BOTTEGA del MONDO del Commercio EQUO E SOLIDALE 
via PALMIERI n. 6 (a 
50 mt dal DUOMO) Tel. 0832/303335  
Carissime/i,
cominciamo questo 
nuovo anno con qualche informazione e appuntamento.
TATAWELO: UN CAFE' 
A SABOR DIGNIDAD (Tatawelo: un caffè dal sapore dignitoso)
SABATO 26/01 
presso il Circolo ARCI-Zei di Lecce (h. 18.00, Corte dei Chiaromonte) 
incontro con Francesca Minerva, giornalista free-lance (corrispondente 
x CARTA, LEFT, ecc.) e responsabile dell'Associazione TATAWELO per il 
progetto di sostegno alla produzione di caffè dei contadini del Chiapas 
(Mexico). Nella serata sarà anche presentata la campagna di 
prefinanziamento per l'importazione del nuovo container di caffè; una 
mostra fotografica illustrerà la situazione dei contadini organizzati 
nelle "Juntas de BUEN GOBIERNO" nonchè le varie fasi relative alla 
produzione del caffè. Aperitivo solidale e degustazione caffè. (seguirà 
invio locandina invito; altre info in  
www.solidariasud.org;  
www.zei.
le.it )
COSE NUOVE DAL MONDO......EQUO
Si amplia la gamma dei prodotti 
BIO a marchio BAULE VOLANTE con cui abbiamo cominciato una 
collaborazione territoriale. Sono disponibili il MUESLI ORIGINARIO, il 
dado per Brodo vegetale SENZA LIEVITO, il SALE ATLANTICO, il grano 
BOULGUR e quello SARACENO, le gallette di RISO o KAMUT e tanti altri 
prodotti senza glutine o per le diete da intolleranze alimentari. 
Novità anche per il riso: alla vasta scelta già presente (BASMATI, 
INTEGRALE, THAI, INDICA, ecc.) si aggiunge il RISO ROSA e ROSSO del 
MADAGASCAR e quello MISTO (nero, rosso, integrale) della linea Baule 
volante. Sono anche disponibili in bottega tutti i prodotti della linea 
LYNPHA BIO SOLIDALE, La prima linea di detergenti equosolidali ed 
ecologici frutto del lavoro di rete delle organizzazioni di commercio 
equo e solidale (
www.lympha.eu). Detersivi per bucato, pavimenti, 
piatti, mani: tutti ricavati dall'olio di babaçu, una noce di cocco 
brasiliana. Prodotti frutto di innovazione tecnologica (non è facile 
realizzare un tensioattivo sfuggendo al controllo delle multinazionali) 
e di una filiera equa e solidale.E non è l'unica novità per la casa.
In 
arrivo anche i primi prodotti dal nostro PROGETTO in PALESTINA: 
artiginato in legno d'olivo e ceramica, saponi naturali all'olio 
d'oliva e il famoso ZA'ATAR (mix di spezie arabe).
Rinnovata anche la 
gamma delle BOMBONIERE SOLIDALI per festeggiare cerimonie importanti 
(battesimi, comunioni, matrimoni, lauree ed altre occasioni) oltre che 
con parenti ed amici, con persone lontane che vivono in paesi 
dell'America Latina, dell'Africa e dell'Asia, scegliendo di regalare 
bomboniere del Commercio Equo e Solidale: oggetti unici ed originali di 
diverse forme e colori con un valore aggiunto, la giustizia.
CHIUDI IL 
CONTO CON LA GUERRA
Pubblichiamo l'elenco ufficiale delle banche che, 
a vario titolo, finanziano i Signori della Guerra, e invitiamo a 
sottoscrivere e diffondere la Campagna Banche Armate promossa dal 2000 
dalle riviste Missione Oggi, Mosaico di pace e Nigrizia. Ne trovate 
ampia documentazione sui siti 
www.nigrizia.it, 
www.banchearmate.it 
I 
38 istituti di credito che meritano la definizione di Banche Armate, si 
spartiscono un miliardo e mezzo di euro d'incassi provenienti 
dall'esportazione di armamenti: la cifra più alta degli ultimi 
vent'anni. Dati alla mano - resi ufficiali nella relazione annuale del 
Presidente del Consiglio dei Ministri (
www.governo.
it/Presidenza/UCPMA/relazione2006.html) sulle operazioni di 
esportazione, importazione e transito di materiali di armamento svolte 
nel 2006, prevista dall'art. 5 della legge 185/90 - le operazioni di 
incassi che le banche si sono viste autorizzar e nel 2006 per l'export 
di armamenti sono precisamente 1.492.605.875,64 euro. Il giro di affari 
in uscita legalizzato ha superato i 2,1 miliardi di euro, con 
un'impennata del 61% rispetto il 2005. Fra i 38 istituti di credito 
armati di cui pubblichiamo la lista - aggiudicatisi compensi di 
intermediazione per oltre 32,6 milioni di euro - il gruppo San Paolo 
Imi, nonostante la dichiarata politica restrittiva, è per il secondo 
anno consecutivo in testa alla classifica. Un primato raggiunto grazie 
a quel 30% circa (29,9%) di operazioni totali di incassi e pagamenti. 
