle televisioni
internazionali, autore dei libri denuncia:

“La favola di Cristo - Inconfutabile dimostrazione della non esistenza di
Gesù”

“La Morte di Cristo - Cristiani e Cristicoli”



Riferimenti:

www.luigicascioli.it

http://nochiesa.blogspot.com

Interviste, conferenze, convegni e altro tel. 3393188116





“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della
loro segretezza.

Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli
ridicoli agli occhi di tutti e prima

o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé
non è forse sufficiente,

ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.

Joseph Pulitzer, Fondatore Premio Pulitzer





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