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*Pasolini: gli occhi   [ /Dino Pedriali 
/]                                              **      24 luglio 2007
**** **Perciò io vorrei soltanto vivere*
*pur essendo poeta
* *perchè la vita si esprime * *anche solo con se stessa.
* *Vorrei esprimermi con gli esempi.*
*Gettare il mio corpo nella lotta/./*
                                      */Pier Paolo Pasolini
/*
**
*amori, riflessioni, invettive .............      **                    *
*                                                                                                                                
giornale per e.mail a cura di* g*ianni quilici **[ 
**gianniq@???* <mailto:gianniq@protocol.it>* ]*
** 
*collaborano:* 
*                       ...  aldo zanchetta, anna, betty bastai, dante 
albanesi, diego simini, *
*emilio michelotti, franco dinucci, letizia, loredana, marisa cecchetti, 
maurizio della nave,
** maurizio micheletti, nadia davini, nicola cuciniello, ninuccio 
aiulla, peppe de angelis, raffaella, renzia d'incà, **
tommaso panigada, ** umberto franchi, valeria giglioli ...  
*
                                                                                                                                                                                                
**
**
****Email spedite: n.  9 1 5
**
*Come è bella la bellezza,
come può affascinare il fascino!
                    Robert Walser
*
*Sono tempi duri*
*per la sinistra,*
*ma come diceva il grande John Belushi*
*"quando il gioco si fa duro,*
*i duri cominciano a giocare*
*
*
/*Ho ricevuto altre segnalazioni di libri.
  Le invio.
  Spero di averne altre.
Perché il libro,
  può essere un viaggio,
un'avventura,
uno stravolgimento dei punti di vista
e già questi,
la passione che essi contengono,
chissà che non possono essere per qualcuno di noi
un'indicazione
che,
   ci segnerà***
****/
/****/
*/          /[gianni]/
/*
*
*
*LIBRI         DA           DIVORARE
  PER    LA      NOSTRA     ESTATE
estate, luce, tempo liberato
 almeno un poco.
Perchè non ci scambiamo titoli di libri,
con i veloci perché,
 per le nostre avventure silenziose?
Io sto appunto divorando ...
*
*
Io sto per l'appunto divorando "Il venditore di armi" (Marsilio, 352 pp. 
18 €).
Lo ha scritto Hugh Laurie: sì, l'attore, quello che interpreta il Dr. 
House.
Dovete leggere questo libro se House vi piace,
ma anche (ma soprattutto) se non vi piace.
E' un thriller incalzante e pieno di humor, con il quale Hugh Laurie 
esordisce nella narrativa
 per non uscire più dai nostri cuori.
Addirittura imperdibile
                                  (susanna)
*
                                            UNA LETTURA PER L' ESTATE
                                                                                              
PER CHI A SINISTRA CONTINUA A INTERROGARSI
 
<La "sinistra" è reazionaria ?>. Se lo chiede Bruno Arpaia, scrittore di 
romanzi di qualche successo ( /Tempo perso/ , /L' angelo della storia /e 
altri). <Purtroppo no> si risponde. Una bella provocazione, un titolo 
che letto frettolosamente fa irritare molti (posso dirlo come libraio. 
Ma si sa, sono tempi in cui si va di fretta. E, forse per questo, il 
saggio di Arpaia dal titolo <Per una sinistra reazionaria>, è breve, di 
gradevole lettura, a tratti spiritoso, tutto provocante (Guanda, 12 E). 
Quel <Per> che dovrebbe incuriosire, sfugge allo sguardo frettoloso che 
vede solo "sinistra reazionaria" e pensa subito a un libro della serie 
"Pansa". Perché <Per> ? Arpaia lo spiega in poche parole così : la 
sinistra da tempo ha abbandonato i suoi valori propri, la comunità, la 
solidarietà, la qualità della vita, una economia umana e rispettosa 
delle ragioni della natura, il senso del limite per inseguire il 
pensiero liberista : il "progresso", il "consumo", la crescita del Pil, 
la competizione sempre più sfrenata, l' individualismo, l' accettazione 
del mito della "sicurezza" che trasforma la paura in strumento di 
controllo sociale, la ragione per un numero di guerre crescente, per la 
messa in mora del diritto internazionale, l' idolatrazione della 
"tecnoscienza" sempre più orientata verso la creazione incontrollata di 
"chimere".
