QUESTA STRANA LIBERTA'
http://www.bici2007.it/export/sites/default/bici/html/leverano.pdf
per chi nn legge i pdf sotto il testo
La mia vecchia bicicletta ha i freni che non funzionano. Uno è rotto e 
laltro frena male.
Fa anche dei rumori di troppo. Dovrei averne più cura, farla riparare, è 
lunico mezzo di locomozione che utilizzo in città.
Una sorta di pigrizia, fatalismo, gusto di usare le cose sino allo stremo me 
lo ha sempre fatto rimandare. Dovrò decidermi. Glielo devo.
E la mia compagna di questi primi giorni di vacanza, di questa strana, 
solitaria libertà.
Docile, silenziosa, fedele come vorresti  unamante, ti porta il cuore a 
spasso nelle viscere di Milano calda come un ventre.Rispettando i tuoi 
pensieri.
Ti attende, quando ritorni, legata ad un palo.
Con lei sfido, fiducioso, i pericoli di questa città ostile, dai masselli 
sconnessi, le rotaie scivolose, le macchine appaiate che non lasciano 
passaggi, le moto veloci e stupide che sfiorano.
Pedalando mi riposo, mi sento bene, il gesto è semplice e naturale.
Posso guardare, pensare, immaginare, decidere, molte cose si chiariscono in 
bicicletta.
E una chiave per aprire i segreti di Milano.
E mi sento inviolabile e la bellezza e lintelligenza del muoversi mi fa 
sognare Bolzano, Amburgo ed Amsterdam dove la bicicletta è cultura.
Dove leggère, silenziose, trasparenti libellule si addensano a nugoli nelle 
piazze.
Di giorno ti invita a spiare Milano nei suoi nascosti giardini, nei terrazzi 
verdi sospesi nel cielo, nei viali battuti del parco, alla giusta velocità 
del pedalare.
Alla domenica ti offre i concerti della Triennale, seduto sulle gradinate 
dello scalone, tra persone educate ed attente, gente per bene.
La sera, i refrigeranti e colti intrattenimenti, parlati e musicati, della 
Milanesiana o quelli notturni e lontani della Simonetta, godendo di questa 
strana solitudine.
In bicicletta ci si guarda in modo complice, e si pensa sempre qualche cosa. 
Le ragazze pedalano svelte ed impettite sulla punta della sella. Non 
taspettano.
Vivo, per poco, una vita da uomo solo.
E bello ritrovare i propri pensieri. E lasciarsi bagnare dalle gocce grosse 
e fresche dellacqua che cade inaspettata da questo cielo bollente, 
sgualcendo una camicia già sgualcita.
Una fisarmonica assurda strazia dolcemente il silenzio della notte con 
motivi che riconosco, in questa strada senza passanti.
La casa, oltre le chiavi, maspetta immobile, senza rimproveri.
In cucina, la pila dei piatti sporchi luccica minacciosamente nella 
penombra.
Valter Leverano
Milano,   20 luglio 2006
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