altro periodico di testimonianze ed inchieste,ve lo inoltro per intero,se
v'interessa aggiungetevi alla loro mailing list,paci ,pilar
Segnaliamo che dal 6 luglio p.v. il mensile La Voce delle Voci inserirà nel giornale un articolo sulla Rete 28 aprile.
Segnaliamo che dal 6 luglio p.v. il mensile La Voce delle Voci inserirà nel giornale un articolo sulla Rete 28 aprile.
Il periodico di inchieste, diretto da Andrea Cinquegrani e Rita Pennarola, tornerà ad occuparsi da settembre, nel suo inserto speciale "Voci " contenuto nelle pagine del mensile, della nostra attività sindacale.
Il periodico è nelle principali edicole di tutti i capoluoghi di regione.
La diffusione è in costante crescita, nel caso in cui non dovesse essere reperibile presso la Vs.edicola, potete contattare il distributore per segnalazioni, informazioni o per trovare il giornale nella vostra abituale edicola tutti i mesi. Ecco i recapiti:
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Evo Morales
In Copertina
Lettera aperta di Evo Morales a proposito della "Direttiva Ritorno" della UE
Evo Morales mette in guardia la U.E. dicendo che se dovesse aggravare la sua politica migratoria lui non sarebbe nella condizione di approfondire le negoziazioni relative all'Accordo di Associazione e si riserverebbe il diritto di esigere il visto di ingresso agli europei.
Sintesi
Evo Morales (Bolpress - 10 Giugno 2008)
Fino alla fine della Seconda guerra mondiale l'Europa è stata un continente di migranti. Decine di milioni di europei partirono alla volta delle Americhe per colonizzare, fuggire la fame nera, le crisi finanziarie, le guerre o i totalitarismi europei e le persecuzioni ai danni delle minoranze etniche.
Oggi, sto seguendo con preoccupazione il processo relativo alla cosiddetta "Direttiva Ritorno". Intendo che questa direttiva aggrava in modo drastico le condizioni di detenzione ed espulsione degli immigrati senza documenti, a prescindere dal tempo di permanenza nei paesi europei, dalla situazione lavorativa, dai legami familiari, dalla loro volontà e capacità di integrazione.
Nei paesi dell'America Latina e del Nord America arrivarono in modo massiccio europei privi del visto e degli altri requisiti imposti dalle autorità. Ciononostante furono sempre i benvenuti, e continuano ad esserlo, nei nostri paesi del continente americano, i quali dunque assorbirono la miseria economica dell'Europa e le sue crisi politiche. Vennero nel nostro continente per sfruttarne le ricchezze e trasferirle in Europa, con un costo altissimo per le popolazioni autoctone delle Americhe. Come nel caso del nostro "Cerro Rico" di Potosì e le sue favolose miniere di argento che permisero al continente europeo di coniare moneta dal XVI al XIX secolo. Le persone, i beni e i diritti dei migranti europei furono sempre rispettati.
Oggi l'Unione Europea è la meta principale dei migranti del mondo a causa della sua immagine positiva quale luogo di prosperità e di libertà pubbliche. La grandissima maggioranza dei migranti si reca nell'Unione Europea per contribuire a tale prosperità, non per avvantaggiarsene. Occupano impieghi nelle opere pubbliche, nelle costruzioni, nei servizi alla persona e negli ospedali, impieghi che gli europei non possono o non vogliono occupare. Contribuiscono al dinamismo demografico del continente europeo, a mantenere il rapporto tra attivi e inattivi che rende possibile i suoi generosi sistemi di sicurezza sociale e dinamizzano il mercato interno e la coesione sociale.
I migranti offrono una soluzione ai problemi demografici e finanziari della UE.
Per noi, i nostri migranti attuali rappresentano una forma di aiuto allo sviluppo che gli Europei ci danno - giacché solo pochi paesi raggiungono realmente l'obiettivo minimo dello 0,7% del PIL in aiuti allo sviluppo. L'America Latina ha ricevuto, nel 2006, 68.000 milioni di Dollari di rimesse, ovvero più del totale degli investimenti stranieri nei nostri paesi. A livello mondiale raggiungono i 300.000 milioni di Dollari, che superano di molto i 104.000 milioni concessi in aiuti allo sviluppo. Il mio stesso paese, la Bolivia, ha ricevuto più del 10% del PIL sotto forma di rimesse (1.100 milioni di Dollari) ovvero un terzo del valore delle nostre esportazioni annue di gas naturale.
