*La festa della 'vittoria'
Celebrazioni fastose per il 4 novembre. Ma che festa è quella che 
celebra 600mila morti?*
di *Luca Galassi* - 
http://it.peacereporter.net/articolo/12591/4+novembre.+Festa+della+%27vittoria%27%3F
"La guerra contro l'Austria-Ungheria...è vinta...I resti di quello che 
fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza 
speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza". In 
tutte le caserme d'Italia, fuso nel bronzo delle artiglierie nemiche, 
campeggia il bollettino di guerra del 4 novembre 1918. Artefice della 
vittoria, il generale Armando Diaz. Novant'anni dopo si celebra 
quell'evento. Artefice delle celebrazioni, il ministro della Difesa 
Ignazio la Russa. Lo si fa in pompa magna, con un programma di 
iniziative 'in terra, cielo e mare': sfilate, parate, mostre di carri 
armati ed elicotteri, simulazione di assalti militari e lancio di 
paracadutisti nelle piazze di 21 città. Lo si fa attingendo non al 
bilancio della Difesa - con grande soddisfazione del ministro - ma a 
quello della legge 133 (conversione del decreto legge 112, la 
Finanziaria), che, nell'articolo 60, comma 8-bis, stanzia un apposito 
fondo di ben tre milioni di euro.
Recita il comma: "nello stato di previsione del ministero della Difesa è 
istituito un fondo con una dotazione pari a 3 milioni di euro per l'anno 
2008, da utilizzare per far fronte alle esigenze prioritarie del 
Ministero stesso". Che i quattrini provengano dalla Difesa o da altrove, 
poco importa. E' sempre lo Stato italiano a pagare, con i soldi dei suoi 
contribuenti. La contraddizione di tale spesa è che, in tempi di crisi e 
di tagli - soprattutto a quel ministero della Difesa che non ha i soldi 
per pagare il personale, nè la manutenzione di strutture ed 
equipaggiamenti militari - è che tali celebrazioni vengano considerate 
'esigenze prioritarie'. Ulteriore elemento di inopportunità è che il 
Governo italiano celebri, nell'ambito di una 'festa nazionale' (quella 
delle Forze Armate, ovvero il tradizionale incontro dei militari con la 
popolazione civile) ciò che fu invece tutt'altro che una festa. "Il 
momento delle trincee fu il momento di nascita dell'unità nazionale", ha 
dichiarato La Russa in occasione della conferenza stampa di 
presentazione dell'evento. Più che di celebrazione, bisognerebbe parlare 
di commemorazione, visto che la Grande guerra fu una inutile strage, 
nella quale morirono 680 mila soldati italiani.
Commemorare, anzichè celebrare, un lutto nazionale, a seguito del quale 
l'Italia, dopo il voltafaccia con gli alleati della Triplice, fu 
ridicolizzata anche dai nuovi alleati (Francia, Inghilterra e Russia) 
con i quali firmò segretamente un accordo (il Patto di Londra del 1915) 
che avrebbe dovuto concedere al nostro Paese il Trentino, l'Alto Adige, 
l'Istria, Trieste, la Dalmazia e Fiume, oltre a eventuali 
'aggiustamenti' delle colonie tedesche in Africa. Alla Conferenza di 
Versailles del 1919 le rivendicazioni di Orlando, Sonnino e Salandra, 
rimasero inascoltate. Gli italiani, considerati 'utili traditori' nel 
momento del bisogno, erano adesso considerati dai veri vincitori della 
guerra un peso, un agnello da sacrificare all'altare 
dell'autodeterminazione dei popoli sancito dal presidente Usa Wilson, 
che stabilè che Fiume e la Dalmazia sarebbero rimaste fuori dai confini 
nazionali. Le colonie tedesche furono invece spartite tra Francia e 
Inghilterra. La 'vittoria mutilata' offrì poi terreno fertile per la 
nascita di un nazionalismo radicale e bellicista desideroso di rivalsa, 
che degenerò nel fascismo e in una nuova, scellerata scelta 
interventista a fianco di Hitler.
