Repubblica genova
"Sia fatta la nostra volontà" E sfila in pace il popolo laico
Bambini, mamme e cani in difesa della 194
Polemiche contro la sinistra: "O è inquisita, o è morta o non entra in Parlamento"
MICHELA BOMPANI
«Questo corteo non è di sinistra: è il primo nella storia di Genova»: sfila in via Cantore con gli altri millecinquecento, Matteo Jade, del centro sociale Zapata, promotore del "Pride laico" con un vasto cartello di associazioni, gruppi studenteschi e altri centri sociali. Sono partiti da piazza Montano a Sampierdarena alle quattro e mezza: arriveranno due ore dopo in piazza Caricamento, senza alcun intoppo, a parte una pioggia battente per metà del percorso e l´inevitabile ingorgone di macchine intorno.
"Sia fatta la nostra volontà. Libertà, diritti, laicità" scandisce lo striscione d´apertura, proprio dietro al furgone con la grande cagnetta "Laika" di cartapesta sul tetto, che tra le zampe trattiene un fantoccio-cardinale. Jade si toglie la pioggia dagli occhi: «Questo corteo non è di sinistra, perché la sinistra è morta – prosegue senza voltarsi indietro – noi, d´ora in poi, saremo quello che faremo. La sinistra o è inquisita, o è assente, o ci manda a Busalla e non è più in grado neppure di entrare in Parlamento. Qui, oggi, comincia un nuovo cammino».
Ci sono i bambini, i cani, il topo albino Squizzy, Maria e Teresa che «marciavamo per le stesse cose quarant´anni fa», e la giovane famiglia di Marco e Silvia, con la piccola Susanna e Martina, adolescente, che fila più avanti e guai a far vedere che si conoscono. «Protestiamo contro gli attacchi continui alla 194, ai diritti delle donne, siamo qui per gridare che esiste un´altra Genova, non vogliamo una morale religiosa imposta dallo Stato», urlano dal microfono del furgone. "Genova – Verona un´unica piazza contro i fascisti di ieri e di oggi", il corteo si gemella con il contemporaneo sfilare di Verona. Eugenio dorme, beato dei suoi cinque mesi e mezzo, tanto c´è mamma che spinge la carrozzina. Ci sono le magliette "libere di scegliere", gli ombrelli arcobaleno con la scritta "Felicemente gay" (trovata furbissima quando comincia a venir giù la pioggia fitta). Gli striscioni "più staminali meno cardinali", e William sette anni e la pelle scura che palleggia con un´arancia, in testa al corteo.
C´è il leader di Sinistra Critica, Franco Turigliatto «laicità e ancora laicità. Siamo qui contro le ingerenze di ogni tipo della Chiesa, contro gli attacchi inaccettabili nei confronti delle donne». Ci sono le "donne di Genova contro la violenza", c´è Giuliano Giuliani il papà di Carlo che, imboccata via Cantore, corre su e giù per il corteo, spiega di allargarsi così sembriamo di più. I ragazzi dell´"Unione degli studenti", liceali, sono gli unici che scandiscono slogan e cantano insieme "Fischia il vento" e Matteo, 17 anni, spiega: «Antifascismo e laicità, vogliamo un Paese fondato su questi valori», e prosegue reggendo lo striscione "8 x mille alla scuola pubblica". Lo striscione arcobaleno "Network giovani" e la borsa fucsia di una signora con la scritta nera "Vaticano quanto ci costi", c´è l´assessore comunale alle Politiche abitative Bruno Pastorino con i riccioli canuti e il maglione di cotone arcobaleno sulle spalle, il "pasionario" di Legambiente Andrea Agostini. A metà di via Cantore, spuntano le bombolette: sulla porta delle Madri franzoniane scrivono "Né Dio né Stato". Tutto il percorso è tappezzato dei manifesti del "Pride laico" con Ratzinger a cavallo di una bomba. L´altra carreggiata è un immobile serpentone di auto: finestrini giù e posto in prima fila, gli striscioni si girano verso il pubblico suo malgrado "Meno Gesù e più Maria". Dallo svincolo dell´autostrada svolta un pullman di giapponesi: telecamere e flash si scatenano dai finestrini, anche questa è Genova. Il musicista Bob Callero si è confezionato una maglietta per l´occasione: le foto affiancate del cardinale Bagnasco e del segretario di Stato Bertone, come didascalia una bestemmia. «Non sono sanzionabile. Cosa dire d´altro di un Papa che ha le scarpe di Gucci e il camauro di ermellino?». Le bandiere gialle e blu dell´Uaar, tutti sbattezzati, quelle viola dell´Arcilesbica, quelle rosse di Rifondazione (due) e lostriscione "w il relativismo sessuale" del collettivo femminista donne senza confini. In via Gramsci si affaccia tutto il mondo dalle finestre: genovesi nati lontano che fissano il corteo con l´obiettivo del telefonino. Si arriva a Caricamento, Raffaele Rubattino di bronzo è rivolto verso il corteo, spuntano tre giovanissimi da dietro un pilone della sopraelevata, reggono emozionati il loro candido striscione "Più alberi meno preti".
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Carlo
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