Ciò significa che i flussi migratori vanno molto a beneficio degli Europei e in modo più marginale a noi (paesi) del Terzo Mondo in quanto parallelamente perdiamo una quantità di vari milioni di persone che costituiscono manodopera qualificata, nella quale in un modo o nell'altro i nostri paesi, ancorché poveri, hanno investito risorse umane e finanziarie. Purtroppo il progetto della "Direttiva Ritorno" complica terribilmente questa realtà. Se da un lato riteniamo che ciascuno stato o gruppo di stati possa definire le proprie politiche migratorie in modo sovrano, tuttavia non possiamo accettare che i diritti fondamentali delle persone vengano negati ai nostri compatrioti e fratelli latinoamericani.
La "Direttiva Ritorno" prevede la possibilità di incarcerare gli immigrati senza documenti fino ad un massimo di 18 mesi prima della loro espulsione - o "allontanamento", secondo la terminologia della direttiva. 18 mesi! Senza alcun processo né giustizia! Così come scritto oggi il testo della direttiva viola chiaramente gli articoli 2, 3, 5, 6, 7, 8 e 9 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948.
In particolare l'articolo 13 della Dichiarazione recita:
"1. Ciascuna persona ha il diritto di circolare liberamente e scegliere la propria residenza nel territorio di uno Stato. 2. Ciascuna persona ha diritto ad uscire dal proprio paese, incluso il proprio, e a ritornare al proprio paese".
E, cosa peggiore, esiste la possibilità di incarcerare madri di famiglia e minorenni, senza considerare la loro situazione familiare o scolare, in tali centri di internamento ove sappiamo che la depressione, gli scioperi della fame e i suicidi sono all'ordine del giorno. Come possiamo accettare senza reagire che vengano concentrati in questi campi nostri compatrioti e fratelli latinoamericani senza documenti, la grandissima maggioranza dei quali ha passato vari anni lavorando e integrandosi? Da che parte sta oggi il diritto di ingerenza umanitaria? Dov'è finita la "libertà di circolazione" e la protezione contro l'incarceramento arbitrario?
Parallelamente l'Unione Europea cerca di convincere la Comunità Andina delle Nazioni (Bolivia, Colombia, Ecuador e Perù) a firmare un "Accordo di Associazione" che comprende come terzo pilastro un Trattato di Libero Commercio, della stessa natura e contenuto di quello che impongono gli Stati Uniti.
Stiamo subendo una pressione forte della Commissione Europea per accettare condizioni di liberalizzazione profonda per il commercio, i servizi finanziari, la proprietà intellettuale o i nostri servizi pubblici. Inoltre a titolo di protezione giuridica ci vengono fatte pressioni per il processo di nazionalizzazione dell'acqua, del gas e delle telecomunicazioni realizzate in occasione della Giornata Mondiale dei Lavoratori. Domando: in tal caso dove sta la "sicurezza giuridica" per le nostre donne, i nostri adolescenti, bambini e lavoratori in cerca di migliori prospettive in Europa ?
Promuovere la libertà di circolazione delle merci e della finanza, mentre nel contempo assistiamo all'incarcerazione senza processo dei nostri fratelli che hanno cercato di circolare liberamente.
Questo significa negare i fondamenti della libertà e dei diritti democratici. In queste condizioni, se si approvasse la "Direttiva Ritorno", ci troveremmo nell'impossibilità etica di proseguire nel negoziato con l'Unione Europea, e ci riserveremmo il diritto di prevedere per i cittadini europei i medesimi obblighi relativi al visto di ingresso che sono stati imposti ai Boliviani a partire dal 1° aprile 2007, secondo il principio diplomatico della reciprocità. Non lo abbiamo fatto finora, propriamente perché attendevamo buoni segnali dalla U.E.
Il mondo, i suoi continenti, i suoi oceani i suoi poli conoscono importanti difficoltà globali: il riscaldamento globale, l'inquinamento, la sparizione lenta ma sicura delle risorse energetiche e della biodiversità mentre crescono la fame e la povertà in tutti i paesi, rendendo più fragili le nostre società. Fare dei migranti, con o senza documenti, i capri espiatori di tali problemi globali non può essere la soluzione. Non corrisponde alla realtà. I problemi di coesione sociale che sconta l'Europa non sono per colpa dei migranti, ma il risultato di un modello di sviluppo imposto dal Nord, che distrugge il pianeta e smembra le società e gli uomini.
