Author: FAI Torino Date: To: cerchio Subject: [Cerchio] Torino. Condannati due No Tav. Sabato presidio a Torino,
domenica a Borgone
Torino. Condannati due No Tav. Sabato presidio a Torino, domenica a Borgone
Condannati a un anno i No Tav Luca e Giorgio.
Un'assemblea di piazza si è svolta di fronte al tribunale dopo la sentenza e si è data due appuntamenti per una prima immediata risposta solidale.
Sabato 24 gennaio presidio No Tav in piazza Castello dalle 15,30.
Domenica 25 gennaio tutti al presidio di Borgone. Appuntamento alle 15.
Una breve cronaca.
Questa mattina si è tenuta l'ultima udienza del processo contro due No Tav, Luca e Giorgio,
che il 6 dicembre del 2005, come altre migliaia e migliaia di persone in quei giorni, parteciparono alla resistenza contro la devastazione del territorio e il saccheggio delle risorse.
La giudice, accogliendo tutte le richieste del PM Tatangelo, ha condannato Luca e Giorgio ad un anno di reclusione e a 600 euro di multa.
Era una sentenza già scritta. Durante le due udienze del 10 e del 14 novembre i quattro poliziotti che testimoniavano per l'accusa hanno fatto dichiarazioni palesemente reticenti e contraddittorie. La giudice ha più volte soccorso i poliziotti in evidente difficoltà, quasi suggerendo le risposte più congrue. Ben diverso l'atteggiamento verso i testimoni della difesa.
Ma facciamo un passo indietro.
Era l'alba del 6 dicembre 2005. Poche ore prima la polizia sgomberò violentemente il presidio sui campi di Venaus, dove stava per partire un cantiere per la nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lyon. Da settimane i No Tav resistevano a chi tentava di imporre con la forza un'opera inutile, devastante, dannosa. La polizia assalì il presidio, spezzando le barricate, distruggendo le tende e la baracca comune, mandando all'ospedale molti No Tav.
Come tanti altri Luca e Giorgio andarono sull'autostrada e parteciparono ad uno dei molti blocchi che per tre giorni, sino alla liberazione di Venaus e della valle Susa, caratterizzarono la rivolta di un'intera popolazione.
Durante quel primo blocco dell'autostrada una macchina della Polstrada raggiunse la piccola barricata sgommando e fermandosi in mezzo ai manifestanti. I poliziotti hanno testimoniato di essere stati circondati dai No Tav, che avrebbero tentato di girare l'auto per poi cimentarsi nel furto di una macchina fotografica scagliata giù dal viadotto. I testimoni della difesa hanno negato l'episodio, sottolineando il carattere comunicativo dell'iniziativa, volta ad informare sulle violenze poliziesche contro manifestanti inermi.
A tre anni di distanza mentre il governo si prepara a rimettere in moto l'opera, una giudice condanna due No Tav per resistenza e furto.
In questo paese la sola parola che conti è quella del potere e di chi lo serve. La giudice ha fatto sua la tesi del PM Tatangelo: i poliziotti non mentono mai mentre chi manifesta per la libertà e per il futuro di tutti non è attendibile. Persino i testimoni rischiano oggi un'incriminazione.
Condannando Luca e Giorgio hanno condannato tutti i No Tav che in quei giorni bloccarono treni ed autostrade, migliaia e migliaia di persone che non si chiesero se quello che facevano fosse legale perché sapevano che era legittimo.
L'8 dicembre, dopo tre giorni di blocchi, scioperi e barricate una grande marcia popolare riprese i terreni di Venaus: la polizia distribuì un po' di manganellate ma nessuno si fermò. Lungo i sentieri impervi e ghiacciati si aggirò la polizia e si scese al cantiere. La rete arancio venne giù, la polizia sparò lacrimogeni che il vento disperse, poi, con la coda tra le gambe, andarono via.
Se con le condanne di oggi pensano di intimidire il movimento si sbagliano. Dopo le violenze della notte del 6 dicembre un'intera vallata insorse.
Il 6 dicembre di quest'anno 30mila No Tav hanno ribadito per le strade di Susa di essere pronti a riprendere la resistenza.