[Forumlucca] [GETTARE IL MIO CORPO NELLA LOTTA 1 4 9 ]

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Author: gia nni
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To: forumlucca@inventati.org
Subject: [Forumlucca] [GETTARE IL MIO CORPO NELLA LOTTA 1 4 9 ]




     1 4 9


* Pasolini: gli occhi   [ /Dino Pedriali 
/]                                                  29 maggio ** 2008
****             **Perciò io vorrei soltanto vivere*
             *pur essendo poeta
             **perchè la vita si esprime * *anche solo con se stessa.
             **Vorrei esprimermi con gli esempi.*
             *Gettare il mio corpo nella lotta/./*
                                                 *Pier Paolo Pasolini* **
**
**
**
*  inventare...tramare...concatenare...   **                  *
*                                                                                                                                
giornale per e.mail a cura di* g*ianni quilici **[ 
**gianniq@???* <mailto:gianniq@protocol.it>* ]*
** 
*collaborano:* 
*                       ...  aldo zanchetta, anna, betty bastai, dante 
albanesi, diego simini, *
*emilio michelotti, franco dinucci, loredana, marisa cecchetti,
maurizio della nave,  **nadia davini, nicola cuciniello, peppe de 
angelis, raffaella,
renzia d'incà, ** tommaso panigada, ** umberto franchi, valeria giglioli 
...   **
*




**
**
****Email spedite: n. 1 0 1 8

Sono tempi in cui forse
si riduce la comunicazione,
in cui si hanno meno parole
da scrivere o da trasmettere...

andare contro la corrente
essere contro il conformismo dei tempi
inventare,  tramare, concatenare...
**
*Per me è insensato il mondo in cui viviamo
e mi pare sorprendente
che ci si rassegni ad esso
                                                      Rossana Rossanda**
da "La perdita" Bollati Boringhieri editore
***
****
**
**
C'è la violenza che nasce dalla paura,
o dal bisogno di un'identità che altri ti danno,
c'è la violenza del calcolo politico
ed è una violenza che uccide, ferisce, impaurisce,
una violenza di stampo fascista e squadrista,
razzista e omofobica


Il pestaggio squadristico al Pigneto,
l'assassinio allucinante di Verona,
il rogo di Ponticelli,
la morte di Hasan Nejl, abbandonato e ignorato nel centro chiamato di
«accoglienza»,
l'aggressione a Christian Floris di Radio DeeGay,
il raid fascista all'Università di Roma a suon di spranghe e di croce
celtiche
non solo sono atti politici,
ma lo sono in modo diretto
richiamano le responsibilità di forze politiche del governo
che hanno fatto della violenza contro i diversi
il segno forte della loro identità.

Se queste forze però hanno vinto in modo chiaro le elezioni
è perché da decenni ormai
si è subita la cultura dell'avversario.
Da un lato non si sono contrastati i fenomeni della globalizzazione
( lavoro precario, isolamento dell'individuo e delle periferie,
frammentazione sociale, concentrazione dell'informazione e dello
spettacolo, consumismo esasperato);
dall'altro si è permesso senza combattere che un presidente del consiglio
governasse con accuse infamanti, mantenendo poteri enormi in conflitto
tra loro
e si è permesso che lo stesso si lanciasse in campagne forsennate e
propagandiste
e apparentemente passatiste
contro comunismo e sinistra
in una parola contro un passato "glorioso" fatto di sangue, di
privazioni, di lotte, di liberazioni
(resistenza, liberazione, costituzione, diritti sociali e civili ecc, ecc)

E' ora è ora
(in questo vuoto politico
in cui la sinistra dov'è?)
che non bisogna arrendersi
bisogna capire,
come scrive Valeria più sotto,
guardarsi attorno nel piccolo
comenel grande
Non ci potrà essere riscossa
se non andando alle radici delle cose...
Ma quali sono queste radici?
E quali risposte sarebbero necessarie?

