[NuovoLab] guerra nelle strade...

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Author: Edoardo Magnone
Date:  
To: forumgenova
Subject: [NuovoLab] guerra nelle strade...


12.05.2007 ore 14:25:00.

Guerra nelle strade... ma è solo una finzione

Agrate Brianza (MI) La vediamo in scena praticamente ogni giorno, attraverso la
televisione le nostre case vengono inondate quotidianamente da istantanee di
sangue, morti, civili feriti, strappati alla vita da una bomba cluster o una
mina antiuomo, impiccamenti, rappresaglie.

Da anni ce la propongono in tutte le salse, perciò ne conosciamo il linguaggio,
le conseguenze, viviamo quotidianamente la sua tragedia sotto forma di
rotocalco, tamponata dalla patina delle pagine settimanali. Ne sentiamo parlare
così spesso che più che abituati ce ne siamo assuefatti. Per le nostre strade
però, nessuno l’aveva ancora vista. Almeno ai giorni scorsi, quando i ragazzi
dell’associazione Sulè di Agrate hanno dato il via a una settimana di
iniziative coronate da tre incursioni vere e proprie per le strade di
Vimercate, Inzago e Agrate Brianza. Lo scopo: tornare a sensibilizzare la gente
sull’aspetto più tragico e vero della guerra.

Lontano dalle cineprese e dai campi di battaglia, i ragazzi del Sulè si sono
calati le maschere antigas e bardati da mantelline militari sono scesi dai loro
furgoncini accompagnati dai suoni concitati e ripetitivi delle esplosioni e
delle raffiche di mitra.

Ad accoglierli gli occhi sbarrati della cittadinanza ignara che ha seguito le
incursioni con crescente coinvolgimento «vogliamo che la gente sappia cosa
significa vivere in un paese in guerra» racconta Anna Porta, organizzatrice e
partecipante alle incursioni «è facile seguire immagini di guerra con le spalle
affondate nello schienale del proprio divano, un’altra cosa è esserci in mezzo.
Ecco, per un pomeriggio la nostra città è stata in guerra». Portare in piazza
la guerra per valorizzare la pace, è questo lo spirito sotteso all’intera
iniziativa, il titolo dice tutto “La quarta guerra mondiale: una settimana per
parlare di pace e giustizia”.

«La scelta di coprirci il volto è indirizzata a rappresentare il lato più
disumano della guerra, quella spersonalizzazione che abbassa tutti gli uomini
al ruolo di bestie al massacro. Non c’è niente di umano in una guerra, proprio
come non ci sono tratti umani nella sagoma di una maschera a gas». La
realizzazione è stata possibile grazie al prezioso aiuto di associazioni come
Catavasco di Pessano, Cas di Inzago ed Emergency. «L’idea originale è nostra -
ricorda Anna - ma l’intento è stato quello di coinvolgere più realtà
possibili». Quelli Del Sulè non escludono di esportare l’idea in altri comuni e
di proporla ad altre associazioni, visto il successo riscosso tra la gente. In
alcune piazze c’è stato anche chi ha voluto avvicinare i ragazzi bardati in
nero per raccontare i loro ricordi dell’ultima “reale” guerra «C’è stata una
signora che aveva gli occhi lucidi mentre mi raccontava come aveva vissuto la
guerra - dice ancora Anna Porta -. E’ stato toccante, avrei voluto non
andarmene più».

Oltre alle incursioni i ragazzi hanno allestito mostre fotografiche e spettacoli
teatrali che hanno riscosso un successo analogo, anche se con un impatto meno
diretto. Ora la fervida ciurma del Sulè ritorna alla propria casa base, con un
bagaglio di foto, filmati ed emozioni ineguagliabile, che fornirà sicuri spunti
per altre coraggiose iniziative.

Walter Comi

http://www.ilmeridiano.info/articolo.php?Rif=11753