[NuovoLab] AFGHANISTAN Bambini e scuole coraniche nel mirino

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Author: ugo
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Subject: [NuovoLab] AFGHANISTAN Bambini e scuole coraniche nel mirino
AFGHANISTAN Elicotteristi rimpatriati dopo essersi rifiutati di sparare.
Statunitensi e truppe Nato sparano su qualsiasi cosa si muova

Bambini e scuole coraniche nel mirino, e due soldati italiani «si ribellano»

Emanuele Giordana
Le vittime civili sono il punto più dolente dell'intero conflitto afghano.
Ieri, come nei giorni scorsi, le notizie che si sono rincorse dal Sud del paese
al Pakistan sino all'Italia, dove proprio il dramma dei civili afghani sarebbe
all'origine del rientro di due elicotteristi italiani che si sarebbero
rifiutati di sparare nel mucchio.
Un'opacità diffusa circonda comunque tutte le notizie che riguardano la guerra
nel paese centroasiatico. Così che non è chiaro quanto è successo nelle aree
tribali pachistane dove almeno sei persone, fra cui alcuni stranieri, sono
state uccise ieri in una scuola coranica colpita da missili che sarebbero stati
lanciati dalle forze americane dispiegate in Afghanistan. Il condizionale resta
d'obbligo perché la fonte è per ora solo pachistana. I missili «intelligenti»
avrebbero avuto come obiettivo un'abitazione vicina a una madrasa nei pressi
del villaggio di Azam Warsak, una ventina di chilometri a Ovest di Wana, la
principale città del Sud Waziristan nella cosiddetta cintura tribale pachistana
che confina con l'Afghanistan e ritenuta il santuario neo talebano oltre
confine.
Fonti dell'intelligence pachistana hanno detto alla Reuters che la scuola
coranica era in realtà una base di jihadisti e che il proprietario della casa
bombardata, Malik Sallat Khan, è legato ai militanti islamici. Un'altra fonte
anonima ha detto alla France Presse che l'attacco ha ucciso sei persone tra cui
tre combattenti stranieri, forse arabi, e tre ragazzi, probabilmente studenti
della madrasa (l'attacco ha preceduto di qualche ora l'incontro alla Casa
Bianca tra Bush e il premier pachistano Gilani). Nessuna conferma Usa.
Un'altra notizia riguarda invece l'ammissione della Nato dell'uccisione
domenica di due bambini che si trovavano a bordo di un'auto contro cui la forza
multinazionale ha aperto il fuoco dopo che questa non si è fermata ad un posto
di controllo nella provincia di Kandahar. Episodio che ne ricorda uno simile
verificatosi sabato scorso, nel quale alcuni soldati britannici hanno ucciso
quattro civili che anche in quel caso si trovavano a bordo di un'auto che non
si era fermata a un posto di controllo nel distretto di Sangin, nell'Helmand.
Quanto agli elicotteristi italiani, i due militari sono stati rimpatriati nei
giorni scorsi da Herat «esclusivamente per motivi sanitari», ossia per stress
psico-fisico diagnosticato al termine di un impegnativo ciclo operativo. «Nei
loro confronti - hanno spiegato all'Ansa fonti militari - non è stato preso
alcun provvedimento».
Ma secondo il quotidiano di Roma Il Tempo la decisione sarebbe stata invece
adottata perché i due si sarebbero rifiutati di sparare durante uno scontro a
fuoco in cui erano coinvolti anche militari italiani. La loro giustificazione è
stata - secondo il quotidiano della capitale - che sulla linea di tiro c'erano
anche civili. Il Tempo aggiungeva inoltre che i due militari, piloti di
elicotteri Mangusta, erano stati «immediatamente rimpatriati» e che, sul fatto,
era stata aperta un'inchiesta che invece, stando a fonti militari ufficiali,
non sarebbe in corso in quanto i due sarebbero stati riportati a casa
esclusivamente per motivi di salute.
Entro l'estate proprio il comando di Herat diventerà la più importante base
operativa italiana in Afghanistan. Quasi l'intero contingente di stanza a
Kabul, oltre 1200 soldati, verrà trasferito nella città occidentale una volta
che il comando della capitale, in mano italiana, passerà interamente agli
afgani. L'operazione è già iniziata. L'aeroporto di Herat è infatti chiuso per
i voli civili salvo una finestra l'11 e il 12 agosto. Riaprirà a settembre.
Lettera22

fonte il manifesto 29/07/08



ub



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Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal
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Ugo Beiso