[Incontrotempo] bloccato l'ennesimo sfratto a Palermo

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Author: CSOA ExKarcere
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To: incontrotempo
Subject: [Incontrotempo] bloccato l'ennesimo sfratto a Palermo
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BLOCCATO UNO SFRATTO A PALERMO

|palermo 13.2| L’ennesimo sfratto è stato bloccato dal Comitato
Autorganizzato Senza Casa che ormai da diversi mesi porta avanti una
campagna contro gli sfratti e organizza blocchi degli stessi.
Ieri mattina decine di famiglie di senza casa sono riuscite a bloccare uno
sfratto esecutivo posticipandolo di circa due mesi. E’ chiaro comunque che
questa non è una soluzione definitiva perche ‘ i palazzinari e i
proprietari di casa che vorranno ristrutturare gli appartamenti per poi
affittarli a prezzi altissimi, saranno determinati ad entrare presto in
possesso degli alloggi con quintali di Polizia al seguito; proprio per
questo il Comitato Autorganizzato dei senza casa lavora costantemente ad
un monitoraggio di tutti gli alloggi sfitti in città da poter occupare
dando una soluzione al problema casa e saltando la mediazione con quelle
istituzioni che sono le principali responsabili di questa situazione e di
tante altre emergenze sociali a Palermo e nel resto del Meridione.