* *
E Arpaia scrive, citando Roberto Calasso e Il manifesto (col suo non 
recente inserto "perché non possiamo dirci progressisti" con contributi 
di nomi rispettabili quali Ingrao, Rossanda, Dominianni etc) : <Non 
possiamo più dirci progressisti perché 'l' idea di /progresso /è stata 
ridicolizzata dalla storia oltre che dal pensiero>. Ricordate Benjamin, 
Pasolini, Illich etc?>. E prosegue <Come dovremmo definirci allora? Di 
solito, storicamente, ai progressisti si sono contrapposti i reazionari. 
Allora chi è antiprogressista è un reazionario ? Beh, perché no? Basta 
non avere paura delle parole. E usarle, magari in modo provocatorio, per 
smuovere le acque stagnanti in cui da troppo tempo siamo sprofondati. 
"Sinistra reazionaria" : suona abbastanza bene. E serve, sulla scia di 
Pisolini, a evitare di usare, ancora una volta, "contro il 
neocapitalismo armi che portano in realtà il suo marchio di fabbrica".>
 
Il merito di Arpaia è quello di effettuare una vasta panoramica del 
problema - che a mio parere è centrale per una utile (necessaria?) 
riflessione a "sinistra" - con un ricco uso di citazioni (forse troppe), 
e di farlo con un libretto snello che si legge in poche ore (che è però 
allo stesso tempo un pregio ed un limite, ma, ripeto, sono tempi in cui 
si va di fretta), del quale però, dopo averne tessuto gli elogi, 
confesso che mi lasciano perplesso le due pagine finali. Ma un libro che 
vuole (re)suscitare un dibattito, non deve proprio fare anche questo?
 
Per chi poi volesse fare una lettura sempre stimolante ma ancora più 
breve e di altro stile, consiglierei "Elogio della bicicletta" 
(pubblicato da Bollati-Boringhieri, 7 E). L' autore ? Chi diamine può 
fare l' elogio della bicicletta se non Ivan Illich? Dei cui lettori, per 
inciso, si preannuncia un congresso mondiale a novembre là dove sorse il 
suo mitico centro studi Idoc, a Cuernavaca, il paese messicano dell' 
eterna primavera.
 
La prossima battuta sarà invece meno impegnata, più letteraria. Anticipo 
solo un titolo di grande successo, "Mille splendidi soli" di quell' 
Hosseini che ha conquistato una meritata fama col suo precedente "Il 
paese degli aquiloni". O per chi è alla ricerca di un viaggio non 
banale, "Amor America -- Un viaggio sentimentale in America latina" di 
Maruja Torres (Feltrinelli, 7 E)  (a ottobre in Bolivia, a La Higuera si 
ritroveranno molti per il 40mo della morte del Che, e il libro descrive 
bene le emozioni che si possono provare viaggiando sull' /altipiano 
/boliviano).*
                                                                                                                                                                                             
[aldo zanchetta]
*
*
Letture che arrovellano
Ciao Gianni! *
*  Pe**r le letture estive, se vuoi inserirne alcune di mie nella tua 
lista di "Gettare": *
*Guillermo Arriaga: Il bufalo della notte (arrovella animo, testa e 
carne...);
 Un dolce odore di morte (non l'ho ancora letto per intero, ma già 
arrovella!) *
*Manuel Vasquez Montalban: Tatuaggio (un giallo molto breve, che si 
snoda tra Barcelona e Amsterdam... tra le vie, il mare, i canali, le 
specialità culinarie delle due città,
incontrando personaggi singolari, ripugnanti, accattivanti...)
                                 [ Marianna]
*
*Al Gore!!!