Chiedo all'Unione Europea di elaborare, nei prossimi mesi, una politica migratoria rispettosa dei diritti umani, che consenta di mantenere questa dinamica virtuosa per entrambi i continenti e che renda giustizia una buona volta delle vene aperte dell'America Latina. Non possono sbagliare oggi nelle loro "politiche di integrazione" come hanno fallito a suo tempo con la supposta "missione civilizzatrice" del tempo delle colonie.
Ricevete tutti voi, autorità europarlamentari, compagne e compagni i saluti più fraterni dalla Bolivia.
E in particolare la nostra solidarietà a tutti i "clandestini".
Evo Morales Ayma
Presidente della Repubblica di Bolivia
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Sommario:
Libertà e Giustizia: "Giudici metastasi della democrazia"; "La democrazia in libertà vigilata sotto il tacco dei giudici". Dove vuole arrivare quest'uomo?
Manifestazione per la Giustizia: lunedì 30 giugno, ore 18, Piazza dei Tribunali (Bologna)
Padova: SABATO 28 ORE 12.00 PRESIDIO PER LA DIGNITÀ E I DIRITTI SUL LAVORO
Lettere:
Roma: Vu cumprà nel mirino della polizia municipale
SI AL LAVORO, MA PULITO E NON AL PREZZO DELLA VITA O DELLA SALUTE
PARCHI ELOICI DEL CATANZARESE ALLA 'NDRANGHETA LAMETINA E VIBONESE.. CHIARAMENTE CON INTRECCI CON L'IMPRENDITORIA LOCALE.
Lavoro dignitoso e non precario: LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Delfino, PETITION
Contrada Caipiroska
musica dal vivo grazie ad un camper alimentato ad energia solare che accompagnerà il gruppo per alcune date ancora da definire
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Libertà e Giustizia
Comunicato stampa
A due anni dal Referendum costituzionale
Dove vuole arrivare quest'uomo?
"Giudici metastasi della democrazia"; "La democrazia in libertà vigilata sotto il tacco dei giudici". Altro che lodo Alfano: il Pd aspetta ancora l'autunno per reagire? Silvio Berlusconi sta distruggendo ogni tassello del grande mosaico istituzionale previsto dalla Costituzione. Nell'anniversario del Referendum costituzionale, Libertà e Giustizia si augura che sia
ancora possibile ricostruire quel fermento unitario che fu alla base della grande vittoria e che mosse 16 milioni di cittadini a difendere l'impianto della nostra Costituzione.
La proposta di LeG è quella di costruire una piazza istituzionale, che riunisca in una sola manifestazione e al più presto, le già numerose e generose iniziative che si stanno svolgendo in tutto il Paese.
LeG si chiede infine dove vuole arrivare quest'uomo, quale sia l'obiettivo finale del capo del Governo.
Associazione Libertà e Giustizia
viale Col di Lana 12 - 20136 Milano MI
tel 0245491066 - fax 0245491067
info@??? - www.libertaegiustizia.it
----- Original Message -----
From: Comitato Insieme
To:
Sent: Thursday, June 26, 2008 4:33 PM
Subject: Manifestazione per la Giustizia: lunedì 30 giugno, ore 18, Piazza dei Tribunali (BO
Manifestazione per la Giustizia: lunedì 30 giugno, ore 18, Piazza dei Tribunali (BO)
Segnaliamo - vedi allegato - questa manifestazione promossa dall'ARCI di Bologna...
Ci auguriamo di essere in tanti!!!!
Cordiali saluti
Isabella Filippi
L'Arci di Bologna: tutti davanti al Tribunale di Bologna
Lunedì 30 giugno
Piazza dei Tribunali, 4 - Bologna
Ore 18
PER SOSPENDERNE UNO SE NE BLOCCANO CENTOMILA
Questo è l'effetto della norma salva-Berlusconi contenuta nel decreto-legge sulla sicurezza approvato martedì scorso dal Senato e ora in discussione alla Camera.