Sento l'esigenza di momenti in cui discuterne

E credo che bisognerebbe partire da quella fase
in cui è caduto il muro di berlino,
c'è stata la svolta della bolognina,
la nascita di rifondazione,
gli stati uniti sono divenuti unici gendarmi del pianeta,
  e la globalizzazione si è estesa...
Analisi impegnative,
che richiedono esperienza e cultura.
Ma necessarie.
Oggi ci vuole un'identità forte,
perché bisogna non solo parlare e convincere,
ma anche alzare la voce per convincere.
                                           gia nni


L a    P o e s i a  ******
**** ****


La gatta nera
(quando rabbia e paura si unirono)

Seppure sbiadito dal tempo
ancora superbo cattura lo sguardo
quel nero maliardo del pelo
ove gialle pupille risplendo ancora
lanciando quei guizzi
di sguardo inquietante

Tu la gatta ribelle
che mordi la mano
di chi cerca di accarezzare
Che nessuno ti deve toccare!
Che nessuno ci deve provare!

Il ricordo è lontano e sublime
della volta che hai acconsentito
come un lampo ti passa negli occhi
e il dolore ti strappa la pelle
come i morsi dei gatti in amore

Ora quieta, in un angolo, fuori
e lontana oramai dalle cose
stai leccando il tuo pelo ingiallito
per ridagli splendore
o lenire il dolore?

E lo sguardo che ancora lampeggia,
spaventato rabbioso
a guardare d'intorno
improvviso commuove una mano;
si avvicina, indecisa, per poterti sfiorare

E tu gatta ribelle
al dolore e all'amore
immediata la mordi la mano
Che nessuno mi deve toccare!
Che nessuno ci deve provare!
                         Loredana


*Alcuni interventi
su questa fase che stiamo vivendo:
ragionare con la nostra testa (valeria)
la realtà è più complessa di ciò che ci si immagina (umberto)
la necessità dell'utopia (pietro)
*


*discutendo           discutendo
A chi si interroga sul da fare
*A chi si interroga sul da fare dopo i risultati elettorali
 vorrei rispondere con le parole di un partigiano, il Comandante Diavolo:
"riflettete, ragionate con la vostra testa e continuate nella vostra lotta".
è una ricetta di emergenza, almeno per me.
Però mi ha permesso non perdere la bussola, dopo lo sconquasso che il 
trionfo del centrodestra
 (non mi aspettavo che vincesse il Pd,
 ma non mi aspettavo neppure che la Sinistra Arcobaleno non entrasse in 
parlamento
e che il Pdl portasse a casa un bottino dele genere.
 E mi sgomenta!) mi ha scatenato in testa.
Poi ci sarà da capire come tornare a parlare con le persone.
 E sarà un lavoro lungo. Quindi bisogna cominciare presto.*
                                     *Valeria Giglioli*
*


/*
*/

*Ero così gioiosa e così folle
della mia  voglia d'essere cantore
che mi rapì codesto si  bemolle.*
                                                   *Alda Merini *


/**/*Vorrei rispondere a Stefano Bocci
raccontando una mia esperienza fatta negli anni '80
*

*
*

Nell'ultimo numero 148 di "Gettare", Stefano Bocci ha fatto una
interessante riflessione sulla sinistra e la situazione del nostro Paese,
nella quale mi ha colpito soprattutto una sua affermazione. Quella che
dice:
- la sinistra ha smesso di essere in contatto con la massa dagli anni 80...
si è fatta fregare dal giudizio sulla lotta armata
ed ha accettato che la società prendesse la deriva consumistica ed
individualista.;
- che nonostante tutto gli apparati sono rimasti in piedi ,
con particolare riferimento ai sindacati che lottano per i lavoratori
sapendo di non potere cambiare le cose.


- Bocci fa anche altre considerazioni sui partiti che si spacciano di
sinistra senza sapere e volere affrontare problemi...
su l'alternativa al berlusconismo che sarebbe dovuta essere critica e
vicino alla massa per renderla partecipe di un dibattito,
ma che il dibattito non c'è mai stato ed invece vi è stato un
progressivo decadimento dei diritti ed imbarbarimento.

