[Forumlucca] Settimana Ezechiele

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Author: franciluc78
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To: forumlucca
Subject: [Forumlucca] Settimana Ezechiele

Prime visioni

IL MIO AMICO GIARDINIERE
di Jean Becker, Francia 2007 – 109'

con Daniel Auteil, Jean Pierre Darrousin

Un pittore parigino di mezza età (Daniel Auteuil), decide di tornare a vivere in provincia, presso la casa in campagna dove ha trascorso l'infanzia, stanco ormai della routine quotidiana, e seccato dalla crisi matrimoniale che da tempo sta attraversando. Intorno alla casa, un vasto giardino da curare e coltivare: occorre trovare presto un bravo giardiniere. Risponde all'annuncio – per puro caso – un vecchio compagno di scuola del pittore, diventato giardiniere a tempo pieno, dopo la pensione. Tra i due nasce una amicizia speciale. Una commedia sincera, sobria ed elegante, questa di Jean Becker. Film essenziale - regia discreta, mai invadente, messa in scena semplice – ma ricco di particolari, di dialoghi ingegnosi, alti momenti di sobria quanto incalzante ironia, e dettagli, tanti dettagli che caratterizzano due mondi e due personalità apparentemente così diverse. (Alessandra Sciamanna, www.nonsolocinema.com)


Mercoledì 6 febbraio ore 21.30
Prime visioni – Provincia Nera

LA RAGAZZA DEL LAGO
di Andrea Molaioli, Italia 2007 – 95'

con Toni Servillo, Valeria Golino, Omero Antonutti

Mostra Cinema Venezia 2007

In un piccolo paese del Friuli, il balordo Mario scopre un cadavere di donna abbandonato in riva al lago, che viene identificato come il corpo di Anna, giovane e bella ragazza del posto. Il commissario Sanzio è invitato ad indagare sull'omicidio di Anna. Non è un semplice giallo avvincente e ben costruito questo film di Andrea Molaioli, storico aiuto regista di Nanni Moretti; certo lo spettatore è trascinato fino alla soluzione finale da una trama che scivola come un meccanismo ben oliato. Ma c'è di più: i personaggi sono delineati a tutto tondo, e sotto il burbero commissario interpretato da Toni Servillo, c'è l'uomo che ha sofferto e che per questo non si ferma alle apparenze ma fa il salto di qualità che nasce dal capire le sofferenze altrui, con delle intuizioni che lo porteranno ad individuare il colpevole. Il suo carattere è austero come la vallata in cui giace il piccolo paese di montagna, ma l'umanità del suo sguardo gli rende chiaro il meccanismo di dolore che ha portato all'omicidio, e nello stesso tempo lo esime dal giudicarlo.

Tratto da un romanzo di Karin Fossum ambientato in un fiordo norvegese, il film si rivela originale nel suo trattare di storie di ordinaria normalità; girato nelle cucine della gente di montagna, e tra viuzze di un paese dove l'isolamento porta ad enfatizzare le situazioni borderline, con una fotografia che esalta il cielo plumbeo severo come la gente del posto e talvolta volutamente sottoespone i soggetti rendendoli ancora più ombrosi. (Francesca vieceli, www.nonsolocinema.com)


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