[NuovoLab] Articoli Repubblica Genova

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Author: Carloge
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To: Forumgenova
Subject: [NuovoLab] Articoli Repubblica Genova

Il sindaco: "Ferite rimarginate", ma non riceve chi difende i manifestanti condannati. Il corteo si conclude con un ricordo struggente di Giuliani
G8, l´abbraccio della Vincenzi
"Risarcimento morale per le vittime". E lancia l´Agenzia dei diritti
GENOVA si candida a diventare sede dell´Agenzia europea per i diritti dell´uomo. La proposta è stata lanciata ieri mattina da Marta Vincenzi a Palazzo Tursi, dove ha ricevuto le parti civili del processo del G8, l´iniziativa ha avuto però uno strascico polemico perché la Vincenzi ha scelto di non ricevere quelle persone che volevano manifestare la loro solidarietà ai 25 condannati per devastazione e saccheggio. Nel pomeriggio invece il corteo pacifico per ricordare Carlo Giuliani, la cui voce registrata è risuonata in piazza Alimonda.

G8, Vincenzi abbraccia le vittime ma è polemica sui no global
Difendono i 25 condannati, il sindaco non li riceve
Haidi Giuliani: "Forse avrebbe potuto parlare loro, spiegando le cose"
NADIA CAMPINI
GENOVA si candida a diventare sede dell´Agenzia europea per i diritti dell´uomo, in riconoscimento della ferita del G8, ma anche del suo passato più lontano, quando il 24 aprile del 1945 si liberò da sola. La proposta è stata lanciata ieri mattina dal sindaco Marta Vincenzi nella sede prestigiosa della sala di rappresentanza di Palazzo Tursi, dove la Vincenzi ha voluto ricevere le parti civili del processo del G8. «La democrazia conquistata dai partigiani va difesa ogni giorno», le ha ricordato Arnaldo Cestaro, una delle vittime della Diaz, che ha portato anche un libro in omaggio al sindaco e proprio in quest´ottica la Vincenzi ha annunciato la candidatura che verrà presentata ufficialmente nelle prossime settimane.
L´abbraccio con le parti civili, che nelle intenzioni di Tursi sigillava anche «la conclusione di una fase storica, il fatto che questa trauma inferto alla città possa dirsi concluso», ha avuto però uno strascico polemico in via Garibaldi, davanti a Tursi. La Vincenzi ha scelto di non ricevere quelle persone che volevano manifestare la loro solidarietà ai 25 manifestanti del G8 condannati per devastazione e saccheggio entrando a Tursi con addosso una maglietta con la scritta simbolica "25". I manifestanti, una trentina in tutto, tra cui anche alcune parti civili nei processi del G8 sulla Diaz e Bolzaneto arrivati da Francia, Germania e Spagna, hanno scritto una lettera indirizzata al sindaco dove spiegano che «Come i 25, siamo tutti testimoni della violenza e non vittime. Siamo venuti qui per ricordarvi che siamo persone impegnate politicamente contro un sistema che ogni giorno devasta e saccheggia le nostre vite». Con loro ha parlato anche Haidi Giuliani che ha criticato la presa di posizione del sindaco. «Avrebbe almeno potuto farli salire - dice - poi spiegava loro la sua posizione, ma così i ragazzi ci sono rimasti molto male».
Nell´incontro con le parti civili la Vincenzi aveva peraltro sottolineato la netta distinzione esistente tra il percorso giudiziario rispetto al ruolo dell´istituzione. Il sindaco ha spiegato così l´incontro di ieri come «la volontà del Comune di offrire un riconoscimento morale a coloro che sono stati in quei giorni, vittime, perché pur non avendo compiuto alcun gesto, nemmeno lontanamente avvicinabile ad un gesto di violenza contro la città, in questa città hanno subito limitazioni di diritti fondamentali. Vogliamo riconoscerlo non solo per commemorarlo - ha detto - ma anche perché diventi occasione per il futuro di Genova».
E questo dovrebbe avvenire proprio grazie all´Agenzia dei diritti. «Il fatto che siano stati fatti processi e arrivino sentenze contribuisce a chiudere una fase e restituisce molte verità - ha aggiunto il sindaco - ma occorrono anche atti simbolici. Oggi col pensiero che Genova possa diventare sede di un´agenzia internazionale per i diritti dell´uomo, si chiude il trauma, si pone fine all´elaborazione del lutto e come città si individua una possibilità di superamento nella proposta che sul tema dei diritti Genova possa essere punto di riferimento anche nel futuro». Le ha risposto anche Lorenzo Guadagnucci, che all´epoca dei fatti del G8 era alla Diaz. «Questo gesto è un segno importante della città - ha sottolineato - perché sono sette anni che aspettiamo che lo stato chieda scusa per quello che è accaduto».