Ora , per ragioni di spazio e di tempo , voglio solo rispondere alle
questioni della qualità dello sviluppo
ed alle possibilità reali di intervento nel suo meccanismo,
citando una mia precisa esperienza di sindacalista.

La riflessione parte da una mia esperienza fatta negli anni 80,
quando in qualità di Segretario Regionale dei Chimici della CGIL
seguivo le vicende dell'azienda FARMOPLANT (Gruppo Montedison) collocata
a Massa.

L'azienda, che occupava oltre 400 dipendenti,
a partire dall'85, aveva avuto una serie di incidenti, con rischi per
il territorio.
Inizialmente, come sindacato e lavoratori, facemmo una lotta per
cercare di rendere lo stabilimento più sicuro.
Ci furono 8 miliardi di investimenti ed a seguito di ciò l'azienda uscì
da quelle considerate ad alto rischio
in base ad una legge (la n. 175).
Ma ciò non bastava.

Si costituì un "Comitato di Lotta" composto da molti ambientalisti, la
popolazione locale
che chiedevano la chiusura dello stabilimento.
Fu piantata una tenda davanti lo stabilimento ed un presidio continuo.
A seguito di ciò , l'Amministrazione Comunale di Massa promosse un
referendum con due quesiti:
uno chiedeva la chiusura totale dello stabilimento,
l'altro chiedeva la riconversione sia delle produzioni (pesticidi) che
degli impianti.

Naturalmente come sindacato unitamente ai lavoratori ci schierammo per
il secondo quesito,
per far fare alla Montedison investimenti per la riconversione.

Nel referendum svolto il 25 ottobre del 1987, il 70% dei votanti si
schierò per la chiusura dello stabilimento.
A seguito di ciò il Comune tolse alla Montedison le licenze per
continuare a produrre,
l'azienda fece ricorso al TAR ed il TAR dette ragione all'azienda che
continuò a produrre.

Nel mese di novembre 87, il PCI, che allora contava...
fece un Convegno all'interno dello stabilimento allargato agli
ambientalisti, istituzioni, sindacato, lavoratori.
In quel Convegno feci un intervento in polemica con Renata Ingrao
(ambientalista)
la quale sosteneva che la riconversione era una "chimera".

Io sostenevo che non dovevamo permettere alla Montedison , la quale nel
corso degli anni, aveva sicuramente creato degrado nel territorio,
di chiudere ed andarsene, libera di fare la medesima produzione (Rogor)
in altri suoi stabilimenti in Italia o nel Mondo,
o di aprire le medesime attività dove c'è più fame di lavoro e debolezza
sindacale,
continuando ad inquinare come prima e a danneggiare altre popolazioni.
Per cui dovevamo costituire un'azione comune (lavoratori, popolazione,
ambientalisti, partiti Istituzioni),
fare un fronte unico per obbligare la Montendison ad effettuare
investimenti intensi riconvertendo completamente le attività.

Come sindacato, aprimmo una dura battaglia
che si concluse con la sottoscrizione di un importante accordo nel mese
di marzo 88, dopo molti scioperi.

Nell'accordo stava scritto:
a partire dal mese di ottobre del 1988 dovevano essere abbandonate tutte
le produzioni (pesticidi) a rischio inquinamento;
venivano smantellati tutti i macchinari e bonificata tutta l'area;
venivano effettuati 300 miliardi di lire per costruire un nuovo
stabilimento,
con macchinario nuovo ed adatto alla fabbricazione di prodotti
biotecnologici per l'agricoltura.

Finalmente potevamo festeggiare
perché eravamo riusciti con la lotta ad obbligare una multinazionale a
riconvertire le produzioni
in modo sicuro e compatibile con l'ambiente.

Gli ambientalisti, non mollarono,
anzi continuavano a sostenere che anche le produzioni biotecnologiche,
sarebbero stati "mostriciattoli" contro la natura.
Quindi continuarono con il presidio per fare andare via la Montedison da
Massa.

Una domenica mattina del mese di luglio del 1988,
mi telefonò un delegato aziendale per dirmi di andare subito in Farmoplant
perché c'èra stato un grave incidente.