"EARTH IN THE BALANCE"  di Al Gore.  **L' ho trovato a Firenze. *
*Non ci crederete, ma questo è un politico americano che affronta 
argomenti veramente importanti
e si esprime molto bene. *
*[Bona]
/
/*
*Mi muovo in un paesaggio
dove rivoluzione e amore
fanno discorsi
sconvolgenti
            René Char*
*/Dagli Stati Uniti
un'e.mail da leggere
tutta
/*
*Luglio sudore di dolore, sudore di vacanza
E'tutta la mattina che sono di fronte a questo computer.
La notizia tristissima della morte di una collega artista di 30 anni 
circa per via di un tumore feroce mi ha schiantato al suolo.
Chi se ne frega delle lettere che devo scrivere riguardo al  mio 
progetto, chi se ne frega della contabilita', chi se ne frega di quel 
blog politico su ArtDish, dove appena ho scritto una pseudo poesia sul 
commercio di ossa di tigre in Cina un 'blogghista' mi ha mangiato la faccia
(Quando ho menzionato il Gettare dove poesia e prosa si mischiano senza 
che nessuno abbia delle convulsioni isteriche, sta entita' del 
cyberspace mi ha suggerito di tornarmene in Italia etc.etc.)
L'unica cosa che ha senso e' scrivere a voi, che non conosco 
personalmente ( a parte Gianni e pochi altri).
Il mondo dell'arte e' veramente crudele. Questa artista cosi' piena di 
energie, cosi' impegnata nella comunita' e soprattutto cosi aperta con 
altri colleghi senza gelosia e spirito di competizione ha disperatamente 
cercato un po' di riconoscimento nella stessa comunita' a cui ha 
sacrificato tanto. E' veramente disgustoso vedere come il pubblico ha 
incominciato ad interessarsi un po' alla sua arte solo quando ha saputo 
che stava facendo la chemioterapia. Amici sinceri ed aquisiti con gli 
anni (io non la conoscevo molto e da poco tempo) organizzarono un'asta 
di beneficenza per raccogliere denaro per pagare una parte delle sue 
spese mediche (cosa all'ordine del giorno qui per chi non ha soldi 
sufficienti. Anche se hai l'assicurazione, sti bastardi non pagano tutto 
il conto). Io ho contribuito con due opere (nel limite di quello che era 
vendibile perche' Bellingham e' una citta' pittosto provinciale che non 
spende molto in arte ed io sono una nuova arrivata... ). Pensare che gli 
USA e' la madre patria dell' espressionismo astratto, che delusione 
quando si pensa che la maggior parte degli americani non ha la minima 
idea di che cosa e' l'espressionismo astratto. Tutta sta grande arte 
americana e' creata in poche grandi citta'. Appena si va in provincia 
sembra di tornare indietro di due secoli. Putroppo T. non ha avuto ne' 
il tempo ne' le energie necessarie per uscire dal provincialismo di 
Bellingham.  Spero che nel prossimo futuro con l'aiuto dei suoi amici 
piu' cari si riuscira' a acquisire il riconoscimento che si merita.
I suoi quadri astratti pieni di colori urlanti e pennellate espressive 
rimarranno una testimonanzia delle sua voglia di vivere.
Mentre lei è finalmente in pace con se stessa ed il mondo. Io sono qui 
in mezzo a sta bolgia infernale che e' il mondo dell'arte del 21th 
secolo. Come un'impiegato/a di una potente corporation, la maggior parte 
degli artisti che mi circondano vogliono il successo. Con le unghie e 
con i denti si arrampicano su sta torre di Babele fatta di vetro alta 
fino al cielo pronti ad accoltellarti alla schiena se e' necessario. Io, 
come T. e  per fortuna altri,  mi sento come una goccia nell'oceano. 
