In Messico continuano a maturare riflessioni che ci sembrano molto più 
vicine alla nostra vita politica di quanto la distanza geografica e sociale 
fra i due paesi potrebbe lasciar supporre. Riportiamo lo stralcio di una 
conferenza tenuta all'Università Autonoma di Città del Messico pochi giorni 
fa, come contributo ad una discussione sull'autonomia dei movimenti che 
pensiamo divenire sempre più ineludibile ad ogni tornata elettorale... 
Aspettando che i percorsi tornino ad incrociarsi in basso e a sinistra.
"Quando e come l'etica e la politica hanno preso queste strade?
L'etica, la strada asettica e mediocre dell'accademia.
La politica, la strada dei "realisti" cinismo e spudoratezza.
Quand'è che l'intellighenzia progressista ha rinunciato all'analisi critica 
e si è trasformata nella triste piagnona delle sconfitte e fallimenti di una 
parte della classe politica morta ormai da anni?
Quando è avvenuta questa magica alchimia che ha fatto degli intellettuali 
progressisti i giustificatori, e non poche volte gli adulatori, di una 
"sinistra" tanto tra virgolette e tanto a destra che devono fare giochi di 
prestigio per tirarla fuori della sua collocazione reale nello spettro 
politico?
Quand'è che l'etica ha smesso di essere un riferimento ed è stata sostituita 
dai sondaggi, dal rating, dagli agglomerati di masse o di voti, arrivando 
così a paragonare il presidio contro la frode elettorale del 2006 col 
recente concerto di Shakira in piazza?
"Bisogna stare dove c'è la gente", hanno detto. Dunque sicuramente erano lì, 
quando Shakira mostrava quello che io, umilmente e con le mie modeste 
possibilità, le ho insegnato. Ma questo è stato tanto tempo fa. Adesso, solo 
con molto sforzo muovo i fianchi ogni volta che mi accomodo sul sedile, nei 
lunghi viaggi del nostro giro per l'Altro Messico, quello del basso, quello 
della sinistra senza virgolette, senza presupposti e senza corrispondenti 
assegnati.
Ma sto divagando. Basta giochi di parole. Stiamo parlando di cose serie e 
dobbiamo essere seri, formali, noiosi.
Ritorniamo dunque alle domande:
Quand'è che la casta parassita della classe politica messicana, analisti e 
presentatori che l'accompagnano, si è trasformata in una disordinata squadra 
di buffoni senza pubblico e senza commedia?
[...] E che ne è stato della "sinistra" (ho già messo così tante virgolette 
per "sinistra" che temo che ormai siano finite sulla tastiera) che ha preso 
la via elettorale (qualcosa di comprensibile e valido) ed in questo 
passaggio ha abbandonato i principi, cioè, l'identità, come fossero non solo 
un mucchio di spazzatura, ma anche una zavorra?
Con uno strano ragionamento, gli evidenti fallimenti non hanno portato a 
riproporre il luogo dei principi dell'ambito politico che si reclamava, e si 
reclama, come la lotta per la giustizia, quell'eterno assente nel Messico 
del Basso - e nel mondo -.
No, se si sono persi o sono stati rubati (la differenza sta nella quantità 
di pubblicità pagata per ogni bando) è perché è mancata la "strategia dei 
media", come ora si chiama la claudicazione nei principi, la sottomissione 
al Re Mida del potere che tutto ciò che tocca trasforma in merda.
Ed è fallita "la politica delle alleanze", come adesso si chiama il servile 
corteggiamento alla classe dominante che, è vero, è civettuola, ma sempre 
fedele ai suoi interessi.
E sono falliti gli accordi e "l'unità" ad ogni costo, per qualsiasi posto. 
"Uniamoci", dicevano, ma in realtà pensavano: "subordina", "dimentica", 
"arrenditi". E chi ha detto e dice "NO!" è "settario", "infantile", "fa il 
gioco della destra".......
Su 
www.inventati.org/yabasta.genova è possibile trovare il testo completo di 
questa conferenza, insieme ad alcuni altri scritti recenti del movimento 
zapatista riguardanti il Messico (o l'Italia?).
Ya Basta! Genova
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