Per bloccare il processo Mills in corso a Milano, nel quale Silvio Berlusconi è accusato di corruzione in atti giudiziari, vengono sospesi per un anno tutti i processi per fatti commessi fino al 30 giugno 2002, ad esclusione di quelli che si svolgono nei confronti di detenuti per altra causa e per reati puniti con pena più grave.
Nel distretto della Corte di Appello di Bologna, comprendente tutta la regione, si tratta di quasi 20.000 procedimenti davanti al giudice per le indagini preliminari, di quasi 2.000 processi che pendono davanti al Tribunale monocratico e di circa altri 300 davanti al Tribunale in composizione collegiale.
Per effetto di norme collegate molti di questi processi potrebbero non riprendere più, con il risultato che gli autori di reati gravissimi (omicidi colposi a vario titolo, violenza sessuale, estorsione, rapina, corruzione, frode fiscale) rimarrebbero impuniti e alle vittime non verrebbe resa alcuna giustizia.
Il decreto-legge introduce l'aggravante specifica per i reati compiuti da chi si trovi illegalmente sul territorio nazionale che è l'anticamera del reato di immigrazione clandestina, fumo negli occhi per un'opinione pubblica preoccupata dalla criminalità senza con ciò contrastarla in modo più efficace. Il decreto prevede anche la misura demagogica dell'esercito utilizzato per funzioni di ordine pubblico nelle aree metropolitane.
Con il disegno di legge sulle intercettazioni approvato dal Governo il quadro si completa. Ai magistrati verranno rese più difficili le intercettazioni e per i giornalisti che pubblicano le notizie prima dei processi è previsto il carcere.
Per queste ragioni l'Arci invita tutta la cittadinanza a partecipare al presidio di lunedì prossimo alle ore 18 davanti al Tribunale di Bologna, in Piazza dei Tribunali 4 a Bologna.
Arci Bologna
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WORKERS IN ACTION
PER LA DIGNITÀ E I DIRITTI
SABATO 28 ORE 12.00 PRESIDIO
DI FRONTE ALLA PREFETTURA DI PADOVA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI DELLE COOPERATIVE EX FAST COOP E CENTRO LAVORO
DOPO MESI DALLA FIRMA DELL'ACCORDO CHE PREVEDEVA LA RIASSUNZIONE E LA RICOLLOCAZIONE PER TUTTI I DIPENDENTI DELLA COOPERATIVA FAST COOP IMPIEGATI NEL DEPOSITO DI LIMENA DELLA MULTINAZIONALE DELLA LOGISTICA TNT - ACCORDO SOTTOSCRITTO TRA GLI ALTRI ANCHE DAL PREFETTO E DALL'ASSESSORE PROVINCIALE AL LAVORO - CIRCA TRENTA LAVORATORI SONO ANCORA OGGI SENZA LAVORO E SENZA SALARIO.
ANCHE PER LE LAVORATRICI DELLA COOPERATIVA CENTRO LAVORO, TITOLARE DEL SUBAPPALTO CON LA WORK SERVICE A SUA VOLTA TITOLARE DEL CONTRATTO DI APPALTO CON STAR RECYCLING PER LA LAVORAZIONE DEI RIFIUTI, DOPO L'INCENDIO NELLO STABILIMENTO IN CUI ERANO IMPEGNATE NON CI SONO CERTEZZE, NESSUNA GARANZIA CERTA DEL SALARIO, NESSUNA CERTEZZA DI RIPRESA DEL LAVORO A BREVE.
SULLA PARTE MENO GARANTITA DEL MONDO DEL LAVORO PIÙ SFRUTTATA E PEGGIO PAGATA SI SCARICANO TUTTE LE CONTRADDIZIONI DI UN SISTEMA FONDATO SULLA PRECARIETÀ E SUI BASSI SALARI, SI ROVESCIA LA MISERIA DI UN SISTEMA DI SICUREZZA SOCIALE DA TERZO MONDO.
FAMIGLIE SENZA REDDITO, CHE NON POSSONO PAGARE BOLLETTE E AFFITTI DA RAPINA, DONNE CHE NON POSSONO PERMETTERSI DI FARE FIGLI PER NON PERDERE IL POSTO DI LAVORO QUESTA E' LA DURA REALTA' MATERIALE CON CUI SI DEVONO CONFRONTARE.
