[Forumlucca] intervento su crisi idrica , gestio servizio id…

Delete this message

Reply to this message
Author: tommaso.panigada
Date:  
To: Virginio Bertini, Tronchetti Cristina, sinistrademocraticaversilia, Sgherri Monica, SaraTocchini g, Rossella Giusti, PRC Versilia, Pera Dino, Paolo Benedetti, P.R.C. - Federazione di Lucca, obzudi, Nocentini Sara, N.cuciniello, Mario Navari, m.regoli, Luciano D'Antonio, Luca Martinelli, lpa, Lista di discussione per una sinistra unita e plurale, giuseppevezzoni, giovanna.duranti, Giancarlo della Luna, g.sensi80, franco.nolli, Francesco Bambini, forumlucca, eugenio.baronti, Emiliano Favilla, a.ciacci
Subject: [Forumlucca] intervento su crisi idrica , gestio servizio idrico, politica , affari e acqua..
L'acqua ed i nostri territori di Lucchesia

Un punto di vista "da sinistra" su come stanno le cose



Il destino dell'acqua, il suo controllo e le sua gestione ha assunto negli ultimi anni un ruolo sempre piu' rilevante nell'agenda politica ed istituzionale dei nostri territori ma soprattutto nella società in generale, stà accadendo che a fronte di mutamenti climatici pesanti siamo finiti dentro vere e propie emergenze ambientali a cui si tarda a rispondere in maniera adeguata. C'è un fatto nuovo ed ancora colpevolmente sottovalutato o ignorato, piove di meno ed in maniera sempre piu' concentrata da quando inizio' lo sviluppo industriale di piu' di un secolo fa' , ma soprattutto rispetto alla piu' recente stagione di grande crescita economica, accompagnata da profondi mutamenti di stili di vita, quale è stato il secondo dopo guerra del secolo passato fino agli anni 80.

La crisi idrica che iniziamo ad avvertire è, piaccia o non piaccia, chiamata a fare i conti con la natura idrovora del nostro distretto cartario, esploso per dimensioni ed impatto ambientale con ricadute sulle acque di falda e superficiali evidenti a tutti, dall'altro lato è caratterizzata sempre piu' dalle risposte "industrialiste" alla necessità di completare ed efficentare il servizio idrico, per dirla in soldoni paghiamo il prezzo delle cosidette privatizzazioni.

A fronte di una diminuzione della disponibilità del bene comune acqua invece di calare, i consumi stanno aumentando continuamente , tutto il modello sociale ed economico è basato sulla crescita e anche la Lucchesia non fà eccezione ; è sotto gli occhi di tutti come di fronte ai segnali di crisi evidenti per la falda nella piana di Lucca non abbiamo assistito a fatti concreti in grado di guidare le riduzioni dei consumi ma al contrario, assieme alla politica degli annunci a cui segue poco o niente , si è sviluppata una perniciosa concezione "propietaria" dell'acqua da parte di alcune amministrazioni Comunali .

L'esempio piu' calzante è quello di tutte le amministrazioni di destra al Comune di Lucca che ragionano ancora come se fossimo ai tempi della città stato ,si pensa e si dice che l'acqua è propietà dei Lucchesi e non un bene dello stato , del resto questo è accaduto in contemporanea ai progetti in parte realizzati da chi nella valle del Serchio ha costruito, dal versante di un centro sinistra "molto particolare" , un vero e proprio apparato politico industriale basato su acqua ,rifiuti e beni comuni mercificati.























Come sfondo di tutto cio' ci sono le politiche con cui si è applicata la legge galli in Toscana , il sistema. per ora. si regge su di un rapporto tra tariffe e volumi di acqua fatturata in grado di remunerare i capitali dei privati e banche e sostenere livelli di indebitamento trasferiti alle aziende dai comuni .

Si ha bisogno di disporre il massimo possibile di "risorse" e l'acqua è diventata .. fattore produttivo, occorre farlo al minor costo possibile e percio' le dimensioni del mercato, pardon,degli ato come delle società che gestiscono il servizio, sono provvisorie , con buona pace di una politica per l'acqua basata su : efficienza , riasparmio e condivisione del bene comune da parte delle comunità che abitano la Toscana.