Centinaia di artisti vivono in questo angolo di mondo. Tutti vogliono 
'arrivare'. In questo ambiente e' inevitabile sentirsi come un'animale 
nella giungla. Bisogna avere determinazione ed essere uno stratega se si 
vuole stare a galla. Un'artista sbollettato senza conoscenze influenti 
deve essere uno scrittore, un contabile, un'addetto alle pubbliche 
relazioni, un fotografo, un graphic-designer, una segretaria, un 
venditore ambulante e chi piu' ne ha piu' ne metta.
Ma chi me lo fa fare? Delle volte penso che sia puro masochismo, piu' 
spesso penso che sia come una droga, non riesco a farne a meno.  Da 
qulache parte dentro di me c'e' una forza invisibile che mi spinge ad 
andare avanti nonostante le difficolta' e frustrazioni. L'arte come 
strumento per cambiare la mentatita' della gente, per iniettare un po' 
di energia positiva in questo mondo in frantumi...
Finalmente c'e un po' di caldo!
Libri da segnalare? Non ne ho. Posso solo citare quelli che ho comprato 
usati ieri: " Mummie Un Viaggio attraverso l'Eternita' "(una piccola 
guida scritta da Francoise Dunand con illustraxizioni a colori, il 
motivo per cui l'ho comprato) e " Arte Aborigena" di Wally Caruana.
Sono appena tornata da un mini tour costiero in tre tappe
che ha comportato 5 viaggi in traghetto,
 la rottura della macchina in una strada tranquilla con vista sull'oceano
e della motocicletta sull'autostrada numero 5, a nord di Seattle, dove 
il traffico sfreccia senza pieta'.
Prima tappa: l'Isola di Vashon, ad ovest di Seattle. Sono qui  per 
attendere all'inaugurazione di una mostra collettiva in cui sono esposti 
i miei cavalli di Posidone. Tra la coda ed il servizio 'traghettifero' 
lento sono arrivata con un'ora di ritardo che mi ha fregato. I 
visitatori se la stanno gia' squagliando per andare a vedere una 
commedia all'aperto gratis o chissa' per andare a cena! Qui si mangia 
tra le 18 e le 19! Vai a capire sti americani! In piu' non posso 
competere con la mostra organizzata da una seconda importante galleria 
situata nel centro della piccola Vashon.  L'artista e' un inglese 
'famoso' musicista punk (io non l'ho mai sentito nominare, ma poi non ho 
quasi  mai ascoltato quel tipo di musica) che ora vive in Chicago e che 
e' da 30 anni che il suo nome (Jon Langford) e' stampato sui giornali e, 
suppongo, riviste musicali di ogni tipo. Io sono una goccia dispersa 
nell'Oceano Pacifico. Pazienza! Con un po' di fortuna mi restano ancora 
20 anni per 'farcela'! Chi se ne frega dell'arte commerciale! E cerco di 
consolarmi nel vino. Ad un vino rosso che gratta la gola si sussegue un 
miscuglio di liquore di pesca e champagne che una cameriera, pratica 
"nell'intortare" i clienti, mi ha servito in un bar ristorante situato 
in un edificio che era originariamente la ferramenta del paese. Cocktail 
suicidio. Il mio stomaco non ne puo' piu'.  Raggiunto l'unico campeggio 
dell'isola, mi ritrovo seduta sul sedile della macchina a fissare i 
tepees illuminati artificialmente e le stelle visibili dal finestrino. 
Sembra proprio di essere di fronte ad un accampamento indiano come 
quelli che ho visto nel films western. Mancano solo il fumo, i cavalli 
ed il suono dei tamburi. Apro una lettera ricevuta da un' artista 
canadese mentre la rivoluzione si sta scatena dentro le pareti digestive 
del mio corpo. Non so per quanto tempo resto li' a sfiorare con le dita 
i vari pezzi di carta cercando di leggere il testo fratturato di questa 
lettera d'amore. Lo stomaco non ne vuol sapere. E' tempo di liberarsi di 
sto peso velenoso. Schizzo fuori dalla macchina  mentre la sfera celeste 
continua a ruotare indisturbata sopra la mia testa in subbuglio. Rientro 
in macchina e scivolo in un sonno dall'alito pesante. Il tempo passa 
senza che me ne accorga. Mi sveglio al suono di nocche che bussano 
leggermente sul finestrino, apro gli occhi, pesanti come porte 
medioevali, la luce della luna mi acceca  ed a malapena riesco ad 
intravedere un'ombra che ha una forma umana. Finalmente Sam (mio marito) 
si e' accorto che non ero sdraiata nella tenda difianco a lui.