LAVORATORI E LAVORATRICI MIGRANTI A CUI DEVE ANDARE TUTTA LA NOSTRA SOLIDARIETÀ PIÙ FATTIVA DI DONNE E UOMINI CHE LOTTANO CONTRO RAZZISMO E SFRUTTAMENTO.
PARTECIPIAMO TUTTI AL PRESIDIO DI FRONTE ALLA PREFETTURA PER CHIEDERE CON FORZA LA RIASSUNZIONE DI TUTTI I LAVORATORI LICENZIATI DEL DEPOSITO DI LIMENA DELLA TNT, PERCHÉ ALLE LAVORATRICI DELLA COOPERATIVA CENTRO LAVORO SIA GARANTITA LA CERTEZZA DEL SALARIO FINO ALLA RIPRESA DEL LAVORO.
OVUNQUE NEL MONDO LIBERI E UGUALI !
LE LAVORATRICI E I LAVORATORI DEL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
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Lettere:
Roma: Vu cumprà nel mirino della polizia municipale
DOMENICA MATTINA A PORTA PORTESE: ALL'IMPROVVISO UNA RETATA DELLA POLIZIA MUNICIPALE: 4-5 AUTO, SBARCO DA TELEFILM DI VIGILI IN DIVISA E BORGHESE, TENTATIVI DI FUGA, SEQUESTRO DI MERCI.
NORMALE AMMINISTRAZIONE IN UNA CITTA' IN CERCA DI UN ORDINE NUOVO E POI ERANO COSE CHE, FORSE CON MENO PASSIONE SI FACEVANO PURE AI TEMPI DI VELTRONI.
MI SEMBRA LA TIPICA MANIFESTAZIONE DI UN POTERE FORTE COI DEBOLI E DEBOLE COI FORTI: PENSO ALLE CENTINAIA DI MIGLIAIA DI METRI CUBI ABUSIVI DI ROMA, ALL'EVASIONE DIFFUSA, AI RIFIUTI E SCARICHI TOSSICI OVUNQUE, A CERTI COMMERCIANTI CHE DICHIARANO MENO DELLE LORO BADANTI..
INTERESSATI DAI SEQUESTRI: UNA PICCOLA RAPPRESENTANZA DEI POVERI, DISEREDATI DELLA TERRA, QUELLI DA 20-30 EURO, MAGARI PURE 60 EURO A DOMENICA CHE VENDONO QUANTO DI PIU' RACCOGLITICCIO SI POSSA IMMAGINARE, PROVENIENTE DALLE CANTINE O DAI SECCHIONI DI UNA SOCIETA' OPULENTA CHE MENTRE SI SENTE POVERA GETTA VIA UN TERZO DEL CIBO E UN'INIMMAGINABILE QUANTITA' DI COSE: LIBRI, BICICLETTE, OGGETTI DI OGNI TIPO CHE I POVERI DOC RICICLANO.
I poveri veri non li vediamo più, forse non li abbiamo mai voluti vedere, ma ci sono e non sono in estinzione come i miei amici orsi (in fondo penso che anche gli animali siano come i poveri della terra, vivono di quel poco che riescono a rimediare, per questo piacevano a S. Francesco).
Perchè nessuno li vede? Ci si ferma a parlare, ad ascoltare le loro storie, a chiedere le loro ragioni? si scoprono storie interessanti, di gente che ne ha viste quanto mai un borghese nella sua vita, che ha una grande dignità e spesso una cultura molto superiore al cittadino medio e spesso arrogante di questa città.
Facce di poveri, scarne, gente malvestita, per lo più stranieri, qualche maghrebino.
Sequestro delle povere merci.
Niente disperazione, il povero è abituato e rassegnato.
Dopo a parlarci si scopre una scala di problemi: chi con la licenza da ambulante ma senza posto assegnato, chi arrabbiato coi rom che a forza di rubare e sporcare hanno montato i romani contro tutti e che almeno hanno qualcuno che si occupa di loro.
La solita guerra tra poveri.
Facciamoli sparire questi poveri: non ci vuole molto.
Senza stimoli vitali non durano, l'alcool aiuta.. anche se vanno nelle mense a mangiare.
La sinistra si interroga sui motivi della sconfitta e sul perchè pure i cantautori vanno con Silvio, S.egidio distribuisce i suoi panini notturni, il Papa parla di accoglienza e il Vaticano sfratta la gente..