In questo contesto è accaduta, anni fa la divisione in due ambiti territoriali e gestionali della piana di Lucca, divisione che prima torna in discussione e meglio è!! L'obbiettivo era per alcuni "svegli" , ottenere la disponibilità al minor costo di acqua fatturabile e di consequenza impostare un progetto industriale in grado di ottenere bancabilità e risorse finanziarie per consolidarsi e svilupparsi come è successo dalle parti di Pisa e di Empoli in buona compagnia di Acea spa e di gruppi imprenditoriali Francesi,Il tutto è accaduto grazie a colpevoli risposte di passiva accettazione dei piu', ma anche le vicende del mancato ingresso del Comune di Lucca in Gaia spa dopo aver partecipato a tutta la fase di costruzione del soggetto gestore hanno inciso pesantemente.

L' apparente autonomia del Comune di Lucca dai processi in atto a livello regionale è risultato un fattore forte nella mancanza di risposte di "sistema" nella piana di Lucca, le uniche in grado di affrontare e risorvere le criticità della crisi idrica, crisi che non è solo quella della falda a causa del pompaggio fuori controllo ma è anche quella di una carenza di acquedotti e fognature nelle case dei cittadini che la abitano.

La stessa vicenda del cosidetto "Tubone" è nata male ed in questo contesto, si è basata infatti su di una bugia accompagnata da complici silenzi da parte di amministrazioni Comunali di diverso colore e da imperdonabili "sottovalutazioni" dei Governi Regionali e Nazionali , si diceva che il recupero delle acque reflue depurate dall'impianto consortile di Porcari poteva essere una risposta utile per affrontare un'emergenza falda che non era piu' sottovalutabile ma nel contempo si accettava una verità di comodo "inoculata" da precisi ambienti politico industriali: tecnicamente non è possibile , si dichiarava.. ma in realtà era una pura e semplice questione di costi che non si pensava fosse possibile sostenere, pena la perdita di competitività.

Il paradosso è stato che chi sosteneva tutto cio' stava concludendo l'iter amministrativo e realizzativo di una rete parziale di un acquedotto industriale per le aziende, rete accompagnata da un impianto di post trattamento di acque reflue depurate che ancora i piu' si ostinano a definire "raffinatore", senza però sapere il perché, visto che dopo essere stato costruito non è mai entrato in funzione, nessuno ha mai risposto di questo sperpero di soldi pubblici, viene da sorridere masticando amaro pensando che solamente il "gabibbo" ha denunciato a livello nazionale lo scandalo.











E' accaduto questo per chi non lo ha ancora capito: si sono saldati interessi economici che ambivano alla realizzazione di un potabilizzzatore con le acque superficiali del fiume Serchio ma posizionandolo e gestendolo in un altro ambito terrritoriale e contemporaneamente si è certificato tramite inconcludenti (per ora) accordi di programma una stagione di rinvii e di promesse di finanziamenti mai arrivati ,il tutto in prospettiva di interventi infrastrutturali funzionali ad un progetto industriale di "sistema" pensati al difuori degli organi di governo eletti dai cittadini e ormai superati tecnologicamente e inadeguati idraulicamente.



Il valore propietario dell'acqua và respinto come pure i progetti irresponsabili di reti e servizi basati non sul fare comunità ma sul fare soldi o per garantirsi un "bacino" elettorale, L'acqua non è dei Lucchesi con buona pace di chi fa' facile demagogia, nemmeno è degli abitanti della valle del fiume Serchio che si trova a monte, ma benchè meno di chi ha messo in piedi l'operazione del modello Toscano in materia di servizi idrici.

Carattere pubblico del gestore,superamento della attuale divisione in 6 ato della Toscana con riduzione degli stessi su base di riferimento ai bacini della Costa,Arno,Ombrone e Serchio, sono questi i punti cardine di un lavoro che è l'unico possibile e sostenibile, in particolare il superamento della divisione in 2 nella piana Lucchese è premessa per un sistema integrato in cui l'uso degli acquedotti, la necessità di impianti di potabilizzazione ed il sistema depurativo si aggiungano al recupero integrato delle acque reflue dei 2 impianti di Lucca e Casa del Lupo rispondendo ad un unico disegno e garantendo un futuro ad un distretto produttivo quale quello cartario che dà lavoro a piu' di 6000 persone.

Non esistono altre soluzioni realistiche e responsabili, i silenzi e le bugie di questi anni insieme ad irresponsabili comportamenti politicoamministrativi devono essere superati, in caso contrario è il futuro degli abitanti della pianura di Lucca a cui stiamo prendendo in prestito territori e beni comuni che piu' prima che poi ci presenterà il conto.



Tommaso Panigada

Lucca