[Badgirlz-list] [ot]RoboCup 2007 ed evento curioso.

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Author: Errata
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Subject: [Badgirlz-list] [ot]RoboCup 2007 ed evento curioso.
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Notiziola legata alla robocup (i robot che giocano a
calcio, ci furono
un anno a webitt).
Ero tutto contento che il robot della mia citta'
finalmente
partecipasse, ma il fucking christ c'ha messo lo
zampino.....fatece
'na colla! :))

Tra l'altro apriranno una "divisione" della robocup
dedicata ai
nanobots dove il campo di calcio sara' delle
dimensioni di pochi
millimetri quadrati e l'arbitro seguira' l'incontro al
microscopio.
non male!


L'androide c'è, ma i soldi no

Creato al Politecnico di Torino, Isaac-2 doveva
partecipare alla
RoboCup di calcio. Ma ha perso l'appuntamento perché
mancavano i 10
mila euro del biglietto aereo per Atlanta

LUIGI GRASSIA

«Siamo una squadra fortissimi / fatta di gente
fantastici» cantava un
anno fa l'inno non ufficiale della Nazionale di calcio
campione del
mondo. Che proseguiva: «E nun putimm' perde / e fa
figur' e mmerd'».
Ma a un anno esatto da quella vittoria indimenticabile
proprio una
«figur' e mmerd'» è quella che ha fatto l'Italia,
negando alla sua
Nazionale di calcio per robot i pochi euro che
sarebbero stati
necessari e sufficienti per pagare la trasferta ad
Atlanta (Usa), dove
fra il 2 e il 10 di questo mese si è disputato il
mondiale di
categoria. Sì, proprio il campionato mondiale di
calcio per robot - si
chiama RoboCup - appuntamento fondamentale per testare
le più avanzate
tecnologie di settore, applicabili per esempio alla
realizzazione di
arti artificiali. Doveva partire da Caselle il robot
Isaac-2,
costruito dal Politecnico di Torino, e in America lo
aspettavano con
tutto l'interesse e la curiosità che può suscitare
l'Italia nel
calcio. Niente da fare. I soldi non si sono trovati
(non nel bilancio,
non da sponsor) e la trasferta è sfumata.

«Per mandare oltreoceano 4 o 5 persone e i materiali
servivano 10 mila
euro - spiega Alberto Tarizzo, del team di progettisti
- e invece
abbiamo dovuto rinunciare. Peccato, perché al RoboCup
Symposium era
stato accettato un mio documento scientifico». Tarizzo
la prende con
filosofia, tanto ha già capito che in Italia la
ricerca si fa con i
fichi secchi. Ma questa storia sembra proprio la
rappresentazione di
come le cose non dovrebbero andare.

In assenza della nostra squadra «fortissimi» le due
categorie
principali della RoboCup 2007 sono state vinte da un
team di Osaka
(Giappone); l'Isaac-2 torinese è stato presente solo
per interposto
robot, con una macchina che ha partecipato con i
colori
dell'università della Carinzia, ma in realtà è stata
costruita a
Torino e venduta agli austriaci (solo il software era
loro). Isaac,
che prende il nome da Asimov, è realizzato dal team
del professor
Giuseppe Menga. È alto come un bambino di 8-10 anni e,
oltre a saper
riprodurre con naturalezza molti gesti umani, ha un
doppio cervello
elettronico collegato con una telecamerina, che gli
permette di
«vedere» quel che gli sta intorno (il campo, la palla,
gli altri
giocatori), di elaborare le informazioni e di reagire,
decidendo come
trovare la via del gol. Pesa 13 chili e ha 6 gradi di
libertà nei
movimenti di ogni gamba, 2 per ogni braccio e 2 per il
collo. È fatto
di alluminio e zinco, con particolari in titanio e
nylon. Sui piedi ha
8 sensori, sui giunti altri 10 e sul busto ospita 3
accelerometri e 2
giroscopi.

Spiega Tarizzo: «Il robot italiano è particolarmente
sofisticato,
perché segue lo sviluppo motorio dell'uomo, cioè
provvede prima a
stare in equilibrio e solo di conseguenza a camminare.
Gli altri robot
fanno il contrario: badano a muoversi e solo in un
secondo tempo,
mentre camminano, si pongono il problema di non
cadere; perciò, a
guardarli, sembra che barcollino e, se vengono
spintonati, o anche
solo sfiorati durante un'azione di gioco, cadono
facilmente». Invece
Isaac «non solo si muove in modo naturale, ma con i
suoi sensori
interpreta le spinte degli avversari come disturbi
esterni, a cui
reagisce cercando di non cadere, per esempio sporgendo
il busto in
avanti». Grazie ad Isaac si stanno sviluppando nuove
tecniche
applicate alla riabilitazione delle gambe lese da
incidenti; per il
momento questi arti artificiali non interagiscono
direttamente con i
nervi e «quindi non sono bionici», ma quello è un
passo previsto.

Il robot italiano avrebbe partecipato a un torneo di
partitelle uno
contro uno, mentre in un girone parallelo si sono
battute squadre di
11 robot contro 11, che cercavano di sviluppare
tattiche collettive.
Questi altri automi non sono di forma umana: sembrano
cestini dei
rifiuti e si muovono su rotelle. Ma un giorno la
tecnica e le
prestazioni di Isaac e dei suoi simili si fonderanno
con le capacità
di elaborazione tattica in attacco e in difesa di
questi fratellini
più piccoli.

La RoboCup ha un obiettivo a lungo termine: mettere in
campo una
squadra di androidi in grado di giocare una partita di
calcio con i
campioni del mondo umani. L'appuntamento è per il 2050.



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