*U    n    i   d  e    l*
*Venerdì 7
 ore 15.30 al cinema Centrale
 continua il ciclo dell'Unidel con uno dei film più coraggiosi e 
preveggenti
 "Il vento fa il suo giro"
di Giorgio Diritti.
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*Il film verrà introdotto, e discusso con il pubblico da Gianni Quilici.
L'ingresso è gratuito.**
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* *Il protagonista è un ex-insegnante, deluso dal sistema scolastico 
francese, che, trasformatosi in pastore, si trasferisce dalla valle dei 
Pirenei, in cui stanno costruendo una centrale nucleare, ad un paesino 
di montagna, *Chersogno*, in provincia di Cuneo, insieme alla moglie, 
due figli ed un gregge di capre, base del suo lavoro di formaggiaio. Il 
film inizia con le nevi invernali e termina con l'inizio dei primi 
calori estivi, e coincide con il dramma di questa famiglia, che da una 
tiepida accoglienza iniziale si sviluppa fino ad un sempre più violento 
rifiuto di lui, il "forestiero" (come viene chiamato dagli abitanti).
Il film ha un taglio documentaristico, ma va oltre, ti fa entrare dentro 
le varie fasi del rapporto tra il paese e questi "venuti da fuori": 
diffidenza iniziale, accoglienza con la bella festa notturna, infine via 
via, fatto dopo fatto, cattiveria pretestuosa, prepotenza, violenza. 
Sembra quasi un film di Herzog. Per il protagonista, che incarna con 
intransigenza morale ed un'intelligenza acuta, a volte unilaterale, 
l'amore quasi simbiotico con ciò che è naturale e il disprezzo verso 
tutto ciò che nasconde invidia e esprime cattiveria e ipocrisia. Per il 
paese, che assume una dimensione corale ed insieme vivamente dialettica, 
ma in cui "vincono" la paura del diverso e l'intolleranza. Rinnegamento 
inconsapevole della loro storia di povertà e silenzio.
Ne risulta un film interessantissimo sociologicamente per le trame dei 
sentimenti e delle ideologie (attualissime) che sommuove ed infine 
poetico, perché arriva a toccare, in questo scontro viscerale, le corde 
più intime dei sentimenti. La fotografia di *Roberto Cimatti* dà verità 
al paesaggio rendendolo, per buona parte della pellicola, aspro e 
grandioso. Gli attori sono tutti esemplari: dal protagonista, *Thierry 
Toscan*, un volto duro come la roccia, agli abitanti del paese, che 
recitano con molta naturalezza ruoli difficili. Da segnalare infine 
un'attrice, pochissimo utilizzata dal cinema italiano, *Alessandra 
Agosti*, che dona alla moglie del pastore un'immagine così viva da 
risultare ambigua e molto seducente.