Author: gaetanobucci\@libero\.it Date: To: forumlecce Subject: [Lecce-sf] Gennaro "Peggiore" di .....Occhetto!
Migliore: «Liste con Mussi Anche se Ferrero non ci sta»
L'area vendoliana di Rifondazione a un passo dalla scissione
Matteo Bartocci
Avanti tutta con la sinistra «senza aggettivi». Per Gennaro Migliore, il coordinatore dell'area «vendoliana» del Prc, la sinistra unitaria deve prendere esempio dalle manifestazioni nelle scuole e nelle università di questi giorni. E sul piano politico se non è scissione poco ci manca. Liste aperte a chi ci sta e unità delle opposizioni, incluso il Pd, anche in piazza. Il movimento nelle scuole indica alla sinistra una strada chiara: «Si autorappresenta, non mendica spazio sui giornali, se lo prende e basta. E' una protesta che eccede rispetto alle previsioni di una politica incapace di scendere corpo a corpo con un senso comune di destra radicato ma non invincibile».
Migliore, sembra che alle europee si voti con la vecchia legge. Liberamente, senza sbarramenti.
E' ormai difficile immaginare colpi di mano della maggioranza. Il tramonto della riforma elettorale è il segno dei tempi, della fine dello sbocco bipartitico.
E che conseguenze vedi per la sinistra?
L'idea di una lista unitaria oggi è più forte perché deve interagire con movimenti «irrappresentabili» come quello nella scuola. A maggior ragione perché non c'è più lo sbarramento.
Uniti dunque, Ma in cosa dovrebbe essere diverso dall'Arcobaleno?
Una nuova finzione non si sopporta più. Sarà diverso innanzitutto perché oggi c'è la forza critica sufficiente per una sinistra senza aggettivi.
Anche se l'unità della sinistra è in contrasto con il documento del Prc approvato al congresso di Chianciano?
Sì, perché la politica deve adeguarsi alla realtà. A Chianciano si parlò di un deserto sociale che invece per fortuna mi sembra piuttosto affollato. E' la realtà a dettarci l'agenda. Da luglio a oggi possiamo veramente spostare a sinistra tutta l'opposizione, compreso il Pd. Anche la maggioranza di Rifondazione comunista che vinto il congresso non può più rappresentare la situazione a botte di falce e martello ma deve avere un respiro e una vocazione più lungimirante.
Cioè?
Cioè deve porsi il problema di tanti che non credono che esista un'identità preconfezionata ma vogliono una politica al loro servizio.
Quindi l'associazione per la sinistra andrà avanti comunque?
La nostra associazione parte subito. Parte perché pensiamo di avere un compito che guarda a tutte le forze della sinistra, maggioranza di Rifondazione inclusa. Parte perché c'è bisogno di spingere decisamente nella costruzione di una nuova rappresentanza politica. Parte perché ci sono tante realtà che sui territori stanno costruendo esperienze unitarie.
Ma c'è già un simbolo, un manifesto, uno statuto?
Dobbiamo andare avanti in modo diverso dal passato. Un partito non può certo nascere dalla testa della Minerva in base alle idee di un gruppo dirigente più o meno illuminato. Ciò che serve è una consultazione democratica di massa. Che migliaia di persone decidano sul simbolo come sulle regole di convivenza e la carta di intenti. Le leadership servono ma non esauriscono certo lo spazio della politica. Lo schema chiuso e federativo dell'arcobaleno è morto e sepolto.
Dal basso dunque. Ma rispetto all'Arcobaleno i Verdi sono indecisi e il Pdci mi pare punti a un'unità dei comunisti. Andrete avanti anche solo con Sd?
Se prevalgono le diplomazie di partito il discorso è già chiuso. Il processo invece deve partire dai territori. Sarà qui che si perfeziona la qualità e la credibilità dell'intero processo. In Puglia, a Firenze ci sono già esperienze positive di unità a sinistra. Ragioniamo insieme a Verdi e Pdci su liste unitarie. Non è un processo a tavolino che prescinde da quello che ci accade intorno. Cerchiamo di aprire gli occhi e di essere pronti. Io lancio questa proposta innanzitutto al mio partito, perché penso che una comunità politica anche se ferita non meriti questo ignorarsi reciproco. Non possiamo fare finta che gli altri non esistano. Né noi né i compagni in maggioranza. Non possiamo più aggrapparci a un lato non dico identitario ma ormai identitaristico.
Vedi un appuntamento pubblico a breve?
Il coagulo più alto tra politica e sociale è lo sciopero generale, già indetto dai dipendenti pubblici e dai metalmeccanici Cgil. E' questo il punto più alto della nostra lotta.
Ma pensi a un corteo col Pd?
La piazza del 25 ottobre è stata un successo ma ora bisogna far emergere un'opposizione intransigente in parlamento. Io auspico che il Pd faccia ostruzionismo sulla finanziaria. Ma sono sicuro che è possibile una convergenza sull'agenda sociale dai salari alla scuola. E auspico un'iniziativa comune delle opposizioni fino a una mobilitazione generale.