Author: Two girl's brains-list Date: To: bg Subject: [Badgirlz-list] APPELLO ALLE LAVORATRICI, DELEGATE,
A TUTTE LE DONNE A PARTECIPARE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 6 DICEMBRE A
TORINO
per portare la denuncia del doppio attacco alle donne lavoratrici, alle
donne precarie anche sul fronte della sicurezza, attualmente poco visibile
anche quando, troppe poche volte, appaiono inchieste e denunce sulle
condizioni a rischio in cui le donne sono costrette a lavorare; così come
viene volutamente tenuto nascosto il legame tra la condizione di
precarietà che tocca gran parte delle donne e l'attacco alla salute e alla
sicurezza. La condizione di sicurezza, la tutela della salute nei settori a
prevalente presenza femminile è purtroppo a livelli spesso da Terzo mondo,
come da informazioni da Terzo mondo sono le morti delle lavoratrici,
l'aumento delle malattie delle lavoratrici a causa sia delle condizioni
generali di lavoro ma anche del doppio lavoro - minimo le donne fuori e
dentro casa lavorano 60/65 ore settimanali, non hanno la possibilità di
riposarsi, con conseguente fatica, stress psicofisico pesante, salute a
rischio, ecc. Dall'agricoltura, dove qualsiasi statistica dimostra che le
donne invecchiano prima; alle fabbriche e fabbrichette del tessile, in cui
spesso ci sono problemi di difficoltà di respirazione a causa dei locali
di lavoro, delle fibre dei tessuti lavorati, o problemi di elevato rumore;
ai call center, dove accanto si rischi fisici vi è il "tecnostress" (come
lo ha definito il Giud. Di Torino Guariniello), ecc. ecc. Anche nelle
fabbriche "miste", come produzione auto, elettrodomestici, ecc. recenti
inchieste hanno dimostrato che la condizione delle lavoratrici è peggiore,
perchè oltre ad essere sottoposte come gli altri operai a movimenti
ripetitivi, faticosi, di braccia, mani, di parti del corpo, che provocano
malattie, invalidità; a causa dei ritmi di lavoro, della tensione, dei
movimenti innaturali subiscono anche gravi conseguenze all'apparato
riproduttivo, con disturbi sulle mestruazioni, rischi per la maternità,
ecc.
OCCORRE CHE FACCIAMO USCIRE DAL SILENZIO QUESTO MORTE LENTA DELLE DONNE.
IL DOPPIO LAVORO CI STRONCA LA VITA, CON QUESTO SISTEMA DEI PADRONI
FACCIAMOLA FINITA!
Per informazioni e partecipazione alla manifestazione di Torino:
mfpr@??? - 3475301704 (Margherita)
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario 22.11.08
sotto l'appello generale della manifestazione nazionale
per adesioni scrivere a 6dicembre@???
6 dicembre 2007: strage di 7 operai alla ThyssenKrupp di Torino
6 dicembre 2008: non dimentichiamo tutte le stragi e morti sul lavoro
Il 6 dicembre di un anno fa un rogo sprigionatosi all'interno dello
stabilimento ThyssenKrupp di Torino faceva strage di 7 operai. Sette vite
bruciate e sette famiglie lasciate nella disperazione. Forte fu la
commozione e l'eco in tutto il Paese. Le massime autorità dello Stato, a
cominciare dal Presidente della Repubblica Napolitano, dichiararono che
avrebbero fatto l'impossibile affinché stragi come quella di Torino non
fossero più avvenute. Spenti pian piano i riflettori dei mass-media, la
questione della sicurezza sul lavoro è sparita dall'agenda politica di
governi e parlamenti, sostituita da quella - montata ad arte - della
"sicurezza" nelle città, della psicosi dell'immigrato stupratore,
rapinatore, pirata della strada o altro, dimenticando che secondo studi
della stessa UE, le città italiane sono le più "sicure" d'Europa. Ma
tant'è, si mandano forze di polizia e militari nelle città, ma non si fa
un passo per garantire incolumità e sicurezza a chi vive di lavoro. La
strage di Torino non è stata la prima e, purtroppo, non è stata l'ultima:
i circa 4 morti al giorno nei luoghi di lavoro dovrebbero suonare come un
sonoro schiaffo per qualsiasi società che abbia la presunzione di
definirsi "civile". Ma in Italia no: qui non solo si continuano a varare
provvedimenti assolutamente insufficienti, soprattutto dal punto di vista
