*Il peggio non è ancora arrivato
Lo dichiara il vice capo di stato maggiore israeliano, mentre si allarga 
la protesta *
http://it.peacereporter.net/articolo/13415/Il+peggio+non+%E8+ancora+arrivato
"Siamo appena all'inizio, il peggio non è ancora arrivato", è la 
conferma delle fosche previsioni delle ultime ore, fornita oggi dal vice 
capo di stato maggiore israeliano, Dan Harel, parlando oggi da Kiriat 
Gat, nel sud di Israele sotto il tiro dei razzi palestinesi. La zona, 
dove nella sola giornata di oggi sono caduti almeno cinquanta razzi 
palestinesi, è stata dichiarata zona militare chiusa. Harel ha definito 
"senza precedenti" l'operazione iniziata sabato, precisando che "Israele 
si è fissato un obiettivo ambizioso ed è determinato a raggiungerlo".
Sul fronte militare si attende ancora con drammatica tensione 
l'invasione terrestre della Striscia. Decine di carri armati sono 
schierati lungo il confine a scopo per ora intimidatorio, ma, già nella 
tarda mattinata di lunedì 29, giunge notizia che alcune unità di 
commando israeliane stanno già operando dentro la striscia di Gaza. 
Operazioni mordi e fuggi allo scopo di colpire i miliziani intenti a 
sparare razzi, marcare obiettivi chiave per successivi attacchi aerei e 
spianare la strada a una prossima vasta incursione di mezzi blindati. Lo 
rivela il sito legato all'intelligence israeliana Debkafile. Nelle 
ultime ore, inoltre, l'aviazione israeliana ha bombardato il sud della 
Striscia, il territorio vicino al confine con l'Egitto, per distruggere 
i tunnel usati dai palestinesi per il contrabbando. Sempre secondo 
Debkafile, in questi raid sono state usate le bombe teleguidate 
anti-bunker Gbu-39, recentemente acquistate dagli Stati Uniti. Sempre 
attorno al valico di Rafah, infuriano le polemiche dopo che, ieri, gli 
egiziani avevano accusato Hamas di non consentire il passaggio dei 
feriti. Oggi il partito islamico replica sostenendo che sono stati gli 
egiziani a impedire la riapertura del passaggio di confine. Lo ha 
dichiarato il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, secondo cui "i governi 
arabi non stanno facendo nulla per la popolazione di Gaza, assistiamo 
solo a condanne generiche, ma non hanno nemmeno aperto il valico di Rafah".
Oggi Amnesty International ha chiesto alle forze israeliane e ai gruppi 
armati palestinesi "di porre immediatamente fine agli attacchi illegali 
contro Gaza e il sud d'Israele". Secondo Amnesty, "L'uso sproporzionato 
della forza da parte di Israele è illegale e rischia di provocare 
ulteriore violenza in tutta la regione. L'escalation di violenza è 
arrivata in un momento in cui la popolazione di Gaza era già impegnata 
in una lotta quotidiana per la sopravvivenza, a causa del blocco 
israeliano che impedisce l'ingresso anche di viveri e medicinali". 
Secondo la contabilità dell'organizzazione umanitaria, l'ultimo attacco 
ha portato a 650 il numero dei palestinesi uccisi quest'anno dalle forze 
israeliane: almeno un terzo delle vittime, tra cui 70 bambini, erano 
civili. Nello stesso periodo, i gruppi armati palestinesi hanno ucciso 
25 israeliani, 16 dei quali civili, tra cui 4 bambini.
Con il passare delle ore si allarga anche il fronte delle proteste. 
Almeno 20mila persone, per lo più aderenti a partiti di opposizione al 
presidente Moubarak, sono scese in piazza al Cairo in solidaritetà con 
la popolazione di Gaza. Migliaia di persone stanno sfilando anche per le 
strade di Amman, in Giordania, Aleppo, in Siria, a Mosqat, in Oman a 
Casablanca, Beirut, Teheran, Khartoum e anche in Turchia, dove le 
autorità hanno cancellato le celebrazioni ufficiali per il Capodanno a 
Istanbul, in segno di rispetto per le vittime palestinesi dei raid 
israeliani nella Striscia di Gaza, definiti "un'operazione contro la 
pace". Lunedì mattina anche gli israeliani hanno organizzato una 
protesta di fronte all'università di Tel Aviv, dopo che sabato in 
Galilea avevano manifestato i cittadini arabi israeliani. I circa 
trecento pacifisti davanti all'università erano un gruppo sparuto 
rispetto alle altre proteste nel mondo, ma non così minimo per lo 
standard israeliano. La manifestazione è però stata guastata da 
attivisti di destra, che hanno provocato dei disordini davanti all'ateneo.
*Barricati in casa 
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http://it.peacereporter.net/articolo/13409/Barricati+in+casa>
Intervista a Husam Hamdouna, direttore del Remedial Education Center di 
Jabaliya, Gaza
**In macerie <
http://it.peacereporter.net/articolo/13400/In+macerie>
**Più di 285 persone uccise e oltre 400 feriti nella Striscia di Gaza 
nel secondo giorno di Piombo Fuso*
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Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare. 
Bertold Brecht, Berlino, 1932
(rielaborazione dai versi originali di Martin Niemöller)
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