Author: ugo Date: To: aderentiretecontrog8, forumgenova Subject: [NuovoLab] In fondo alla settimana. Il caso Blackwatergate
Grossi guai all'orizzonte per i mercenari globali delle Compagnie militari
private statunitensi. La proposta del presidente afghano Ahmid Karzai: via i
contractors dal terreno di guerra
Enzo Mangini
Giovedì 11 ottobre è stato uno dei giorni più neri nella storia nera delle
Compagnie militari private [Pmc]. A Baghdad, Ivana Vuco ha rotto un tabù. Fun-
zionaria del programma sui diritti umani della Missione Onu di assistenza
all'Iraq [Unami], ha dichiarato che «il diritto umanitario internazionale si
applica anche a loro». «Loro» sono gli uomini delle Pmc che operano in Iraq, in
Afghanistan ma anche in altri posti, come la Colombia. La conseguenza delle
parole di Ivana Vuco è che l'Unami starebbe considerando, secondo l'emittente
panaraba al Jazeera, la possibilità di accusare di crimini di guerra e crimini
contro l'umanità i contractors accusati di aver ucciso civili. A Kabul, il
governo afghano poche ore prima aveva deciso di ritirare la licenza a dieci Pmc
presenti nel paese. Alcuni contractors, impiegati da Pmc afghane sono stati
accusati di possesso illegale di armi, rapine e omicidi. Nella lista nera del
governo di Ahmid Karzai ci sono anche alcune «rispettabili» Pmc occidentali, ma
i loro nomi non sono stati ancora resi noti. Nello stesso giorno, ma nell'altro
emisfero, a Washington, il Centro per i diritti costituzionali ha depositato
una denuncia a nome di Talib Mutlaq Diwan e dei familiari di Himoud Saed Atban,
Usama Fadhil Abbass, e Oday Ismail Ibrahim, tre delle 17 vittime della
sparatoria causata dagli uomini della Blackwater, a Baghdad, lo scorso 16
settembre, e a nome di Talib Mutlaq Diwan, ferito ma vivo. Susan Burke,
l'avvocato che ha presentato la denuncia, ha detto che «quel massacro insensato
è stato solo l'ultimo episodio di un modello di comportamento della Blackwater
in Iraq». Nei documenti raccolti dalla commissione del congresso che sta
conducendo le audizioni sull'impiego dei contractors in Iraq, la Blackwater
risulta coinvolta in almeno 195 «episodi» di sparatorie con vittime civili.
Neh" 80 per cento dei casi, i contractors hanno aperto il fuoco per primi. Il
Blackwatergate, come lo hanno battezzato i giornali statunitensi, è diventato
una valanga. Le denunce, gli studi, i dossier accumulati negli ultimi quattro
anni da giuristi, giornalisti indipendenti e attivisti per la difesa dei
diritti umani hanno iniziato a fornire la cornice per inquadrare sotto vari
aspetti il ruolo dei contractors nelle guerre contemporanee. E, forse, per
eliminarlo o almeno limitarlo. Gli eredi dei mercenari, sopravvissuti alla
stagione d'oro dei «mastini della guerra» a cavallo degli anni settanta, hanno
fatto il salto di qualità nella prima metà degli anni novanta, quando il
liberismo ha iniziato a sfiorare perfino il «sancta sanctorum» degli stati
nazionali: le forze armate.
Dagli anni ottanta, in realtà, il Pentagono stava studiando come risparmiare
fondi dando in «outsourcing» alcuni servizi, come le mense, le lavanderie, i
trasporti, che - secondo quella logica - potevano non essere necessariamente
svolti da personale in divisa. Dai servizi logistici ai ruoli di «protezione»
il passo è stato relativamente facile, complice l'amministrazione di George W.
Bush e una serie di prove sul campo, avvenute in Africa, anche durante missioni
dell'Onu, negli anni novanta. I politici, più che i militari, hanno notato che
dipendenti di aziende private potevano essere più spendibili di uomini e donne
in divisa. E la stessa cosa hanno fatto alcune grandi multinazionali, che sono,
in realtà, I primi clienti dei contractors: pozzi di petrolio, oleodotti,
uffici in paesi «a rischio». Meglio affidarsi a specialisti occidentali che
alle polizie locali, corrotte e spesso inaffidabili. Il vuoto legislativo,
invece, è una conquista recente. Nel 2003 Paul Bremer, console statunitense
nell'Iraq appena occupato, prima di lasciare il suo posto, emanò una direttiva
che estendeva ai contractors alle dipendenze degli Usa l'immunità rispetto alla
legge locale di cui godono i soldati regolari. In questo buco nero del diritto
sono state risucchiate migliaia di vittime civili.
fonte Carta Quotidiano Venerdì 12 ottobre 2007
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Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal
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