Seconda tappa: la citta' di Bellingham. 7 Luglio 2007. Il sole splende 
sopra i nostri corpi assetati di calore, sull'erba del parco tagliata 
con precisione dalla lama del tagliaerba e sulla baia freddo blu'. Le 
masse delle isole boscose della Bellingham Bay e delle montagne aguzze 
canadesi del British Columbia penetrano  un'orizzonte miracolosamente 
libero di nuvole. Tra la  folla c'e' chi mangia  fried bread (pane 
fritto), simile al gnocco fritto solo che e' servito con marmellata, 
cucinato dalle tribu' indiane del Pacific Northwest, e c'e' chi lecca 
gelati grossi come case (normale porzione americana). Siamo tutti qui 
per inaugurare l'inizio dell' inter-tribal canoe journey. Prima della 
colonizzazione occidentale era costume per le tribu' costiere 
dell'Alaska, British Columbia, Washington ed Oregon di visitare altre 
tribu' in canoa e celebrare il 'potlatch' (un banchetto con scambio di 
doni, danze, canti ed altre cerimonie sacre).  I canadesi da bravi 
imperialisti vietarono questa cerimonia fino agli anni 50. Il governo 
dello stato di WA  tempo fa ammoni' le tribu' che se non cominciavano ad 
usare i loro diritti di navigazione sarebbe stato costretto ad annullare 
sti diritti. In questo modo bianco manipolatore e sfruttatore, le tribu' 
hanno ricominciato ad organizzare il viaggio in canoa ed il potlatch. 
Quest'anno la tribu' ospite e' la Lummi, la cui riserva e' situata a 
nord di Bellingham. July 7, 2007 e' l'inizio del viaggio in canoa di 
famiglie appartenenti a tribu' che vivono lunga la costa del Pacific 
Northwest.  Si prevedono l'arrivo di circa 80 canoe con una 
partecipazione di circa 50,000 persone dalla terra e dal'acqua. 
Organizzare questo incredible evento costa una barca di soldi che le 
tribu' non hanno, essendo costrette a vivere in riserve (veri e propri 
ghetti) dove l'acoolismo e l'uso di droghe sta decimando la popolazione, 
specialmente giovanile,  e dove le prospettive di trovare un lavoro sono 
minime. La festa nel parco e' anche un'occasione per i Lummi per 
invitare i bianchi a partecipare nell'organizzare il  canoe journey 
donando cibo, denaro ed offrendosi come volontari. Dopo aver ascoltato 
canti a suono di tamburo e guardato i bambini danzare in costume 
tradizionali, finalmente il sindaco ed un altro politicante del comune 
di Bellingham si avventurano  sul palco e si siedono a sinistra. A 
destra sono seduti i rappresentanti delle tribu' che vivnono nella 
contea di Whatcom. Fra poco il sindaco leggera' una dichiarazione che 
riconoscera' per la prima volta, probabilmente negli USA, che gli 
indiani sono stati i primi umani ad abitare la terra ed a navigare 
l'oceano della Whatcom County.
Ritornati alla macchina quella benedetta figlia di X#@$%&** non vuole 
partire. Io non valgo una cicca come meccanico, Sam ha piu' esperienza 
di me ma anche lui brancola nel buio. Alla fine ritorniamo a casa in 
carro attrezzi.
Terza tappa: Seattle. Chi lo evrebbe mai detto che il calore emanato dai 
grattacieli e gli edifici in mattone di questa citta' nordica mi 
avrebbero trasportano nella mia citta' natale Modena arrostita dal sole 
di  luglio! Il sole puo' picchiare anche qui. Mentre remavo nel lago di 
Washington con le gambe intrappolate dentro al kayak, dopo un buon 
pranzo messicano con margherita al mango, ho dovuto bagnarmi la testa 
ripetutamente per non rischiare un'insolazione.