I genitori ripropongono un nastro in cui il ragazzo ucciso nel G8 legge le lettere dei condannati a morte della Resistenza
"Mamma, scusa", in piazza la voce di Carlo
In testa al corteo un´orchestrina rom e uno striscione: "Prendete le impronte digitali anche a noi"
MARCO PREVE
L´ascolto delle registrazioni (le potete sentire sul sito genova. repubblica.it) è stato sicuramente il momento più toccante della giornata di rievocazione.
Il corteo era partito da piazza De Ferrari attorno alle 15.30. In testa Heidi e Giuliano Giuliani, e subito dietro un grande striscione con al scritta "Prendete le impronte digitali anche a noi". Gli organizzatori hanno infatti voluto legare il ricordo di Carlo ad una battaglia per i diritti civili come è quella contro la norma che prevede di prendere le impronte digitali anche ai bambini nomadi. A rafforzare questo segnale in mezzo al corteo ha suonato durante tutto il percorso un´orchestra di rom.
Arrivati in piazza Alimonda alcuni giovani stranieri, tra questi anche dei "reduci" della scuola Diaz e di Bolzaneto, hanno appeso ai cancelli della chiesa una dozzina di acquerelli - esposti in questi gironi a palazzo Ducale - che, come in una sorta di via crucis, riproducono i capitoli più dolorosi del G8. L´assalto alla scuola Diaz, le botte, il trasferimento a Bolzaneto e qui occhi e volti dilatati e colori scuri, rievocano le umiliazioni e gli abusi subiti da parte dei carcerieri.
Il primo a parlare dal microfono è stato un vecchio amico di Carlo Giuliani che ha ricordato sogni e speranze andate in frantumi nel luglio di sette anni prima. Poi Heidi Giuliani ha inviato tutti i partecipanti ad affiggere nella piazza volantini con le impronte digitali, per protestare contro le nuove leggi. Quindi è toccato al comico Andrea Rivera, che ha cantato alla piazza un blues divertente ma amaro sull´Italia di oggi.
In piazza, tra i pochi politici presenti c´erano Nando Dalla Chiesa, Giovanni Russo Spena, già parlamentare di Rifondazione Comunista, Vittorio Agnoletto ex portavoce del Genoa Social Forum e l´ex ministro di Rifondazione Paolo Ferrero che, spiega come vada «tenuta viva la memoria di quel che è successo tanto più che la sentenza emessa qualche giorno fa sui fatti di Bolzaneto non riconosce la verità storica di quel che è accaduto.». «Insieme a questo - ha prosegue - sono qui per stare vicino a Heidi e Giuliano Giuliani che in questa piazza hanno perso il loro figlio. Molti dei responsabili di quei fatti ora si ricoprono incarichi di vertice nell´organizzazione delle Forze dell´Ordine e secondo me, in uno Stato democratico bisognerebbe poter condannare quello che è successo e fare pulizia e cioè mettere fuori dalle forze dell´ordine chi ha determinato quello, proprio per ridare loro una credibilità che altrimenti non hanno perché se si nasconde sotto il tappeto ciò che è successo in quei giorni a Genova non si può costruire una memoria condivisa, non si può superare quel che è accaduto se non lo si riconosce».

Don Gallo, ricordi e speranze "Combattiamo l´indifferenza"
«Carlo è stato un partigiano della pace». Lo ha detto don Andrea Gallo, parlando alla folla di piazza Alimonda. «Carlo - ha spiegato - può essere considerato un partigiano dei nostri giorni. Gramsci lo scriveva nel 1917 nell´articolo ‘Democrazia e´ partecipazione, dove lui diceva di odiare l´indifferenza, "vivo perche´ sono partigiano". Gramsci non immaginava mai più quale significato avrebbe assunto questo termine per la Resistenza. Carlo è partigiano perché ha scelto da che parte stare. E quindi questo significa essere partigiano. L´unica gravità dell´Italia in questo momento sono gli indifferenti. In merito all´appello alla verità, il prete ha ribadito che «nel mio piccolo diario dopo il funerale di Carlo, alla fine io, piccolo piccolo come sono, ho chiesto la Commissione Parlamentare d´Inchiesta a pieni poteri: il Governo Berlusconi ha negato, il Governo Prodi ha negato. Allora io dico: stavolta siamo proprio bipartisan, trasversali e allora il messaggio va a tutti».


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Carlo

Forum Per La Sinistra Europea - Genova

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Coordinamento Genovese contro l'Alta Velocità

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