[NuovoLab] 337° ora in silenzio per la pace

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Author: norma
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Subject: [NuovoLab] 337° ora in silenzio per la pace
Rete contorg8
per la globalizzazione dei diritti

mercoledì 12 novembre dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di
genova, 337° ora in islenizo per la pace.
Incollo di seguito il volantino che verrà distribuito.
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PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA UN AFROAMERICANO E’ STATO ELETTO ALLA
PRESIDENZA DEGLI STATI UNITI.
E’ UNA BUONA NOTIZIA. MA CAMBIERA’ LA POLITICA IMPERIALE DEGLI STATI
UNITI CHE CONDUCONO GUERRE DI AGGRESSIONE IN IRAQ ED IN AFGHANISTAN; E
SI COMPORTANO OVUNQUE DA PADRONI DEL MONDO, AL DI SOPRA DI QUALUNQUE
LEGGE FORMALE E MORALE?


Dal sito di Peacereporter:
06/11/2008
Afghanistan, la strage infinita


Almeno 620 civili uccisi quest'anno dalla Nato

La sposa e lo sposo sono feriti ma vivi. Lei ha perso la madre, i due
fratelli minori, tre cuginetti e uno zio. Lui ha perso il padre, la
madre e una sorella minore. Nel villaggio di Wech Bakhta, 80 chilometri
a nord di Kandahar, si cercano ancora i cadaveri tra le macerie della
casa rasa al suolo lunedì sera dalle bombe sganciate da un caccia Usa,
mentre decine di persone si trovavano lì riunite per il banchetto
matrimoniale. I primi bilanci parlavano di 37 cadaveri, di cui 23
bambini e 10 donne. Ma ieri sera l'onorevole Shakiba Hashemi,
parlamentare di Kandahar, ha dichiarato alla stampa iraniana che i
civili uccisi a Wech Bakhta sono 95.

La reazione dei comandi Usa.
Ieri un portavoce militare statunitense ha dichiarato: "Ci scusiamo per
l'incidente ed esprimiamo le nostre condoglianze". Oggi è stata diffusa
la 'versione ufficiale', secondo la quale i civili colpiti erano stati
usati come scudi umani dai guerriglieri talebani che si erano appostati
sul tetto della casa colpita: "Sappiamo che i civili hanno provato a
fuggire, ma gli insorti li hanno costretti a rimanere".
Secondo Abdul Jalil, zio della sposa e padrone della casa distrutta, un
gruppo di talebani in fuga dalle truppe Nato si era rifugiato nella sua
vigna e subito dopo sono arrivati i jet e le bombe.

E ieri sera è successo ancora. I caccia Usa sono entrati in azioni dopo
un'imboscata dei talebani a un convoglio della Nato nella provincia
nord-occidentale di Badghis, nell'area di competenza del Comando
Regionale italiano di Herat. Le autorità locali hanno riferito che nel
raid sono rimasti uccisi una quindicina di guerriglieri e almeno sette
civili. Ma secondo Qari Dawlat, membro del Consiglio Provinciale, le
vittime civili sarebbero almeno 30.
A metà settembre, la missione delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama)
aveva calcolato almeno 577 civili uccisi quest'anno dalle forze
occidentali. A questi vanno aggiunti i 18 civili uccisi lo scorso 16
ottobre nella provincia di Helmand e gli almeno 44 civili (forse 125)
morti nei bombardamenti a Kandahar e Badghis.
Enrico Piovesana