Il panorama sul tetto dell' hotel e' magnifico: a sud lo Space Needle 
(una torre con un disco che sembra un UFO pronto a decollare) e  la 
sagoma imponente del vulcano Tahoma, a sud ovest  le isole del Puget 
Sound ed ad ovest la catena montuosa delle Olympic Mountains con il 
monte Olympus in full view! Ci ritroviamo lassu' alla fine della 
giornata con gli amici di Sam dal Minnesota a bere birra, peccato che 
noin ci sia una piscina...
Sono qui per fare la turista e come tale mi infilo nel SAM= Seattle Art 
Museum che 'e stato appena ristrutturato. Finalmente un po' di 
archetettura contemporanea decente in Seattle! Ma la cosa piu' 
interessante e' la riorganizzazione della collezzione d'arte del museo. 
Non piu' una segregazione murale tra l'arte degli occidentali e quella 
di altre culture. Per me ha un grosso significato simbolico: finalmente 
questa varieta' di opere d'arte (un miscuglio di Europa, US bianchi, US 
Africa-America, Native America, America del Sud, Africa, Asia ed 
Australia) stanno tutte sullo stesso, letteralmente, piano! Il 
visitatore e' forzato ad aprire la sua scatola chiusa che classifica 
l'arte a seconda del colore della pelle, posizione geografica ed in 
ordine cronologico.
Il rientro a casa di sera non fila liscio come l'olio come 
silenziosamente speriamo. La motocicletta decide di giocarci uno scherzo 
mentre stiamo viaggiando in terza corsia. Il motore singhiozza come se 
fosse senza benzina, Per fortuna che ci accostiamo alla corsia di 
emergenza senza essere travolti dal traffico convulso ed agressivo. E' 
la prima volta che mi capita di essere bloccata cosi' sull'autostrada 
senza un telefono a portata di mano ed un autogrill nelle vicinanze. 
Chissa' le sfere celesti devono aver avuto pieta' di noi perche' Sam 
dopo aver attorcigliato due cavi elettrici e' riuscito a far partire di 
nuovo la moto. Finalmente posso osservare le stelle e la via lattea 
attraverso la visiera del casco senza preoccupazioni meccaniche. 
Peccato, nessuna stella cadente sfreccia nell cielo calmo estivo, solo 
il suono atroce dei jets militari, fra poco saremo di nuovo alla Rock 
House.
Tanti saluti e buone vacanze
                                                     Betty
Così come io vi vedo
così come io vi giudico
così voi mi vedete
così voi mi giudicate.
Non importa innanzitutto come
importa che così è.
Ed io vorrei confondervi
fuggire la mia immagine
contraddirmi felicemente
e sorridere
                         gianni
                                                     8 luglio 2007
*
*
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****
*
****
**
*/                    /**/           E' quando il caldo
si fa più ammorbante
che occorre guardare
in tutte le direzioni
......................
/*
*nel prossimo "Gettare"    *
*L'unione della vita*
*e dell'ambiente*
*di*
*Umberto Franchi
*
I 20 anni de
La linea dell'occhio,
rivista del Circolo del Cinema.
E' uscito il numero 58!!!!!!
*
*//////////////**//*
*/ /**Invio **/queste email anche a chi conosco poco o pochissimo,/*
*/o a chi magari non mi conosce o che solo casualmente/*
*/       è entrato nella (mia) posta  
ettronica.                                                                                                                   
/*
*/Chi per qualsiasi ragione non vuole ricevere questi messaggi/*
*/e lo faccia,  e scusatemi, sapere:     gianniq@??? 
<mailto:gianniq@protocol.it>  /*
*/Chi invece si sente partecipe, anche quando dissente,/**/ aggiunga, 
proponga, faccia le sue critiche, e magari  faccia circolare ..../*
*/                                                          Chi vuole 
essere inserito 
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