Il ministro La Russa ha deciso di fare le cose in grande, preparando un 
prologo e una conclusione fastosa per la festa delle Forze 
Armate-Vittoria nella Grande Guerra. Il prologo sono le lezioni, già 
iniziate in numerose le scuole italiane, che alti ufficiali militari 
terranno da oggi a venerdì. Nel fine settimana sono iniziati i concerti 
delle fanfare dei Carabinieri, come le mostre di mezzi militari. A 
Milano, da ieri un Tornado rivolge il proprio muso affusolato verso il 
Duomo, così come due blindati dell'Arma stazionano di fronte al Palazzo 
Reale. Il 4 novembre la celebrazione ufficiale, mentre il fine-settimana 
dell'8-9 vedrà il grande concerto di Andrea Bocelli in Piazza del 
Popolo. In aggiunta alle varie deposizioni di corone sule lapidi ai 
caduti, alzabiandiera, simulazioni di assalti e lanci di paracadutisti 
(a Firenze, un militare verrà paracadutato su una piattaforma nel centro 
dell'Arno per un'atterraggio 'ad alta difficoltà tecnica'), è previsto 
uno spot di 120 secondi che verrà trasmesso in tutte le reti nazionali. 
Paradossalmente, la musica del video, che mostrerà militari delle Forze 
Armate nelle strade e delle piazze d'Italia, è una canzone d'amore di 
John Denver, artista country americano.
Oltre all'opportunità della spesa per le fastose celebrazioni della 
vittoria, ciò che ha alimentato le polemiche che sono culminate nel 
provocatorio invito al 'boicottaggio' da parte del direttore di 
Liberazione Piero Sansonetti è stata anche la decisione di far entrare 
in 200 scuole superiori italiane rappresentanti delle Forze Armate per 
spiegare il significato del 4 novembre e illustrare come funzionano 
Esercito, Aeronautica, Marina e Carabinieri. Molti temono che 
l'iniziativa possa rappresentare una forma di reclutamento occulto o di 
propaganda. Abbiamo chiesto all'ufficio dell'ufficio scolastico 
provinciale di Milano (l'ex provveditorato), che organizza gli incontri, 
se ciò corrisponda a verità. "Nessuna pubblicità all'esercito, nessuna 
propaganda - ci è stato risposto -. Non l'avremmo mai permesso. Le 
lezioni si svolgono con una parte storico-letteraria, fatta da uno 
storico, l'altra fatta da un militare, che si limita a spiegare, con una 
serie di slide fotografici, la storia del milite ignoto e del monumento 
a lui dedicato. Il tutto è stato fatto soprattutto in un'ottica di 
opportunità, per i ragazzi, di attingere a fonti documentarie 
sull'argomento".
Tre generali in pensione hanno commentato l'iniziativa 'didattica'. 
Albino Amodio e Domenico Rossi del Cocer (comitato di rappresentanza 
delle Forze Armate) e Giovanni Bernardi, fondatore del sito 
'Paginedidifesa.it'. Secondo Rossi, che del Cocer è presidente, "ben 
vengano gli incontri dei militari nelle scuole, al di fuori di ogni 
retorica o propaganda. Se occorre 'pubblicizzare' un dato oggettivo, 
cioè l'inizio di un valore fondante come l'unità nazionale, ovvero un 
dato storico, allora gli inviti negli istituti possono rappresentare un 
mezzo per far conoscere meglio le Forze Armate alle scuole, ripeto, 
aldilà di ogni esaltazione di tali fatti". Amodio riferisce invece che 
"al posto loro mi sentirei un po' spaventato, poiché io non sarei in 
grado di spiegare la storia. Spesso fatico a capirla io stesso. Inoltre 
un giudizio storico contiene in se' anche un giudizio politico. Se me lo 
ordinassero credo che dovrei obbedire. Se potessi decidere credo che 
direi di no". Perplessità, per ragioni simili, è invece espressa dal 
generale Bernardi: "Non ho un'opinione pregiudiziale ai militari in 
classe. Quando si va nella 'tana del leone', ovvero in una classe in cui 
gli studenti possono essere polemici e aggressivi, bisogna essere molto 
preparati rispetto a quando le visite si ricevono in caserma. C'è 
bisogno di ufficiali molto preparati, o iniziative di massa di questo 
tipo possono rappresentare un rischio".
La guerra sembrava vinta quando l'Italia firmò il Patto di Londra nel 
1915. La guerra sembrava vinta anche quando Mussolini scese al fianco di 
Hitler nel 1940. Nel 2003, durante la guerra in Iraq, Bush esclamava 
trionfante dalla portaerei Lincoln: "Missione compiuta". Solo allora 
Berlusconi decise di inviare un contingente italiano. A guerra 'vinta'. 
Tra nove giorni si celebererà il quinto anniversario della strage di 
Nassiriya, dove morirono 19 italiani. Chissà quanto occorrerà aspettare 
ancora, per celebrare la 'vittoria' delle guerre in Afghanistan e Iraq. 
Chissà in quanti si asterranno, qualora tale celebrazione avesse luogo, 
dal parlare di 'vittoria mutilata'. Visti i precedenti storici, chissà 
quali ne saranno le nefaste conseguenze.