Le elezioni non sono un fine ma uno strumento da usare in tempi straordinari. Nel 2009 "i movimentisti" si distingueranno in due categorie. Quelli che vorranno impegnarsi SOLO nei movimenti e quelli che ANCHE nelle liste civiche. Distinguersi non significa dividersi: che sarebbe un suicidio, come sanno gli uni e gli altri. Movimenti e liste possono avanzare su binari paralleli. Dunque possiamo discutere liberamente. La prossima importante occasione potrebbe essere l'appuntamento già programmato a Pistoia sabato 10 e domenica 11 gennaio 2009.
Sia gli uni che gli altri movimentisti hanno un nodo da sciogliere, realizzare finalmente il Patto nazionale di mutuo soccorso sottoscritto il 16 luglio 2006 a Roma sulla base di una piattaforma comune: a) il "Coordinamento nazionale (con sito web ed e-mail) costituito da un rappresentante per ogni organizzazione partecipante", b) "l'allargamento a tutti gli altri Comitati, Reti, Movimenti e Gruppi". Vale a dire: la Rete delle Reti.
Ma i movimentisti propensi alle liste hanno un nodo in più. O andare ognuno per conto proprio nel proprio territorio, nel proprio cortile, tutti confinati, sparpagliati. Oppure tentare di unire, collegare le liste come fossero un Grande cortile italiano, unificare cioè elettoralmente i movimenti sui territori per un esistente e comune modello alternativo di politica e sviluppo: etica e beni comuni.
Chi meglio della Valsusa -comunità simbolo nazionale- potrebbe lanciare questo progetto, sotto una unica egida, con un logo uniforme, di liste civiche in tutti i comuni e province e regioni dove si andrà a votare nel 2009 per amministrative ed europee? La Val di Susa ha una missione nazionale.
Per una discussione di tale portata non si può prescindere dalla seguente riflessione di Alberto Perino.
Lino Balza
Il movimento NO TAV in Val di Susa, in quanto tale, non presenta liste civiche per le prossime elezioni comunali. Come movimento intende mantenere, in ogni caso, la propria autonomia politica rispetto ad eventuali gruppi impegnati direttamente nella gestione della cosa pubblica. E' tuttavia innegabile che moltissimi NO TAV (forse la stragrande maggioranza ma sicuramente non tutti) appoggia la formazione di queste liste civiche realmente indipendenti che condividono alcuni criteri di natura generale.
Il Movimento NO TAV, in questi anni di lotta e di presa di coscienza, ha funzionato da aggregante, ha svegliato la gente, ha fatto capire alla gente che non si può dare una delega per cinque anni a chi fa regolarmente dei programmi elettorali carta straccia con il beneplacido della Costituzione. Il movimento NO TAV ha fatto capire alla gente che bisogna impegnarsi in prima persona nell'amministrazione della cosa pubblica che è il primo bene comune e che condiziona tutti gli altri. Ha fatto capire che non bisogna delegare. Ha fatto capire che l'acqua, l'edificio scolastico, l'aria che respiriamo, i cibi delle mense, il territorio, il denaro pubblico non sono di "destra" o di "sinistra", sono da gestire bene nell'interesse di tutta la comunità, non per il tornaconto di pochi.
Così, si sta provando a progettare la gestione del proprio territorio (mettendo in gioco la propria persona, il proprio tempo, le proprie esperienze) partendo da un "sentire comune": il NO TAV, che rafforza i legami interpersonali. Senza guardare alle ideologie, ma andando sul concreto delle cose.
Provando a gestire i beni comuni come se si dovesse gestire la casa. Tenendo sempre bene a mente che non ci sono governi amici, non ci sono partiti amici, non ci sono "chiese" amiche. Tenendo bene a mente l'esperienza NO TAV che è di tutti ed è unificante.
In altre parole è il vissuto della lotta contro l'alta velocità che ci ha visto condividere con chi non si conosceva o che si era solo incontrato altre volte per caso, il pane e il companatico, il freddo, il vento, la fatica e la gioia della lotta. Che non è uno slogan. Che non è una tessera. Che non è un'ideologia.
Per questo, non so se un'esperienza di questo tipo potrà essere riprodotta su larga scala. Credo che in molti casi manchi "il vissuto".
In realtà una generalizzazione dell'esperienza della valle di Susa può essere in questo momento proposta solo in termini antitetici rispetto all'esistente. Occorre disgregare le forme di controllo della vita pubblica messe in atto dai partiti, e per questo è bene essere favorevoli, in senso generale, a qualsiasi tentativo che, su qualsiasi scala, cercherà di fare emergere delle aggregazioni autonome. Ci sono dei rischi in una formulazione così generica. Ma non bisogna avere paura né della libertà né della molteplicità di opinioni delle persone. Le manie parrocchiali di tutti i partiti e della sinistra in particolare, vanno abbandonate.
In Valle di Susa nessuna di queste liste civiche avrà il simbolo NO TAV. Avrà al suo interno persone NO TAV, avrà un programma che dirà NO alla nuova linea ferroviaria Torino Lione perché il TAV non è mediabile, avrà soprattutto persone che si battono e si sono battute contro il TAV. E che vogliono mettersi in gioco. Vogliono rischiare la faccia, in prima persona. Non sarà il simbolo a fare la differenza, saranno le persone con il loro vissuto, il loro impegno la loro vita.
Sapranno fare meglio dei sindaci di oggi? Io spero di si. Sicuramente nessuno di loro sarà condizionato né sarà costretto a rendere conto a questo o a quel partito, a questa o a quella lobby. Dovrà rendere costantemente conto ed essere condizionato costantemente dai suoi concittadini.
Per questo sono esperimenti di liste che "preoccupano". Perché sono esperimenti di liste "libere".
A tutti un saluto NO TAV.
Alberto Perino
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