[Lecce-sf] No all' ipermercato a San Gregorio

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Author: Antonella Mangia
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To: lecce social forum, CSSF, nopalacia
Subject: [Lecce-sf] No all' ipermercato a San Gregorio


Vi
trasmetto alcuni documenti relativi alla battaglia che alcuni cittadini
e associazioni stanno portando avanti nella zona di Patù contro
l'ipotesi di costruzione di un grande supermercato nella zona di San
Gregorio,   zona di grande interesse storico, archeologico e
paesaggistico.

*************************************************************************************



Associazione “ don
Liborio Romano” – Patù

Arci “Patù Terra di
Mezzo”

Italia Nostra Onlus
Sezione Sud Salento – Parabita

Associazione di Via
(commercianti) “San Gregorio” – Patù

Associazione di Via
(commercianti) “Centro Storico” – Patù

Circolo PD – Patù

Sinistra Arcobaleno -
Capo di Leuca

 

CENTRO COMMERCIALE A SAN GREGORIO –
PATU’




 

SAN GREGORIO NON HA BISOGNO DI UNA
STRUTTURA COSI’ INUTILMENTE ESAGERATA (5.000 metri cubi di CEMENTO)!!!!!

 

ai
cittadini e ai turisti che sono legati alla nostra marina, ricordiamo che nel
Comune di Patù esistono già 14 (ristoranti e aziende agrituristiche) e 10 bar
che attraversano non poche difficoltà, legate alla scarsa affluenza turistica
durante la bassa stagione.

Si
rileva, inoltre, la sempre più scarsa disponibilità di PARCHEGGI nella nostra
marina e non solo……!!!!!!!

 

Per soddisfare le esigenze di sviluppo
turistico-commerciale:

 

SOLLECITIAMO L’Amministrazione Comunale
di Patù

-        
a predisporre
investimenti in azioni di promozione turistica integrata del territorio in
collaborazione con gli operatori commerciali e turistici al fine  di valorizzare le risorse naturali, storiche
ed economiche già esistenti sul territorio, ma poco conosciute;

-        
a realizzare una
progettazione ecocompatibile con gli indirizzi urbanistici vigenti della
Comunità Europea,  Regionale e
Provinciale che l’Amministrazione di
Patù tarda, colpevolmente, a recepire e attuare da anni!!!!

 

CHIEDIAMO

 

-        
DI METTERE FINE ALLA
MANIPOLAZIONE SCRITERIATA E ALLA SVENDITA DEL TERRITORIO COMUNALE PER FAVORIRE
INTERESSI DI SINGOLI PRIVATI;

 

-        
DI ATTUARE IL PROGETTO
ORIGINARIO CHE PREVEDEVA UN’AREA DESTINATA AD USO SPORTIVO E RICREATIVO;

 

-        
DI AMPLIARE TALE
PROGETTO, FAVORENDO LA REALIZZAZIONE DI:

 

-       
ALCUNI LOCALI DA ADIBIRE
AD USO COMMERCIALE;

-       
UN’AMPIA AREA DESTINATA
A PARCHEGGI;

-       
DI UN’AREA VERDE
ATTREZZATA CON GIOCHI PER BAMBINI;

-       
DI UNA CHIESETTA PER LA
CELEBRAZIONE DELLA SANTA MESSA DOMENICALE.








 

Istanza di
annullamento del permesso di costruire al Dirigente del Settore Urbanistica
della Regione Puglia inviato con R.A.R. il 23/06/2008

 

Con deliberazione della Giunta
Comunale n. 83 del 3/12/2003, il Comune di Patù avviava le procedure di
progettazione e realizzazione dei lavori per il potenziamento della ricettività
turistica nella marina di San Gregorio.

Originariamente l’area nella
quale gravita l’intervento era tipizzata nel vigente Programma di Fabbricazione
Comunale come zona F/2 nella quale sono consentite esclusivamente opere per
attrezzature balneari ed opere pubbliche in genere, con relativi servizi. Per
raggiungere tale obiettivo l’A.C. , avvalendosi impropriamente della disciplina
delle L.R. 15/05/2001 n.13 e L.R. 27/07/2001 n. 20 ha approvato il progetto
definitivo dell’opera in variante allo strumento urbanistico generale. In
sostanza si tratta di un vero e proprio intervento di riclassificazione
urbanistica dell’area mediante trasformazione di una cospicua parte della zona
F/2 (servizi) in zona B/3 (completamento edilizio), come dimostra l’aumento
dell’indice di fabbricabilità fondiario da 0,03 mc/mq a 0,96 mc/mq.