Nella mattinata c'èra stato uno scoppio con l'espansione d una grande
nube tossica nell'aria della città
e non ci furono morti soltanto perché era domenica e gli operai non
lavoravano.

Andai subito in azienda... fui "assalito dalla popolazione ed insultato"
....per evidenti motivi...
(avevo sostenuto la presenza della Farmoplant che avrebbe dovuto essere
riconvertita a partire dal successivo ottobre)
ma ci fu lo scoppio prima, a luglio.

Due giorni dopo l'incidente, in accordo con Cofferati, che allora era
segretario Nazionale del Chimici CGIL,
consapevole che con la popolazione non si teneva più la possibilità di
tenere aperto lo stabilimento,
feci l'assemblea con le lacrime agli occhi, mettendo a votazione una
proposta di chiusura immediata dello stabilimento
e la messa in CIGS e mobilità dei lavoratori .
La proposta passò a grande maggioranza e la fabbrica fu chiusa.

Dopo due anni, nell'indagine svolta dai tecnici della ASL e dallo stesso
Consiglio di Fabbrica,
emergeva che l'incidente fu creato ad arte.
Il sospetto, mai provato, ricadeva sulla stessa Direzione aziendale che
anziché investire 300 miliardi preferiva chiudere.

Conclusioni a 20 anni di distanza:
la Montedison ha risparmiato 300 miliardi,
continua a produrre i pesticidi che faceva alla Farmoplant nello
stabilimento di Ferrara e in Messico,
in condizioni peggiori di quelli esistenti a Massa,
gli ex 400 lavoratori dopo 7 anni tra cassa integrazione e mobilità , si
sono dovuti "arrangiare".

Quindi quando Bocci afferma che i sindacati lottano per i lavoratori
sapendo che non avranno mai modo di cambiare lo stato delle cose...
va aggiunto che se è vero, a volte ciò non dipende dalle lotte inadeguate,
ne tanto meno da un destino "cinico e baro"
ma dal fatto che le contraddizioni sono anche nelle espressioni del popolo
e di chi magari pensa di essere di sinistra in modo più radicale di altri,
finendo per fare lo stesso gioco di chi ha il potere economico.


Umberto Franchi

*INCONTRO
Senza più alba più tramonto
alla stazione ritrovarsi
vivere il giorno pieno
piluccando una dopo l'altra
il viavai delle speranze
nostre che saranno
Daniela Marcheschi
*

*DIalogo ( forse un pò retorico )
con un'amica cattolica*
* *
Lei
" Leggi il " Manifesto " . Un quotidiano comunista , con tutte le
nefandezze de comunismo "
Io
" Per la verità l'utopia comunista prefigurava una comunità di uomini
liberi che sapessero autogovernarsi , una società senza classi e senza
stato "
Lei
" Parole , parole ,parole " canticchiando
Io
" Comunque l'utopia muove il cervello e le gambe , oggi siamo dei vivi
già morti "
Lei
" Degli specie di zombi , tu bestemmi "
Io
" Mah ? "
Lei
" Vado in chiesa a pregare "
Io
" Mah ? "
Lei
" Più che utopisti , un pò confusi , anzi molto confusi "
Io
" Mah ? "

