Independentzia eta Sozialismorantz
EUSKAL HERRIA, PASSO A PASSO
Informazione d'ASKAPENA, Nº 181
Video di la sinistra basca:
www.askapena.org
Una nuova vittoria popolare
La sinistra basca è stata protagonista di una nuova vittoria
popolare.
Il significato delle recenti elezioni trascendeva, di molto, la portata
di elezioni municipali. Per la sinistra basca che aveva fronteggiato le
esigenze ingiuste di uno Stato autoritario, stava in gioco l'essere o
non essere. Erano molte le domande che giravano nell'ambiente: Come
avrà colpito questo nucleo di genti coerenti l'apartheid alla quale
sono sottoposte da quattro anni? Manterranno la loro base sociale
malgrado tutti i messaggi del nemico annunciassero la loro
decomposizione e dissoluzione? Continueranno ad avere capacità di
seduzione malgrado il PSOE ed il PNV abbiano parcheggiato in via morta
il processo per il quale tanto aveva scommesso la sinistra? Crederanno
nella partecipazione elettorale quanti hanno visto come il fascismo
annullava 380 candidature popolari?
Crederà il paese nella loro
potenzialità ed iniziativa quando non servirono a niente le 85.000
firme con le quali avallò le candidature popolari? Che appoggio possono
avere nelle urne alcune sigle parzialmente legalizzate che sono state
ignorate dai mezzi di informazione, perseguite per strada, soffocate,
dequalificate come" voto inutile?" I settori popolari continueranno a
scommettere su un processo risolutivo o avranno perso la loro pazienza?
Continueranno a scommettere su un lavoro istituzionale che è loro
negato o volteranno la schiena, stufi di umiliazioni, ad un tessuto
istituzionale al quale cercano di ridurrli?
La giornata elettorale
Molte ed importanti domande che
giravano nell'ambiente, stavano nella mente di tutti ed ebbero compiuta
risposta nella giornata elettorale. Alcuni incidenti mattinieri furono
espressione del malessere e rabbia che sentivano quanti erano stati
illegalizzati. Incidenti di poca importanza che non ostacolarono
l'esercizio del suffragio. Più frequenti ed estese furono le proteste
alle urne contro i responsabili dell'illegalizzazione fascista quando
questi concorrevano a depositare il loro voto. Quasi tutti essi si
trovarono con un non desiderato" comitato di accoglienza." Gli
illegalizzati li aspettava coi cartelli abituali contro l'apartheid. E
la nutrita presenza poliziesca, non potè ostacolare che i demo-fascisti
ascoltassero le giuste denunce che li hanno accompagnati durante tutta
la campagna elettorale.
Ma, la cosa più vistosa e spettacolare, fu la mobilitazione massiccia
dei settori sociali che conformano la sinistra basca. Dove era
legalizzata, tutti i tavoli contavano sul corrispondente procuratore di
ANV, le sigle della dignità. In altri tavoli, dove ANV stava
illegalizzata, ci fu presenza di militanti che esigevano di lavorare
come procuratori e che suscitarono accesi dibattiti coi presidenti di
tavolo. A tutti essi si andava avvicinando la base sociale della
sinistra per depositare un voto che, in molti dei casi, era condannato
in anticipo ad andare nel cestino. Ma prima, doveva essere contato e,
benché non constasse nei verbali elettorali, constava nello scrutinio
degli analisti politici. Chiuse le urne e, quando cominciava a
conoscersi il risultato delle stesse, risaltò la notizia. La sinistra
basca non solo restava viva ma stava dimostrando anche una presenza
molto significativa nelle urne. Si stava producendo un fenomeno
sorprendente. Una forza che è da quattro anni illegalizzata,
emarginata, privata di spazi comunicativi, sociali economici, stava
crescendo rispetto alle elezioni precedenti. Dimostrava il suo
insediamento in tutta Euskal Herria e si consolidava come una sinistra
vigorosa e strutturata. I risultati che si andavano conoscendo
spezzavano i presagi liquidazionisti di quanti annunciavano la fine
della sinistra basca. Quella notte confermò che siamo meno di quelli
che dovremmo ma molti più di quello che si immaginavano i nostri
persecutori
Dopo la notte elettorale
Senza fare complessa analisi di cifre,
daremo alcuni brevi dati che giustificano l'ottimismo della sinistra
basca e dei suoi molti amici. 150.000 voti, in condizioni tanto
avverse, sarebbe stato un buon risultato; molto al di sopra delle
previsioni, furono 187.000 le cedole che reclamarono un processo
democratico. La sinistra è stata l'opzione politica più votata in 55
località, in 25 delle quali avrebbero già assicurato il comune. I
cndidati eletti dalle istituzioni provinciali furono 24, 19 di essi
illegalizzati. I consiglieri comunali eletti furono 719, 282 di essi
illegalizzati.
Il PNV, durante tutti questi mesi, è stato l'alleato fedele del PSOE
per vuotare di contenuto il processo e per schiacciare la sinistra. Il
presidente del PNV ha guadagnato molti numeri interi nella Corte di
Madrid ma i suoi compaesani gli hanno voltato le spalle. Benché sia il
partito che più appoggio ha avuto, ha sperimentato un'importante
perdita di voti in tutte le circoscrizioni dove si presentava. La
destra spagnola, tanto belligerante col processo di risoluzione, passa
ore difficili in vari territori; la strategia contraria al processo che
ha mantenuto il PP ha supposto in Euskal Herria una perdita di 50.000
suffragi. In Navarra, gli elettori di centro con una certa sensibilità
vasquista, hanno avuto molto buoni risultati. Non era molto
incoraggiante la notizia. In un territorio chiave per la risoluzione
del processo, aveva grande appoggio sociale un vasquismo che non si è
implicato per niente nella risoluzione del conflitto. In questa
coalizione, conosciuta come Nafarroa Bai, sono confluite varie correnti
che volevano spostare all'ultradestra di UPN e lasciare senza spazio
Batasuna. Hanno ignorato l'illegalizzazione di quanti furono i loro
compagni e hanno collaborato con l'apartheid ogni volta che hanno
potuto. Riprenderanno un atteggiamento di fermezza di fronte allo Stato
quelli che molto tempo fa vi rinunciarono? O, al contrario
continueranno a sprecare energie per emarginare la sinistra
soberanista? Promuoveranno il cambiamento che chiede loro la società
che ha votato per loro? Sospettiamo che la loro composizione
eterogenea, la loro volontà pactista (riferito agli aderenti ai vari
"patti antiterroristi", NdT) e conciliatrice, la sua dipendenza della
destra basca, PNV, ed il suo attaccamento ai sedili istituzionali
lasciano in evidenza quella leadership per il cambiamento che
bandiscono.
Prospettive di futuro
La sinistra non cercava né si accontenta
di una ripartizione di cariche per realizzare la mera gestione
istituzionale. Il trionfo che ha mietuto nella battaglia per il voto la
situa davanti a nuove sfide. La prima -un'altra nuova e dura battaglia-
esigere al resto di formazioni tutti quei posti istituzionali che, per
volontà popolare, spettano alla sinistra e che sono andati ad altre
mani per colpa dell'illegalizzazione. Dalla stessa notte elettorale si
sta facendo questa collocazione agli usurpatori. Daremo informazione di
questa nuova battaglia. L'altra sfida è molto più determinante da una
prospettiva di futuro: attivare tutto il potenziale umano, ed ora
istituzionale su cui conta la sinistra, per riattivare un processo di
risoluzione che affronti le radici del problema.
Euskal Herria, 4 Giugno di 2007.
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