Riteniamo tale procedura di
variante irrituale, anomala, illegittima e sintomatica di favoritismo
amministrativo, posto che:

-        
la deliberazione del C.C. n. 10 del 26/10/2005 non è stata
preceduta da alcuna forma partecipativa, né è stata sottoposta a verifica di
compatibilità regionale e provinciale;

-        
non rientra tra le varianti agli strumenti urbanistici
comunali per la realizzazione di progetti 
di opere pubbliche e/o progetti di adeguamento agli standards
urbanistici, così come definiti dalla vigente normativa, ai sensi della
(abrogata) L. 3 gennaio 1978 n.1 e successive modificazioni, nonché per la
realizzazione di opere ed interventi previsti dalla vigente legislazione
statale e/o regionale;

-        
non è accompagnata dalla verifica degli standards della zona e
della consistenza delle opere di urbanizzazione primaria esistenti;

-        
persegue, infine, interessi di natura esclusivamente privatistica,
camuffati con finalità di interesse generale, essendo evidente, in base alla
natura, consistenza e ubicazione dell’intervento, che mediante la variante si
vuole consentire la realizzazione di locali commerciali non altrimenti
possibile nell’ambito di una zona destinata a servizi.

A riprova che questo sia il reale
obiettivo dell’Amministazione Comunale lo dimostra  il ricorso alla procedura di appalto per l’esecuzione dei lavori
congiunto all’acquisizione dei beni immobili di cui tratta la legge quadro sui
lavori pubblici, anziché all’istituto della concessione di lavori pubblici.

Nel sistema prescelto dal Comune
di Patù si prevede infatti la cessione in diritto di proprietà dell’area ai
privati per un prezzo notevolmente inferiore a quello di mercato, mentre
sarebbe stato quantomeno più logico affidare a i privati la realizzazione e la
gestione dell’opera per un certo numero di anni conservando la proprietà dello
stabile.

Vi è da rilevare infine che tutti
i pareri favorevoli espressi dalla Commissione Edilizia Comunale il 04/02/2004,
dal Dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale, dalla Regione Puglia (09/03/2004)
e dall’Ispettorato Dipartimentale delle Foreste (01/06/2004) si riferiscono
all’originario progetto definitivo dell’opera e non già alla variante
urbanistica, che è stata approvata successivamente con deliberazione del C.C.
n.10 del 26/10/2005. Ne consegue l’illegittimità del permesso di costruire n.
41/2006 rilasciato dal Responsabile dello Sportello Unico per l’Edilizia in
data 09/10/2006 al comune di Patù.

Chiediamo che la Regione
Puglia  voglia disporre, ai sensi
dell’art.39 del T.U. sull’Edilizia, l’annullamento della deliberazione del C.C.
di Patù n. 10 del 26/10/2005 e del permesso di costruire n. 41 del 09/10/2006,
in quanto autorizzano un intervento non conforme alle prescrizioni del
Programma di Fabbricazione di Patù o comunque in contrasto con la normativa
urbanistico-edilizia vigente.Chiedono, inoltre, che in pendenza della procedura
di annullamento la Regione voglia ordinare l’immediata sospensione dei lavori,
avendo il Comune già cantierizzato l’opera. 


 

 









Articolo su San Gregorio

antonio de marco 3387441568

 

“Sono trascorsi oltre trent’anni
dalla messa in luce delle strutture (impropriamente denominate scalinate
messapiche) presenti nella baia di San Gregorio, databili al III - II sec. a.C.
Trent’anni che hanno visto susseguirsi di interventi edilizi a volte invasivi e
poco rispettosi delle preesistenze. Questi blocchi sono assai prossimi al muro
di recinzione della villa moderna che occupa la sommità del promontorio,
laddove sorgeva la torre cinquecentesca, fagocitata, così come altre  evidenze, dalle esigenze della speculazione.
L’intera area del promontorio, da San Gregorio a Felloniche,  è da mettere in stretto rapporto con il
centro messapico di Veretum dotato di
una cerchia muraria del IV sec. a.C. a blocchi isodomi e successivamente municipium, riveste un grande interesse
archeologico, ma è ormai in parte inaccessibile.”;  -  tratto da: “Archeologia della costa salentina :

l’approdo di Torre San Gregorio” in Studi di Antichità del Dipartimento di
Beni Culturali dell’Università di Lecce 1998, a cura della dott. ssa Rita
Auriemma - .