E i poveri stanno lì ma invece di diminuire aumentano.. e nessuno dedica loro un pezzo di stampa, una canzone, una poesia, nemmeno quando affogano a decine nel mare di Sicilia!.
Perchè, mi chiedo, non inventarci una formula per dare dignità al piccolo, piccolissimo commercio?
Mettere banchetti di legno sul lungotevere come lungo la Senna, dando possibilità a chi non ha nulla e non può neanche morire sul lavoro perchè nessuno glielo darà mai il lavoro, di farsi il suo piccolo commercio legalizzato, pulito.
Levi raccontava che pure nel campo di Auschwitz sopravvivevano forme di commercio, di baratto per sentirsi vivi.
Perchè togliere la dignità a questa gente?
Perchè non creare forme di microcredito che vanno bene magari non solo in India o in Senegal?
Organizzare la raccolta di oggetti, metalli e altro che i rom fanno comunque come una volta facevano i cartari?
UN APPELLO AI CATTOLICI CHE HANNO MANDATO SU BERLUSCONI E I SUOI VALORI: TORNATE IN MEZZO ALLA GENTE, SPORCATEVI LE MANI, LASCIATE PERDERE STA MENATA DELLA SICUREZZA CHE TANTO VI PREOCCUPA, ANDATE A PARLARE CON UN SOMMERSO CHE FORSE DOPO HUGO ABBIAMO PENSATO FOSSE UN RICORDO DEL PASSATO. f.mantero@???
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SI AL LAVORO, MA PULITO E NON AL PREZZO DELLA VITA O DELLA SALUTE
IL 24.06.2008, HA TROVATO LA MORTE IVAN, UN GIOVANE OPERAIO, IL SECONDO, NEL CANTIERE DELLA RICONVERSIONE A CARBONE DELLA CENTRALE TORREVALDALIGA NORD - ENEL.
UN'ALTRA VITTIMA DELLE SPECULAZIONI IRRISPETTOSE DELLE PERSONE, DELLE COMUNITA'.
PER I SIGNORI DEL PROFITTO SI TRATTA SENZ'ALTRO DI MORTI ACCETTABILI, QUANTITATIVAMENTE PREVENTIVATE, SIN DALL'INIZIO.
MA PER NOI NON E' LO STESSO, QUESTO E' STATO SEMPRE CHIARO.
Verrà il momento delle valutazioni e delle riflessioni che questo gravissimo avvenimento ci costringe a fare.
Eventi di questo tipo impongono che si ascolti in silenzio quello che la vita ha da insegnarci.
Se parole devono essere spese, debbono dimostrare di essere utili per migliorare la nostra condizione.
In primo luogo, e sopra ogni altra cosa, esprimiamo tutto il nostro grande, profondo cordoglio, viva partecipazione al dolore della famiglia e dei cari di Ivan.
24 anni di vita, di mestiere operaio, uomo come noi, la vita stroncata come sappiamo.
In questo momento di raccoglimento, e rabbia, dobbiamo fare i conti con i pericoli che su tutti noi incombono.
Decenni di chiacchiere in favore della sicurezza sul lavoro, mentre nei cantieri l'unico valore è: il profitto dei padroni.
Da questo assunto loro non retrocedono, salvo riempirsi la bocca di falsità in occasione di simili eventi luttuosi.
Ma alla prova dei fatti, sembra che non faccia poi tanto scandalo la morte in cantiere, per i signori della speculazione: l'uomo, vivo o morto, è solo ridotto a un numero.
Un valore meramente quantitativo che entra in un bilancio, previsto sin dall'inizio.
Per noi questi numeri restano cifre di un pensiero inaccettabile, disumano, disumanizzante e.. da combattere.
Intanto, in noi, si fa strada una consapevolezza tanto amara da non poter essere digerita: daremmo qualsiasi cosa per poter sperare che altre morti legate a TVN siano evitabili.
Ma è una sperenza vana.
Sulla nostra testa pende un destino ineluttabile, che non è quello della morte naturale.
E' quello della morte, della sofferenza per le patologie legate all'inquinamento, riguardo al quale il nostro territorio non teme confronti.
Altre morti verranno entro pochi anni, grazie al carbone di TVN.