[Pietro Pieruccini]
*Non si nasce
un volta sola.
           Lea Melandri*


 * *
*Schizzi
                                         gia nni
*
Camminando
cammino con l'ombra
cammino pensando
cammino cercando
cercando pensieri
pensieri mai visti
  che aprano spazi-parole-intenzioni
cammino cammino
pensieri veloci
che volano via
che cosa rimane?
non rimane che un tempo
Apatia
Con lei che mi disturba
nel suo esserci soltanto
io che fermo alla luce
 del tramonto  più carezzevole
di fronte a un semaforo rosso
d'un passaggio a livello...
cosa posso inventare
per uscire dal guscio
di questa apatia
contingente?
Viaggi
Mi metto a  r a m m e n t a r e
i viaggi che svaniti
quasi nel ricordo
riaffiorano
 un poco per volta
  leggendo ora
quanto scrissi
allora
Sono immagini mitiche
vere e false
che mi porto confuse nel corpo
fino a quando?
Lungomare
Guardo e descrivo
ciò che vedo:
la strada stretta lungomare
e file d'auto, semafori e ancora file
con case, rotonde, semafori e ancora case
e tutto sembra uguale
anche il colore
chiaro o scuro
è grigio.
Soltanto gli occhi
  ancora ricercano
immagini a cui attaccarsi
perché il mondo è sempre
più grande
dell'io che vede
Dolcedo
Dal ponte di Ripalta
coi sassi tagliati a guisa di coltello
un ponte che ha l'anima del tempo senza tempo
tra canneti ingialliti e il gorgoglio del rìo
si staglia svettando
contro la collina cupa
il campanile chiaro
sopra la chiesa e case e case
a formare un paese compatto d'altri tempi
a scolpire per me soltanto
una serata ligure
che muore
a poco a poco  




    Per il lunedì mattina


*a cura di Fabio Neri
*

*Uno scrittore professionista è un dilettante che non ha mollato.*
*                                                                                                              
Richard Bach*
*// *
*L'amore che economizza non è mai vero amore.


Honorè de Balzac*
* *
*Non faccio per vantarmi ma oggi è una bellissima giornata.*
*                                                                                     
Giuseppe Gioacchino Belli*
* *
 /
/.*..sembra scritto oggi! */*


E invece lo ha scritto Alexis De Tocqueville nel 1840 in De la 
démocratie en Amérique.
  (Per saperne di piu', si puo' andare a 
http://it.wikipedia.org/wiki/Alexis_de_Tocqueville)...*/
*/
/*
*/
/*
*"[...] Può tuttavia accadere che un gusto eccessivo per i beni 
materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che 
si presenti loro. In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi 
è un passaggio assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere 
materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell'abitudine 
alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare 
e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare. 
Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto 
legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In 
casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di 
cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri. [...] Se un 
individuo abile e ambizioso riesce a impadronirsi del potere in un 
simile momento critico, troverà la strada  aperta a qualsivoglia 
sopruso. Basterà che si preoccupi per un po' di curare gli interessi 
materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto. Che garantisca 
l'ordine anzitutto! Una nazione che chieda al suo governo il solo 
mantenimento dell'ordine è già schiava in fondo al cuore, schiava del 
suo benessere e da un momento all'altro può presentarsi l'uomo destinato 
ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo 
dei propri affari privati i più piccoli partiti possono impadronirsi del 
potere. Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle 
moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una 
folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all'universale 
immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e 
tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare 
a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli 
possa cadere un grande popolo".*
*/                                                                                                                                                                                                                                                        
(Maurizio)...


/ultima riflessione...
*La razionalità deve riconoscere l'importanza dell'affetto,
dell'amore,
del  pentimento.
La vera razionalità conosce i limiti della logica,
del determinismo,
del meccanicismo;
sa che la mente umana
non potrebbe essere onnisciente,
che la realtà comporta mistero.
Negozia con l'irrazionalato,
con  l'oscuro,
con l'irrazionabile.
Non solo è critica,
ma è autocritica.
Si riconosce la vera razionalità
dalla capacità di riconoscere
le sue insufficienze.*
                             *Edgar Morin *
*
/
/


*
**
*

* *

* *
*/ /**Invio **/Queste email le ho inviate anche a chi conosco poco o 
pochissimo,/*
*/o a chi magari non mi conosce o che solo casualmente/*
*/       è entrato nella (mia) posta  
ettronica.                                                                                                                   
/*
*/Chi per qualsiasi ragione non vuole ricevere questi messaggi/*
*/me lo faccia,  e scusatemi, sapere:     gianniq@??? 
<mailto:gianniq@protocol.it>  /*


*/Chi invece si sente partecipe, anche quando dissente,/**/ aggiunga,
proponga, faccia le sue critiche, e magari faccia circolare ..../*

*/                                                          Chi vuole 
essere inserito 
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