delle azioni di contrasto e di sanzione nei confronti delle aziende, come
da quello dei poteri e delle agibilità degli RLS e degli ispettori INPS o
INAIL (come il nuovo Testo Unico, Legge 81/2008), ma a questi si affiancano
leggi e decreti come quello sulla detassazione degli straordinari (Legge
126/24 del luglio 2008), quello sulla deregolamentazione del mercato del
lavoro (Legge 133 del 5 agosto 2008), la direttiva del Ministero del Lavoro
che indebolisce i servizi ispettivi del ministero stesso e dell'INPS
(settembre 2008), e, ultimo solo per tempo, il ddl 1441 quater, attualmente
in discussione alla Camera, che vorrebbe sterilizzare i processi e legare
le mani ai giudici del lavoro. Il segnale è purtroppo molto chiaro: da un
parte si continuano a garantire condizione di massima redditività delle
aziende (cioè massimi profitti), dall'altra si aumenta la precarietà, si
allunga l'orario di lavoro, si controllano di meno le violazioni in termini
di sicurezza, diminuendo quindi la tutela della salute e dell'incolumità
del lavoratore, così come di chi vive in città o quartieri vicini ad
impianti industriali: ecco che, quindi, l'immigrato che lavora nel cantiere
si trova nella stessa barca con l'operaio Fiat, con l'abitante di Taranto
che respira le polveri tossiche dell'ILVA, o con il valsusino che rischia
di morire di amianto se partiranno i lavori del TAV. Siamo stanchi di
restare a guardare, spettatori/vittime di una macabra rappresentazione che
coinvolge, direttamente o indirettamente tutti noi. Il 6 dicembre saremo a
Torino e sfileremo dalla Thyssenkrupp al Palagiustizia non solo per
ricordare i nostri 7 compagni di lavoro morti nel rogo di un anno fa,
reclamando giustizia in un processo che sta per entrare nel vivo, ma per
ricordare tutti i lavoratori e le lavoratrici che ogni giorno perdono la
vita o subiscono gravi infermità perché qualcuno, per volersi arricchire
sempre di più, li fa lavorare sempre di più, sempre più velocemente e in
condizioni sempre più insicure. Il processo Thyssen è giunto ad un grande
risultato, senza precedenti nella storia della giurisprudenza italiana: i
lavoratori vengono ammessi dal Gup come parte lesa e quindi riconosciuti
come parte civile in un processo contro i sei dirigenti della
multinazionale tedesca per il rischio che hanno occorso a lavorare in
un'azienda (peraltro già chiusa), così come purtroppo ha colpito i nostri
cari sette compagni in quella tragica notte. Ma sappiamo che questo non
basta: siamo coscienti che sarà possibile invertire questo drammatico
corso di sangue e di morte (una "guerra" che fa più vittime della guerra
in Iraq o delle guerre di mafia) solo se riusciremo ad affermare un punto
di vista, che è chiaramente, senza se e senza ma, quello di salvaguardare
la salute, la sicurezza nei luoghi di lavoro e di fare sempre e comunque
gli interessi delle lavoratrici/ori scegliendo fino in fondo e senza
ambiguità da che parte stare, ossia dalla nostra parte, con orgoglio e
dignità, quella di chi lavora. Un corteo che fa anche appello al movimento
studentesco e dei lavoratori e lavoratrici della scuola perchè partecipi e
lo sostenga, così come tutta la Rete nei suoi organismi e nei suoi singoli
partecipanti sostiene la giusta lotta degli studenti e dei lavoratori della
scuola contro gli stessi nemici Per questo facciamo appello ai lavoratori,
a tutte le organizzazioni sindacali, alle associazioni dei familiari, ai
medici e ai giuristi sinceramente democratici, agli ispettori del lavoro,
dell'INPS e dell'INAIL, ai giornalisti coscienziosi, ai giovani e agli
studenti che in queste settimane stanno difendendo il loro futuro, a
partecipare e a sostenere questa manifestazione. Perché se non lo facciamo
noi, non lo farà nessuno al nostro posto.
Torino il 6 dicembre 2008
- Manifestazione con concentramento di fronte allo stabilimento
ThyssenKrupp,
Corso Regina Margherita 400, ore 09.30
Associazione LEGAMI D'ACCIAIO (ex-operai ThyssenKrupp e familiari delle
vittime)
RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
bastamortesullavoro@???