E' scienza, è statistica, di nuovo: numeri per descrivere le patologie e le morti che l'inquinamento da carbone ci regalerà. Tanto è vero che sulle carte sono già quantificate anche in termini di risarcimenti economici.
Tanto per rinfrescare la memoria a tutti, le stime di externe.info (EU) parlano di centinaia di milioni di euro per le spese mediche nei 25 anni di esercizio della centrale a carbone.
Del resto, come si motivano i milioni che Enel scucirà all'amministrazione Moscherini e alle altre?
Semplice: si pretende di aver comprato la nostra salute.
Come accade per tutte le lotterie, quella di morte di TVN non ci dice in anticipo chi sarà sorteggiato.
Ci dà invece la certezza che tanti e tanti di noi e dei nostri figli dovranno soffrire e morire per le conseguenze dell'inquinamento da carbone: tutti parteciperemo all'estrazione.
Queste morti resteranno dolore privato delle famiglie colpite, perché giornali e necrologi pubblici non parlano dei morti per l'inquinamento, delle stragi lente.
Porto, le vecchie centrali ad olio combustibile, TVS, Montalto di Castro, cementifici, etc: abbiamo già dato.
E invece, su tutto questo si va ad aggiungere il carbone, col suo carico insostenibile.
SE NON SAREMO TUTTI NOI A GRIDARE CHE VOGLIAMO SI LAVORO, MA PULITO E NON AL PREZZO DELLA VITA O DELLA SALUTE, RISCHIAMO DI CONOSCERE DA VICINO IL CORDOGLIO CHE OGGI COLPISCE TERRIBILMENTE I CARI DI IVAN.
LA CAUSA SEMBRA DIVERSA, MA IN REALTA' E' SEMPRE LA STESSA: IL PROFITTO DEI POTENTI.
IVAN SIAMO NOI.
SE CI UNIAMO PER FERMARE IL CARBONE POSSIAMO LASCIARCI ALLE SPALLE RISCHI TRAGICI CHE NON VOGLIAMO.
RICORDIAMO CHE LA NOSTRA VITA NON E' DI DESTRA, NE' DI SINISTRA O DI CENTRO: QUESTO DOLORE E QUESTE PREOCCUPAZIONI CI RIGUARDANO TUTTI. FComitato dei cittadini liberi - nocoke Alto Lazio
(da: pilar@??? )
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PARCHI ELOICI DEL CATANZARESE ALLA 'NDRANGHETA LAMETINA E VIBONESE.. CHIARAMENTE CON INTRECCI CON L'IMPRENDITORIA LOCALE.
VEDITI IL SERVIZIO SUL TG DI SKY24. www.skylife.it/videotg24single/70865 - (da: sccalabria@???)
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Lavoro dignitoso e non precario: LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA,
CHE PROPONGO A TUTTI (EVENTUALMENTE MODIFICARE, INTEGRARE..) DI FIRMARE E INVIARGLI ATTRAVERSO IL SITO: https://servizi.quirinale.it/webmail/
Articolo 36: il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sè e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
Leggendo la Costituzione oggi a 60 anni della sua elaborazione e promulgazione, sento che c'è una differenza enorme tra la mia generazione sotto i 40 anni e quella che allora lottava per la libertà e la dignità di tutti.
Oggi non mi sento un lavoratore dignitoso e ho vergogna del fatto che non sono stato capace di mantenere i diritti minimi, per cui mio padre si è battuto.
Noi lavoratori precari non abbiamo nessun diritto.
Mi creda non c'è nulla di peggiore per un uomo o una donna sentirsi senza diritti e solo tanti doveri.
Da precario non posso parlare nè sperare nella crescita umana, economica e professionale, anzi, si può solo retrocedere.
In anni di lavoro co.co.pro ho visto passare davanti a me i nuovi arrivati, accettare ogni sorta di condizioni economiche e di lavoro.
I sindacati non ci aiutano, anzi non sono presenti tra i precari.
La politica ci è ostile (la precarietà aumenta in nome della competitività del mercato e non si parla di stabilizzazione dei precari).
Lei Signor Presidente che fa? Da che parte sta?
Lei è imparziale e a lei che chiedo una mano, anche solo un gesto, un segno, un impegno.
