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>
>La scure della repressione contro il movimento "No Gelmini"
>
>Ventidue 
denunce per la contestazione al banchetto di AN del 20 novembre
>
>Le accuse 
ipotizzate sono resistenza a pubblico ufficiale, violenza
>privata in concorso, 
deturpamento e imbrattamento, manifestazione non
>preavvisata, accensioni e 
esplosioni pericolose, istigazione a
>delinquere, ingiurie e rifiuto di fornire 
le proprie generalità. Il
>Procuratore reggente chiede anche misure contro chi 
è più attivo nelle
>manifestazioni.
>
>28 novembre 2008
>
>
>Ventidue ragazzi 
sono stati denunciati dalla Digos di Bologna per la
>contestazione avvenuta lo 
scorso 20 novembre  nei pressi del banchetto
>di Azione Universitaria in Piazza 
Verdi. Durante la protesta già undici
>studenti del movimento “No Gelmini” 
erano state fermate e trattenute in
>Questura per il riconoscimento. A questi 
11 sono state aggiunte altre 11
>denunce rivolte ad altrettante persone.
>Le 
accuse ipotizzate sono resistenza a pubblico ufficiale (le persone
>denunciate 
sono 11), violenza privata in concorso (7), deturpamento e
>imbrattamento 
(nessuno era stato ancora identificato), manifestazione
>non preavvisata (7), 
accensioni e esplosioni pericolose (1), istigazione
>a delinquere (1 
manifestante che, secondo la polizia, avrebbe istigato i
>presenti a opporre 
resistenza alle forze dell’ordine), ingiurie (7) e
>rifiuto di fornire le 
proprie generalità (2).
>I denunciati hanno un’età compresa tra i 20 e i 28 
anni.
>Molto preoccupante quanto dichiarato dal procuratore reggente Silverio
>Piro che ha detto: ''Ci sono degli scalmanati che devono capire che in
>questo 
modo non si può manifestare, che la violenza non paga e che le
>Forze 
dell'ordine vanno rispettate. Inevitabile a questo punto che la
>giustizia 
faccia il suo corso e nella massima sollecitudine''.
>Il dott. Piro ha fatto 
sapere che molto presto la Procura chiederà al
>gip alcune misure “almeno nei 
confronti di quelle persone che vengono
>sorprese spesso a creare il caos 
durante le manifestazioni”. Se questa
>richiesta andasse avanti si tratterebbe 
di vere e proprie misure di
>polizia contro gli studenti del movimento più 
attivi nelle lotte, quindi
>un atto repressivo gravissimo e intimidatorio sulla 
libertà di esprimere
>il proprio dissenso e di poter lottare contro le misure 
di distruzione
>della scuola pubblica e dell’università da parte del governo 
Berlusconi.
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