Author: ugo Date: To: forumgenova Subject: [NuovoLab] presidio in solidarieta' con il popolo birmano sabato 29
ore 17 p.zza raibetta
inoltro volantino presidio di sabato 29 ricevuto da
GIOVANNI SATTA "SOCIALISMO RIVOLUZIONARIO
SOLIDARIETÀ CON IL POPOLO DI MYANMAR
FERMARE SUBITO LA REPRESSIONE DELLA GIUNTA MILITARE
La giunta militare di Myanmar (ex Birmania) ha aperto il fuoco sulla gente che
manifestava nelle strade insieme ai monaci buddisti. Fonti non confermate
parlano di 5 monaci ed una donna uccisi a Rangoon, l’antica capitale, oltre ad
un numero imprecisato di feriti. La polizia e l’esercito hanno utilizzato gas
lacrimogeni e hanno sparato sulla folla che ormai da più di un mese manifesta
contro la giunta militare.
Questo è l’ultimo, ennesimo, atto di un’escalation repressiva che pare,
purtroppo, ancora imprevedibile da parte di uno dei governi più oppressivi dell’
intera area del Sud Est asiatico: i militari sono al potere ormai da 45 anni.
Le manifestazioni popolari continuano a crescere, in ampiezza e radicalità,
grazie al coraggio di migliaia e migliaia di persone, segno di una spinta
risorgente a migliorare la propria vita. Si tratta di un processo che ha avuto
inizio dopo che la giunta aveva rincarato molti beni di prima necessità, e che
si è immediatamente esteso alla denuncia della corruzione dei militari ed alla
richiesta di libertà, con una partecipazione sempre maggiore: ai monaci, che si
sono schierati contro il provvedimento che colpisce i settori più deboli della
società con un gesto di grande valenza simbolica – rifiutando le offerte dei
militari – si sono uniti spontaneamente ampi settori della popolazione, con un
significativo protagonismo di giovani e giovanissimi, con un ruolo per adesso
solo marginale dei partiti di opposizione, tra cui la Lega Nazionale per la
Democrazia guidata da Aung San Suu Kyi, da anni agli arresti domiciliari.
La giunta militare birmana – che ha una stretta partnership commerciale con l’
India ed è storicamente legata, politicamente e militarmente oltre che
economicamente, al governo di Pechino, i cui inviti alla moderazione suonano
infatti beffardi – è stata minacciata dell’inasprimento di sanzioni da parte
delle potenze occidentali: sappiamo che ciò non porterebbe alcun vantaggio alla
popolazione, già pesantemente vessata dalla situazione interna, ma anzi
conferma una volta di più che dalle democrazie sistemiche e dalla loro
diplomazia, dai loro organismi sovranazionali, dall’ONU, non può venire
alcunché di positivo per i popoli.
Esprimiamo la nostra solidarietà con la gente di Myanmar, facendo appello a
tutti coloro – comunità, associazioni, gente comune – che vogliono schierarsi
per la libertà di questo popolo dall’oppressione della giunta militare, a
impegnarsi fin da subito per far crescere la solidarietà e per l’immediata
cessazione della repressione.
Firenze, 26 settembre 2007 ore 18.00
CIP Via della Maddalena 109 R
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Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal
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