>>scarica/ascolta a lato l’audio con Michele del Comitato Autorganizzato

Senza Casa

di seguito il documento del Comitato sull’emergenza abitativa a Palermo

Note sull’ Emergenza Casa a Palermo
L’emergenza casa è ormai endemica nella città di Palermo come in tutta
Italia.
Sono più di 60 mila le famiglie che attendono di avere una casa popolare
in tutta la Sicilia e oltre la metà sono concentrate nelle 3 grandi città,
Palermo,Messina e Catania.
Nonostante l’emergenza abitativa cresca di anno in anno, pochi sono gli
interventi delle istituzioni in questo ambito: risale al ’98 l’ultimo
grande piano di edilizia residenziale messo in piedi dalla Regione salvo
stanziare 10 milioni di euro lo scorso anno per realizzare alloggi dove
non servono, cioè nei piccoli comuni dell’entroterra siciliano (1700 sono
gli alloggi sfitti nella provincia di Trapani, 436 nella provincia di
Catania e così via)
Da una ricerca sul fabbisogno abitativo, condotta dall'Università di
Palermo, risulta che da qui al 2011 occorrerebbero 18.000 alloggi, cioè
bisognerebbe disporre di 3.000 alloggi l’anno.Lagiunta comunale non ha
nessun programma per fare fronte a questo fabbisogno.
”Gli abusivi” come vengono classificati dalle istituzioni, cioè gli
occupanti di case popolari assegnate ad altri, sono 3.500.
Dal 2005 al 2008 dovrebbero essere pronti 680 alloggi con interventi di
edilizia sovvenzionata.
Nel centro storico, in gran parte ancora con le rovine della guerra, si
concentra un patrimonio edilizio di 10.000 alloggi, molti dei quali
degradati, fatiscenti e disabitati. Il Comune in tre anni ha realizzato
solo 69 alloggi ERP (Edilizia residenziale pubblica).
A Palermo la risposta dell’amministrazione comunale nonostante esistano ,
liste d’attesa infinite per l’assegnazione di una casa, 10 mila famiglie
in graduatoria più altre 2 mila che nemmeno fanno domanda, è la vendita
del patrimonio
pubblico a privati e l’espulsione dei proletari dal centro storico.
L’assetto della città cambia in base alle regole del mercato edilizio e,
nonostante gli innumerevoli tentativi di contrattazione e di dialogo che,
nel tempo, abbiamo cercato di instaurare con l’amministrazione comunale,
questa si è sempre dimostrata sorda di fronte alla rivendicazione di un
diritto fondamentale. In questo contesto infatti 7 anni fa è nata a
Palermo la prima esperienza di lotta per il diritto alla casa.
L’occupazione, andata avanti per un mese, della cattedrale di Palermo e di
altri luoghi simbolo della speculazione edilizia e della malsana gestione
dell’emergenza casa, manifestazioni cittadine, presidi e blocchi
stradali,tavoli di trattative e liste di emergenza sono stati il mezzo per
fare pressione sull’amministrazione comunale perché trovasse una soluzione
all’emergenza. Anche l’utilizzo dei beni confiscati alla mafia come
soluzione provvisoria nell’attesa di assegnazioni definitive è stata una
conquista dei movimenti di lotta che, negli anni , hanno ottenuto dei
risultati concreti.
Con il passare del tempo, però, le pratiche della contrattazione e della
richiesta si sono rivelate fallimentari. La controparte, l’amministrazione
comunale, si è rivelata sempre più trincerata dietro la sua posizione di
potere, negando ogni possibilità di dialogo , ostentando i rapporti di
forza con minacce di repressione. L’amministrazione comunale dimostra la
sua non volontà di affrontare in modo concreto l’emergenza abitativa in
svariati modi: quando fa promesse per reprimere la lotta; quando concede
le briciole svilendo la dignità di chi rivendica un diritto e facendo leva
sui bisogni; quando, soprattutto, nega l’esistenza di beni di proprietà
del comune da adibire ad abitazione.
In questo
contesto nessuna contrattazione è possibile . Le case ci sono e ce le
prendiamo.
Da ciò nasce l’esigenza di abbandonare alcune pratiche per intraprenderne
altre che siano più radicali e concrete. Riappropriarsi degli spazi e
garantire a se e ai propri figli il diritto alla casa significa ribaltare
i rapporti di forza e sfuggire al ricatto di chi crede di poter speculare
sui bisogni dei proletari. La lotta per la casa è uno dei terreni di
intervento e pratica politica che a Palermo ha contribuito in questi anni
maggiormente a tenere vivo il livello del conflitto sociale. Innanzi tutto
bisogna ribadire che la lotta per la casa deve necessariamente inserirsi,
almeno in prospettiva, in un percorso più ampio mirato alla
riappropriazione del reddito al di fuori e oltre il lavoro essendo
l’emergenza abitativa un elemento cardine della contraddizione
capitale-lavoro. Il bisogno casa dunque non può in alcun modo essere
scisso da altri percorsi che corrono su binari vicini. Anzi se la lotta
per la casa ha un valore aggiunto è proprio perché rappresenta un percorso
potenzialmente unificante per proletari/e che vivono situazioni
differenti. In questa fase, il problema casa va ad investire fasce di
persone altrimenti non abituate a percepirsi come sfruttati/e, e quindi
tradizionalmente poco interessate a forme conflittuali di lotta.
In una città in cui il mercato immobiliare è completamente in mano agli
speculatori, fasce sempre più ampie della popolazione sono escluse dalla
possibilità di acquistare o affittare un appartamento in città. Sempre più
persone sono allontanate dal tessuto urbano verso le nuove periferie
situate nell'hinterland provinciale. Chi , in qualche modo, si rifiuta di
abbandonare la città, sempre più frequentemente opera scelte come la
coabitazione o si sobbarca il peso di un affitto o di un mutuo
pari o quasi al proprio reddito mensile.
Una lotta basata sulla riappropriazione pura e semplice, appare ben più
realistica di alcune piattaforme rivendicative volte al riconoscimento
istituzionale del "diritto alla casa" e alla mediazione con le
istituzioni.
Su un livello più generale, riteniamo limitante un piano di intervento
meramente rivendicativo in quanto rischia di presupporre di fatto le
istituzioni come tramite per il soddisfacimento dei bisogni di classe. E’
ancora centrale che i percorsi di lotta debbano essere autonomi e
contrapposti alle istituzioni che esistono in quanto enti gestori degli
interessi di padroni e speculatori.
Ad un anno e mezzo circa di distanza dalle ultime elezioni politiche, il
governo Prodi non ha mostrato nessun segno di discontinuità con i
precedenti governi sul tema delle politiche abitative.
Poco o niente è stato fatto per affrontare una situazione che diviene di
giorno in giorno sempre più disastrosa ed esplosiva; una vera e propria
emergenza sociale senza freni e paracadute.
Sempre più persone non ce la fanno più a pagare affitti impossibili,
diventano insolventi di fronte a mutui a 25 o 30 anni che rappresentano
delle vere e proprie ipoteche sulla vita; sempre più persone sono
costrette a subire la violenza di uno sfratto (oltre il danno la beffa), a
vivere in situazioni di coabitazione forzata o nelle nuove baraccopoli del
2000; sempre più persone non ce la fanno più ad arrivare alla fine del
mese strette nella morsa del caro vita e della precarietà.


COMITATO AUTORGANIZZATO SENZA CASA
PALERMO
Sportello ogni Mercoledi’ dalle 11 alle 13
Presso il CSOA ExKarcere in via mongitore 77.


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