Ricevo ed inoltro.
Elisabetta (zaatar)
Mille sono i passi che separano il lato palestinese da quello israeliano al 
valico di Erez, lunico disponibile per chi voglia o possa andare da Gaza in 
Israele. Contati uno ad uno come avranno fatto tante volte i palestinesi che 
fino a pochi giorni fa ancora potevano passarlo. Ora il valico per loro e 
chiuso. Gli stranieri possono attraversarlo tenendosi in contatto con i 
soldati dallaltra parte. Prima cerano i poliziotti palestinesi che con la 
radio comunicavano i nomi e aspettavano il permesso. Ora sono stati mandati 
a casa da Abu Mazen, il presidente della quasi fantasma ANP, con il ricatto 
di sospendergli il gia misero salario. Un misura contro il governo eletto 
di Hamas ma che si ritorce sui palestinesi di Gaza. Ma importa qualcosa ad 
Abu Mazen se il suo popola non puo uscire da Gaza? Quei poliziotti non 
possono essere sostituiti. Se le milizie fedeli al governo di Hamas si 
avvicinassero sarebbero subito sotto il fuoco dei soldati israeliani e 
comunque con loro Israele non vuole parlare.
E un conflitto sporco quello esploso tra Fatah e Hamas. Nulla di religioso, 
nulla di direttamente relativo alla situazione mondiale , solo potere, una 
questione molto localizzata. Quel potere che Fatah ha perso con le ultime 
elezioni e a cui non si e mai rassegnata. Anche perche gli USA, Israele e 
lEuropa, ci hanno messo comunque il loro zampino. Come poteva un governo 
legittimamente eletto esercitare i suoi poteri se dallaltra parte cerano 
milizie, esponenti politici, collaboratori di Israele che ogni giorno 
manovravano contro. Gli stessi capi che si sono dati alla fuga abbandonando 
i loro uomini, molti dei quali addestrati in Egitto con lauti finanziamenti, 
alla merce degli armati di Hamas, meno equipaggiati e di numero inferiore. 
Questione di potere dicevo, ad esempio avete mai visto Abu Mazen incontrare 
i capi di stato e di governo insieme al primo ministro ? Eppure si era 
passati ad un governo di unita nazionale dove Hamas aveva ceduto posti, 
anche se ne aveva diritto. Ma questo a Fatah pare non bastasse. E neanche al 
solito Quartetto , tranne qualche timida apertura della Europa.
Nessuno si augura che arrivino restrizioni religiose e socio culturali a 
Gaza. Personalmente non ho simpatia per il fondamentalismo religioso in 
genere, ma il rischio e alto; Hamas e stata messa in un angolo, la sua 
religiosita se portata ai limiti estremi sara un durissimo colpo per la 
predominante cultura laica palestinese. E intanto in West bank, Fatah 
arresta , sequestra chi non sta con loro, nessuno ne parla perche nessuno 
puo parlare, in questi giorni la dissidenza e anche solo la critica verso 
Fatah viene pagata con il carcere immediato. E i massmedia non ne parlano 
perche ora occorre sostenere il buono contro il cattivo.
Di fronte Gaza city tutte le sere al tramonto si accende una linea di luci 
sul mare. Sono i pescatori che raggiungono il limite imposto da Israele per 
la pesca , tutti insieme per sfruttare fino allultimo centimetro.Purtroppo 
uno di loro, tra i tanti altri, non potra piu andarci. In un pomeriggio di 
scontri , proprio sotto le mie finestre, e stato colpito da una delle 
pallottole vaganti. Cerano uomini che gridavano verso la vicina caserma dei 
pompieri per chiedere soccorsi, ma nessuno rispondeva. Caricato in macchina 
con le gambe penzolanti dal finestrino e stato portato via. La situazione 
e drammatica per la vita dei palestinesi, le ultime vicende sono state 
terribili, ma oggi a Gaza le persone vanno in spiaggia, per le strade non si 
vedono uomini armati, tutti aspettano i prossimi avvenimenti, la mancanza di 
generi di prima necessita, nessuno cede allottimismo. Purtroppo il sogno 
nazionale palestinese non e morto laltro ieri, come un po 
superficialmente qualcuno vorrebbe far credere, ma era moribondo gia da 
dopo Oslo, con la complicita internazionale e qualche interesse di troppo 
palestinese.
Quanto e successo nelle ultime settimane ha oscurato il ricordo dei 40 anni 
di occupazione. Il Golan, il Sinai, Cisgiordania , Gaza e Gerusalemme Est 
l8 giugno del 1967 cadevano nelle mani delloccupante, come conclusione , 
gia allora, di una guerra preventiva scatenata dallesercito israeliano. A 
Gaza ce Kayed, ha 39 anni, una vita, lui non ha mai visto la moschea di Al 
Quds , la citta santa. Qualcuno sento che ironicamente parla ora di 3 stati 
palestinesi. Ma uno non ce mai stato e sara difficile che ci sia. Si 
chiama Gerusalemme Est, al Quds. Ogni giorno la citta palestinese perde 
qualche pezzo, fisico e morale. In un silenzio fragoroso la comunita 
internazionale lha completamente dimenticata. Oggi ci sono quartieri divisi 
dal Muro, ore e ore per tragitti che prima erano di minuti,  palestinesi 
costretti a lasciarla in base a mille pretesti messi in piedi da Israele, 
altri che si infilano in 20 in una stanza pur di non abbandonarla, 
bandierine con la stella di Davide che aumentano a segnalare la nuova 
colonia che nasce dalloggi al domani. I donatori internazionali che 
vorrebbero avviare progetti di nuova economia si sentono rispondere dalle 
associazioni palestinesi che tra un po non ci saranno neanche le pietre da 
vendere e che gli organismi internazionali dovrebbero intervenire con 
iniziative politiche per difendere la presenza palestinese nella citta.
Unultima annotazione: non fermiamoci ai titoli dei giornali o a qualche 
attivista alla Magdi Allam (che chiamarlo giornalista e veramente troppo), 
leggiamo, informiamoci da diverse fonti, cerchiamo di scavare al di la dei 
salottini televisivi, ne va della nostra intelligenza e della vita dei 
palestinesi.
24 giugno 2007
Lino Zambrano, cooperante a Gaza (responsabile Cric Palestina e 
collaboratore di Salaam )
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