[autorgstudbo] Per un percorso di autoformazione

Delete this message

Reply to this message
Author: News AutOrg.anizzazione Stud.entesca BO
Date:  
To: autorgstudbo, c38, lcasseur, Collettivofemministaunibo, collettivospa, foodnotbombs_bolist, redazionespock
Subject: [autorgstudbo] Per un percorso di autoformazione

scusate.. ho dimenticato la seconda parte
ciao...

___________________________________________________

PER UN PERCORSO DI AUTOFORMAZIONE

La necessità di aprire un percorso di autodeterminazione del proprio
percorso formativo è da alcuni mesi uno dei nodi attorno a cui si è
sviluppato il dibattito interno al collettivo s.p.a di Scienze politiche.
Il discorso attorno all’università italiana sarebbe sterile se non si
individuassero le specificità e le finalità dei dispositivi sia
organizzativi che metodologici che governano le relazioni che le studentesse
e gli studenti sono indotti ad attivare con il corpus didattico che gli
viene somministrato.
La questione del metodo è inscindibile dal contenuti degli insegnamenti.
Occorre ribadire la carica tutta politica dei dispositivi pedagogici
universitari.

La gestione dall’alto dei piani di studi, una didattica basata
essenzialmente sulla lezione frontale del docente e sulla ricezione passiva
dello studente; la somministrazione di pacchetti di nozioni frammentate e
deproblematizzate, l’esame finale come potere di certificazione
dell’accettazione acritica del contenuto delle lezioni, sono parte centrale
di quel processo di esproprio e mezzificazione della conoscenza e delle
abilità cognitive degli studenti che fanno dell’università una istituzione
orientata alla riproduzione e alla legittimazione dei processi di dominio ed
alienazione che governano la società.

La critica politica di tale stato di cose deve vedere nella messa in
discussione della didattica uno dei suoi tratti caratterizzanti. Da qui la
scelta di aprire un percorso di seminari autogestiti la cui forma e
contenuti siano direttamente conflittuali con la didattica vigente.
A partire dall’analisi dei diversi significati della transizione dal
fordismo al postfordismo, apriamo un ciclo di assemblee aperte che vedranno
anche la partecipazione di docenti ma che devono avere nella discussione
collettiva e nella dinamica assembleare la loro “forma politica”.

I nodi che proponiamo all’analisi e al dibattito, per un progetto aperto e
di lungo termine, sono molteplici. Partono dalla ristrutturazione
postfordista della produzione e delle modalità organizzative del mondo del
lavoro, dall’evoluzione del concetto di cittadinanza industriale e dalla
reintroduzione di una produzione di posizioni giuridiche differenziate, per
interrogarsi sui processi di gerarchizzazione e disciplinamento dei
soggetti sociali, sul nodo delle relazioni tra ristrutturazione
postfordista e ri-modulazione(crisi?) dei dispositivi giuridici e cognitivi
di appartenenza alle comunità nazionali.
Crediamo sia decisivo dare particolare attenzione alla genealogia di tali
teorizzazioni, sia in relazione alla letteratura da cui si generano, sia
alle premesse e alle conseguenze
politiche che incorporano in una chiave perlomeno duplice. Ossia da una
parte comprendere le "scuole" di pensiero da cui queste provengono
(genealogia che potremmo dire "scientifica"), dall'altra da quali movimenti
politici sono generate e a quale tipo di rivendicazioni e programmi di lotta
la loro costruzione conduce.

Tali assemblee-seminario saranno realmente autogestite e autoformative solo
se riusciranno a rompere la relazione gerarchica docente/studente e a
considerare ogni teoria e “narrazione” proposta non come la chiave
risolutiva di un problema, ma come una ipotesi da decostruire, indagare,
falsificare e mettere alla prova.
Crediamo sia interessante avere un confronto che sappia indicare dei
percorsi e che piuttosto che partire da una spiegazione del docente, parta
dalla sua "interrogazione" rispetto alle problematiche aperte dall'assemblea
nell'analizzare i testi.
Siamo consapevoli che si tratta dell’inizio di un percorso difficile e tutto
da sperimentare, ma forse proprio in ciò consiste la sfida, nell’assenza di
risposte falsamente definitive.

Un pensiero realmente critico è quello che riesce a mettere in crisi, e 
abbiamo scelto di cominciare a mettere in crisi anzitutto noi stessi.
                                                            Collettivo 
S.P.A.


_________________________________________________________________
Sai cosa è successo oggi?        http://notizie.msn.it