Basterebbe anche solo minacciare i controlli in quelle aziende, mi creda sono tante, che usano i co.co. pro. o i detentori di false Partita Iva, in modo continuativo, come se fossero dipendenti, senza pensare di regolarizzarli nemmeno con uno straccio di contratto part-time.
La legge 30 di fatto copre il lavoro nero, ma non risolve il problema della mancanza di regolarizzazione contributiva e dei diritti minimi dei lavoratori.
Infatti noi precari non abbiamo diritto alle ferie, alla malattia e quel che è peggio, a parlare.
Possiamo essere messi da parte da un momento all'altro senza preavviso.
Signor presidente Napolitano, è forse vita questa? p_annicchiarico@???
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Delfino, PETITION: http://www.ipetitions.com/petition/turkeymassacre/index..html
I delfini sono come angeli, vengono usati per pet therapy con bambini handiccappati e hanno un legame fortissimo con loro
Beh, (gioco di parole con WELCOME - Benvenuti e HELL= inferno; INFERNVENUTI in Turchia) Hellcome to Turkey. Un paese dove persino un delfino viene torturato - e tortura è un eufemismo per cio che è capitato a questo povero delfino nel paese vacanziero di Datca
Il corpo morto è affiorato, la bocca piena di sangue, alla coda sassi pesanti per accertarsi che il corpo non riuscisse a risalire, la pancia squarciata con un oggetto tagliente (non si sa a quale livello di sadismo siano arrivati, Dio solo sa cosa hanno usato) Se il vostro stomaco sopporta la tortura di un angelo guardate le foto.
Firmate la petizione in ogni caso.
Sotto il link per la notizia, sotto ancora il link per la petizione online
http://turkeymassacre.wordpress.com/2008/06/16/torturing-a-dolphin/
PETITION: http://www.ipetitions.com/petition/turkeymassacre/index.html
mailto:petizioni@gmail.com
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Salve di Cuore,
al via il nuovo "Giro" estivo dei CONTRADA CAIPIROSKA.
Le novità di quest'anno sono l'omaggio a Matteo Salvatore con 10 brani rivisitati tra cui "Cuncettìna" e "Taragnòle" sul lavoro minorile, e le nuove canzoni, concepite nel corso dell'anno, tra cui "Part Time" sulla vita precaria e "Anime al vento" sull'emigrazione. La band foggiana continua a creare quel crocevia (contrada) dove convergono l'amore per la tradizione dialettale (oltre a Salvatore, tarantelle rivisitate e tammurriate), i testi (il cantautore Matteo Marolla vince il premio "Cant'autori" nel 2001) tesi a osservare le problematiche contemporanee, il rock in tutte le sue sfaccettature e il pop in tutta la sua spensieratezza. Rinnovato nella formazione il gruppo sperimenterà il "Camper Mini-Tour", un nuovo modo di concepire la musica dal vivo grazie ad un camper, alimentato ad energia solare, che li accompagnerà per alcune date ancora da definire.
Il titolo del "Giro" è "Stèmm' Scàrs' Tour 2008" (Eravamo Scarsi/pochi) preso da un espressione contadina riferita all'arrivo di nuove persone all'interno di una compagnia, usato per rimarcare il bisogno di aggregazione che in questi tempi manca.
Al momento il calendario è in fase di preparazione.
Ai link sottostanti (soprattutto il My Space più aggiornato) si possono prendere tutte le informazioni possibili per seguire le attività del gruppo. Mentre se siete interessati a farli suonare nella vostra zona basta contattare ai seguenti numeri: 3487994586 - 3470763080.
Pace & Rispetto
Contrada Caipiroska
www.contradacaipiroska.it www.myspace.com/contradacaipiroska
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In edicola:
Questo nome vi dice già qual è il senso vero del progetto: farsi portavoce di quell'Italia auto-organizzata che combatte in prima linea per un Paese più giusto e non lo fa chiusa nei privilegi dei Palazzi, ma in mezzo alla gente. Siete voi, siamo noi. Molte inchieste della Voce sono nate proprio dal lavoro di gruppi organizzati che hanno raccolto materiali, documenti, testimonianze ed hanno poi trovato nella nostra Voce lo strumento per diffondere - anche presso le istituzioni - quei fatti che altrimenti sarebbero passati sotto silenzio.
La Voce delle Voci in edicola nelle principali città italiane.
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