a Corigliano d'Otranto il comitato cittadino contro la discarica organizza una marcia per domenica prossima alle 15.00
in allegato, il testo del manifesto e del volantino che pubblicizza la manifestazione
per maggiori informazioni tel. 320.7069790 Anatolia Coratelli
di seguito l'articolo su Lecceprima
CORIGLIANO DICE 1.500 VOLTE NO ALLA DISCARICA
Il volantino con cui il comitato chiama a raccolta la cittadinanza nella marcia di protesta Corigliano dOtranto dice 1.500 volte no alla discarica. Tante sono le firme raccolte al momento dal Comitato cittadino coriglianese contro la discarica. E altre sono in arrivo. Per questo in una lettera inviata al ministro dellAmbiente Alfonso Pecoraro Scanio, al presidente della Regione Nichi Vendola, allassessore regionale allAmbiente Michele Losappio, al prefetto Gianfranco Casilli, al presidente della Provincia Giovanni Pellegrino, allassessore provinciale allAmbiente Gianni Scognamillo, al presidente dellAro Silvano Macculi ed al sindaco di Corigliano Maria Addolorata Fiore, i firmatari manifestano la loro più assoluta contrarietà allindividuazione del sito di Corigliano
dOtranto per lubicazione di una discarica di servizio/soccorso per il bacino dutenza Ato Le 2, costituito da 46 comuni della provincia di Lecce.
La realizzazione di tale discarica prosegue la lettera del comitato - presuppone lutilizzo di una cava già esistente, attigua ad una vecchia discarica controllata, e lo scavo di ulteriori sette ettari di terreno agricolo, in via di espropriazione, assolutamente incontaminato per la realizzazione di una nuova cavità pari circa al quadruplo di quella esistente. Le ragioni di tale contrarietà sono da ascrivere esclusivamente alla necessità di salvaguardare la falda dalla quale lAqp, tramite circa 30 pozzi, emunge acqua potabile per tutto il Sud Salento. La predetta falda insiste sulla perpendicolare condotta dal sito prescelto per la discarica. Già con nota del 4 giugno 1195, protocollo numero 1801, inviata a tutte le autorità preposte ed in particolare al presidente della Giunta regionale ed agli assessori competenti, la Direzione generale-servizio di vigilanza igienica dellAqp per quel sito sottolineava il pericolo costituito da
eventuali nuove e definitive
collocazioni di discarica per il fatto che vi vengono emunte acque potabili per una quantità superiore a 700 l/s a servizio della distribuzione idrica del Salento. La stessa nota, ricorda il comitato, si concludeva così: ...pertanto, al fine di evitare un disastro ecologico, ambientale ed idrogeologico
si sollecita
ladozione di atti e provvedimenti di tutela delle acque emunte
respingendo qualsiasi progetto tendente ad estendere ed aumentare laccumulo di Rsu nella zona suddetta.
Il comitato evidenzia quindi che esistono studi geolitologici ed idrogeologici prodotti dallamministrazione provinciale già a partire dal 1987. Uno in particolare si riferisce proprio a Corigliano. Lo studio firmato dai tecnici Margiotta, Fiore, Martano, Tadolini, evidenzia che la discarica progettata insiste su unarea strettamente adiacente ad una zona con falda non protetta, con affioramento di calcari e calcari-dolomitici fessurati e/o presenza di linee tettoniche. E ciò è ritenuto dai coriglianesi che hanno firmato per il no alla discarica più che sufficiente per manifestare preoccupazione ed apprensione per la scelta effettuata. Si aggiunge, ancora prosegue la lettera -, che lo stesso studio prodotto dalla ditta Cogeam, già allegato al progetto non nasconde che i sondaggi meccanici eseguiti in situ hanno restituito una successione costante e monotona costituita, partendo dallalto verso il basso, da spessore irrilevante di materiale di riporto, calcarenite
detritica organogena a grana grossolana, spessore circa 2 metri e calcare detritico con presenza di vuoti di dimensioni decimetriche, vacuolare e carsificato, molto fratturato.
Tutto ciò accresce le preoccupazioni, considerato che tale discarica di fatto insisterebbe sul più grande e quasi unico giacimento idrico potabile del Salento, dice il comitato, che si ritiene sorpreso e preoccupato nel constatare come la gestione dellemergenza rifiuti, per quanto grave, sia stata dallautorità commissariale anteposta alla primaria esigenza di tutela dellacqua. Si rileva, inoltre, come nelloperare la scelta del sito di Corigliano siano state disattese, tra le altre, la legge regionale 13/96, la legge183/89, il decreto legislativo 152/99 e la direttiva comunitaria 31/99 che sconsigliano o vietano opere di tale portata e tipologia in un territorio così caratterizzato. Disatteso, poi, è stato lo studio del Dipartimento di Ingegneria ambientale del Politecnico di Bari, consegnato allepoca alla Regione, che individua larea di Corigliano tra quelle da salvaguardare perché adibite al prelievo di acque per uso potabile. Appare sconcertante concludono i
coriglianesi - una scelta che ha ignorato il valore dellacqua in un momento in cui si parla di desertificazione dellItalia peninsulare, per promuovere ed esaltare un progetto rifiuti che potrebbe trovare spazio in altri siti. E il comitato non si ferma qui. Per domenica, infatti, è prevista una manifestazione. La marcia di protesta prenderà il via da piazza San Nicola.
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