Ma con una nota successiva alla pubblicazione del documento da parte 
del Consiglio dei Ministri, il gruppo Intesa-San Paolo (oggetto di 
fusione recente) ha prontamente annunciato di sospendere 
definitivamente "la partecipazione a operazioni finanziarie che 
riguardano il commercio e la produzione di armi".  San Paolo Imi è 
dunque ancora la reginetta della lista, triplicando quasi
il valore 
delle movimentazioni: dai 164 milioni di euro nel 2005 ai 446 milioni 
nel 2006. Segue Bnp-Paribas, che controlla l'italiana Bnl: con 290,5 
milioni di euro è la prima banca estera operante in Italia, attiva nel 
settore. Al terzo posto troviamo Unicredit: nel 2001 aveva dichiarato 
di voler cessare questo tipo di operazioni, ma da due anni a questa 
parte ricompare con quote rilevanti (86,7 milioni di euro nel 2006). E 
ancora: Banca Nazionale del Lavoro che ha accresciuto del 33% il 
proprio giro d'affari rispetto al 2005, portandolo ad oltre 80,3 
milioni. Risultano invece in calo le operazioni della Deutsche Bank 
(78,3 milioni), crescono quelle della Commerz Bank (74,3 milioni) e 
torna alla grande il Banco di Brescia, vecchia conoscenza tra le Banche 
Armate con incassi per oltre 70 milioni. La Banca Popolare Italiana 
passa da 14 a 60 milioni di euro e guida il gruppo degli istituti di 
credito sotto i sessanta milioni di euro di giro d'affari. In questa 
fascia preoccupa la ripresa delle operazioni di Banca Intesa: dai 
163mila euro del 2005 ai 46 milioni del 2006, nonostante già nel 2004 
avesse annunciato - e attuato - la sospensione delle operazioni in 
appoggio al commercio degli armamenti. Banca Intesa nel 2003 aveva 
effettuato operazioni per più di 97 milioni di euro, scendendo a 
163mila nel 2005, ma risalendo nel 2006 a circa 47 milioni di euro: 
"operazioni per cui erano state aperte linee di credito - ha spiegato 
Valter Sorrentino, responsabile Csr di Intesa-Sanpaolo - 
precedentemente alla decisione di sospendere l'appoggio dell'istituto 
al commercio di armi". Un colosso recentemente fusosi con San Paolo-
Imi,  detentore della palma d'oro del giro d'affari tra le Banche 
Armate. Da segnalare anche la presenza di Banca Popolare di Milano (con 
17 milioni di euro ha dimezzato l'impegno rispetto al 2005), al centro 
di un serrato dibattito insieme a Banca Etica, di cui è socia 
fondatrice e per la quale opera anche all'interno di Etica Sgr e della 
gestione fondi. Infine una nota lieta dal Rapporto 2006: la drastica 
discesa, da 133 al 36 milioni di euro, delle autorizzazioni relative a 
Banca di Roma. Va aggiunto, e sottolineato, che il nostro Governo ha 
messo a disposizione delle Forze Armate risorse sempre crescenti. 
"L'anno scorso hanno avuto un aumento del 13% e quest'anno del 10% - 
affermano da "Sbilanciamoci!", la campagna a favore di un'economia di 
giustizia e di un nuovo modello di sviluppo fondato sui diritti, 
l'ambiente, la pace - Ma di risorse ne sprecano tantissime e hanno il 
tasso più alto di assenteismo nella Pubblica Amministrazione. E' di ben 
quasi 2 miliardi di euro l'aumento nel 2008 per le spese militari". 
Analizzando i dati nel quindicennio dall'entrata in vigore della legge 
185/90 vediamo che più del 40% delle esportazioni di armi italiane è 
diretta a paesi fuori dall'Unione Europea e della Nato e, nello 
specifico, a Paesi del Sud del mondo. Per il futuro la Rete per il 
Disarmo auspica che dalle banche vengano segnalate "non solo le 
transazioni di pagamento relative a vendita di armamenti, ma anche 
destinatari e importi dei finanziamenti e delle aperture di credito". 
Al primo posto delle esportazioni italiane: gli Stati Uniti, per un 
totale di oltre 349,6 milioni di euro di armamenti acquistati in 
Italia. Seguono: gli Emirati Arabi (non certo paladini nella difesa dei 
diritti umani...) con oltre 338,2 milioni di euro. Potrebbe forse 
rasserenare il fatto che la destinazione principale delle 
autorizzazioni rilasciate riguardano i Paesi dell'Ue e della Nato che 
insieme ricoprono il 63,7%, ma le esportazioni effettuate per l'area 
extra Ue-Nato salgono ad oltre il 44,2% e più del 20,2% dei sistemi 
d'arma finisce in una delle zone più calde del pianeta: il Medio 
Oriente e l'Africa settentrionale al quale sono destinate armi per un 
valore complessivo di 442,8 milioni di euro.
COOP. SOC. COMMERCIO 
EQUO E SOLIDALE
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