Fortezza Europa:
  1.502 migranti e rifugiati morti nel 2008
Il resoconto di fine anno di Fortress Europe 
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http://fortresseurope.blogspot.com/> sui morti alle porte d'Europa
Ad avvistarlo è stato un pescatore, nel pomeriggio dello scorso 26 
dicembre. Il cadavere galleggiava tra gli scogli di Melilla, l'enclave 
spagnola in Marocco. È la vittima numero 1.502 del 2008. Un dato che 
segna un meno 23% rispetto al 2007, quando le morti documentate alle 
frontiere Ue furono 1.942, poco meno delle 2.088 registrate nel 2006. 
Difficile comparare i dati, dato che si tratta delle sole notizie 
riportate dalla stampa. Nessuno infatti è in grado di conoscere il 
numero di naufragi "fantasma" sfuggiti alla cronaca ma non ai pescatori 
del Canale di Sicilia, che continuano a pescare resti umani nelle reti, 
specialmente in prossimità delle coste libiche. In linea con la crescita 
del numero degli arrivi, aumentano le vittime nel Canale di Sicilia.
Le vittime documentate tra Libia, Tunisia, Malta e Sicilia sono passate 
dalle 302 nel 2006 alle 556 nel 2007 alle 642 nel 2008. Negli stessi 
anni, il numero di migranti intercettati nel Canale di Sicilia è passato 
da 19.000 a 20.450 per poi balzare a 36.900 nel 2008. Un aumento 
significativo, ma comunque di gran lunga inferiore al fabbisogno di 
manodopera straniera, dato che il governo Berlusconi ha da poco chiesto 
l'ingresso di 150.000 lavoratori immigrati per il 2008. Ancora maggiore 
-- per quanto contenuto in termini assoluti - è stato invece l'aumento 
dei migranti intercettati in acque maltesi, passati dai 311 del 2006 ai 
613 del 2007 e ai 1.266 nei primi nove mesi del 2008. Somalia e Nigeria 
sono le prime nazionalità di chi attraversa il Canale di Sicilia. E 
parallela alla rotta siciliana, continua a essere battuta la rotta che 
dalle coste algerine di Annaba porta in Sardegna. Circa 1.500 algerini 
erano stati intercettati nel 2007. Le vittime continuano a susseguirsi. 
Dopo i 65 morti del 2007, l'anno appena trascorso ha registrato la 
scomparsa di 60 persone, tra annegati e dispersi in mare.
Oltre alla Sicilia gli sbarchi aumentano anche in Grecia, sulle rotte 
che dalla Turchia attraversano l'Egeo. Dai 4.000 arrivi registrati nel 
2006 si è passati agli oltre 10.000 del 2007 e il dato è in aumento 
anche per il 2008. Diminuiscono invece le vittime. Dopo l'anno nero del 
2007, quando al largo delle isole greche persero la vita almeno 257 
persone, perlopiù rifugiati afgani e iraqeni, nel 2008 le vittime 
registrate sono 181. Continuano a diminuire invece gli arrivi in Spagna 
e alle isole Canarie, complici i pattugliamenti di Frontex e gli accordi 
di riammissione firmati dalla Spagna con i paesi di origine dei 
migranti. Il numero dei migranti intercettati al largo delle isole 
Canarie, nell'oceano Atlantico, è passato dai 32.000 del 2006 ai 12.624 
del 2007 e ai 9.089 del 2008. Calano di pari passo le vittime. Passate 
dalle 1.035 del 2006 alle 745 del 2007 e alle 136 del 2008. Tuttavia 
rimane alta l'incertezza sul numero di naufragi fantasma, dato che i 
pattugliamenti europei hanno causato un allungamento delle rotte: ormai 
si parte da Gambia e Guinea, per viaggi di due settimane in mare. E di 
una imbarcazione che affonda in pieno oceano al largo delle coste 
africane non rimane nessuna traccia.
Nello stretto di Gibilterra invece l'andamento è opposto: gli sbarchi 
continuano a diminuire, e le vittime ad aumentare. Il numero di migranti 
intercettati al largo delle coste andaluse sono passati dai 5.579 nel 
2006 ai 3.748 nel 2007 e ai 3.017 nel 2008. Negli stessi anni le vittime 
sono prima scese dalle 215 del 2006 alle 142 del 2007, per poi risalire 
alle 216 dell'anno appena passato. Ma non c'è solo il mare a uccidere i 
migranti. C'è il caldo del deserto del Sahara, gli spari della polizia 
in Egitto, le mine alla frontiera turco-greca, i camion dentro i quali 
ci si nasconde in Turchia, come in Grecia e in Francia. E allora ai 
1.235 morti del Mediterraneo nel 2008 se ne aggiungono altri 267: 27 al 
largo dell'isola francese di Mayotte, nell'Oceano Indiano; 4 al porto di 
Calais, alla frontiera tra Francia e Inghilterra, 32 sotto gli spari 
della polizia, di cui 25 in Egitto, 4 sui campi minati di Evros, in 
Grecia, 8 nei porti italiani dell'Adriatico nascosti sotto i tir in 
arrivo dalla Grecia, altri 75 sotto i camion, 27 annegati nei fiumi di 
frontiera e addirittura 90 morti disidratati nel deserto del Sahara 
tentando di raggiungere la costa mediterranea per poi imbarcarsi.
Anche in pieno inverno, a dicembre, le vittime lungo le frontiere 
europee sono state almeno 15, di cui 12 nel mar Egeo, tra Turchia e 
Grecia, 2 alle isole Canarie, in Spagna, e una in Italia.
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Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare. 
Bertold Brecht, Berlino, 1932
(rielaborazione dai versi originali di Martin Niemöller)
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