COMUNICATO STAMPA
Le paventate centrali a biomasse nel Salento e a Lecce appaiono inutili per i fabbisogni energetici regionali, destinerebbe interi territori a monoculture di girasoli per gli oli combustibili e sarebbero comunque inquinanti. È possibile ritenere che si voglia solo produrre energia per il mercato e intanto essere dentro il business dei certificati verdi, senza accettare altri vincoli ecoambientali e sociali alla libertà d'impresa. L'intervento pubblico del vicepresidente della Regione Puglia a tutela dell'ITALGEST è inusuale e improvvido. Innescare una polemica artefatta su ipotizzate vendette politiche del sindaco di Lecce per conto di Fitto non appare pertinente, proprio ora che il ministro è ulteriormente indagato per l'affare delle catene dei supermercati CEDIS e che adesso la TOSINVEST delle cliniche private della famiglia Angelucci è finita sulla cronaca penale e giudiziaria.
Il sospetto di scorrettezza va proprio sul rapporto diretto politica-imprese, bypassando cittadini, associazioni ambientaliste, movimenti, sindacati. Intanto l'ITALGEST di Paride De Masi produce in pubblico schiere di supporter privati, ed anche questo appare una cosa anomala nella normale dialettica democratica. Sarebbe forse ora di ascoltare di più i cittadini e l'associazionismo attivo e competente su questo argomento. Il Consiglio comunale dovrebbe rifiutare questa volontà pressante e aggressiva di installare centrali a combustibile e andare semmai a un referendum popolare, giammai deliberando senza dibattito. Sono veramente in tanti i politici e i partiti che oggi stanno facendo una pessima figura autorizzando il sospetto dell'esistenza di lobbing trasversali e di gruppi di pressione nelle stanze del Palazzo.
Lecce Città plurale
Lecce, 5 febbraio 2009
Info: 339-4487672 Silverio Tomeo