Basterebbe la lettura di queste
poche righe, magari seduti nella caletta, per rimanere affascinati dalla storia
millenaria del luogo, per spingere il lettore incredulo a fare una passeggiata
all’ora del crepuscolo, ricalcando l’antico tratturo fino a Felloniche, tra
ancor più antiche sorgenti di acqua dolce, e scorgere le rocce intagliate per
creare allettamenti per i fuochi di segnalazione, inebriarsi con il profumo di
salsedine mista a quello del timo selvatico, mentre si intravede, tra le maglie
di una rete metallica, l’ingresso della Grotta dei Tarantini sulle cui pareti
si sovrappongono imbarcazioni a vela latina e croci graffite, senza poter fare
a meno di alzare lo sguardo e immaginare la torre piena di valorosi guerrieri,
armati di archibugi e cannoni pronti a morire per difendere la propria terra
dall’assalto delle navi di
corsari, o di mercenari e lanzichenecchi.

Chi legge, tuttavia, non può fare
a meno di andare oltre la suggestione della lirica e notare che da più di
trent’anni le evidenze di cui si parla, sono abbandonate e in stato di forte
degrado. Al posto della torre sorge una villa residenziale recintata e che tiene nell’oblìo la Grotta dei Tarantini.

Nel passato alcuni interventi pubblici
hanno irrimediabilmente alterato i profili del paesaggio del promontorio e
della fascia costiera demaniale, pur essendo area sottoposta a tutela
paesaggistica e idrogeologica, e pur essendo in corso l’apposizione di una
misura di tutela archeologica come viene sottolineato in una nota del
Soprintendente alle Antichità di Puglia di Taranto, prof. Felice Lo Porto
inviata al Comune di Patù nel 1971!!:
“Poiché la zona (fascia costiera
demaniale di San Gregorio), la cui esplorazione rientra nei prossimi programmi
di scavo di questa Soprintendenza,
riveste notevole interesse archeologico (come già comunicato da questa
Amministrazione con nota del 25/10/1968) si prega vivamente di evitare che
vengano eseguiti per il futuro lavori di sbancamento e che vengano concesse
licenze edilizie, essendo anche in corso la pratica di vincolo archeologico di
detta area.”

Dopo tutto questo tempo di
assoluto, intenzionale e colpevole disinteresse da parte delle Istituzioni
locali, la Marina di San Gregorio, si propone oggi come terra di conquista per
faccendieri senza scrupoli, allettati a speculare indisturbati in un quadro di
regolamentazione urbanistica consapevolmente 
mantenuto “precario” da più di 40 anni, da scelte politiche e amministrative
scriteriate, che continuano ad aprire il campo ai misteriosi avvenimenti degli
ultimi tempi  prevedendo una
manipolazione insensata dell’assetto urbanistico e la svendita del territorio
comunale per favorire interessi di singoli privati!!!

Ed è per questo motivo che
vogliamo esprimere una forte contrarietà ai progetti che il Comune di Patù sta
realizzando in nome di uno sviluppo e di un potenziamento della ricettività turistica
consegnando definitivamente il territorio in mano a moderni mercenari e
lanzichenecchi che in nome del malaffare trasformerebbero San Gregorio in una
qualsiasi anonima località di riviera.

Parliamo in particolare del
progetto per la realizzazione di un Centro Commerciale (5000 mc.), la
concessione della fascia costiera demaniale a Felloniche per la costruzione di
un indegno stabilimento balneare con l’indebita chiusura del tratturo che
permetteva l’accesso pubblico al promontorio di cui sopra, e ancora un progetto
per la realizzazione di servizi alla balneazione che prevede la costruzione di
alcune piscine!!!!!!!

Tutto questo a spese dei
cittadini!! Chi ne ricaverà i maggiori profitti, alle spalle della comunità
sono i soliti pochi privati toccati dalla dea bendata!? O gli attuali mercenari
e lanzichenecchi?!

Ma via! Signori non siate così
malpensanti, anche perché lo sviluppo ci vuole!!!

Certo lo sviluppo è necessario, e
il nostro vuole essere un contributo costruttivo ad una seria riflessione nella
quale si impone innanzitutto uno scatto d’orgoglio che viene dalla lettura
della nostra storia. Solo così ci si può permettere di immaginare uno sviluppo
nel pieno rispetto dei luoghi e della memoria. 
Tutti i cittadini del Capo di Leuca, e oltre, sono chiamati a unirsi al
grido di dolore di una terra sempre più lacerata e priva di riferimenti
culturali, privata delle menti giovani costrette a una nuova emigrazione. Un
po’ come quei nostri valorosi antenati che dalla torre combattevano fino allo
stremo delle forze per difendersi dalla minaccia dei predoni d’oltremare, nella
convinzione  che, ogni tanto,  possa prevalere la causa culturale su quella
del profitto e della speculazione
ad ogni costo.

 

                                                                               
Antonio De Marco

                                                                                
Archeoclub d’Italia

 



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