-------- Messaggio Originale --------
Oggetto:     [glt NV] Comunicato della Rete Disramo sull'impiego di 
contractors in Iraq da parte del governo italiano
Data:     Fri, 30 Mar 2007 13:53:06 +0200
Da:     Riccardo Troisi <riccardotroisi@???>
Rispondi-a:     <pace@???>
A:     <tavolopaceroma@???>, <romaperlapace@???>, 
<lilliput-roma-infos@???>, 
<pax-christi-roma@???>, 
<romacittapertallapace@???>, 
<controlarmsroma@???>, <fori-sociali@???>, "'Al 
Gruppo di Lavoro Tematico sulla Nonviolenza'" 
<glt-nonviolenza@???>
COMUNICATO AI MEDIA – Roma, 29 Marzo 2007
*Compagnie private assoldate dall’Italia in Iraq? La Rete Disarmo 
esprime preoccupazione e chiede chiarezza
Il decreto sulle missioni all’estero appena approvato prevede 3,5 
milioni di euro per la stipula di un contratto per la protezione 
dell’Unità di Sostegno alla Ricostruzione irachena
*
Con l’approvazione al Senato è entrato in vigore il Decreto sulle 
missioni militari all’estero, che contiene qualche sorpresa 
problematica. Accanto infatti al ritiro delle truppe italiane dall’Iraq 
ed all’impegno nell’Unità di Sostegno alla Ricostruzione (anche se 
paiono esagerati i fondi stanziati per la presenza di esperti italiani) 
si trova infatti un grosso stanziamento per la protezione della stessa 
USR da parte di una compagnia militare privata.
Il Governo, come si apprende dalla relazione tecnica che accompagna il 
decreto-legge in esame intende infatti per garantire la sicurezza e 
l'incolumità del personale civile presente presso l'Unità tramite un 
contratto con una società di sicurezza privata già sia operante in Iraq 
con personale locale. La spesa complessiva prevista è di 3.498.000 euro, 
cioè oltre 10 volte l’impegno stanziato per il funzionamento dell’Unità 
di Sostegno alla Ricostruzione.
La Rete Italiana per il Disarmo esprime preoccupazione e chiede 
chiarezza per questa decisione, che tende forse solo mascherare una 
presenza militare tramite un appalto ad un’azienda privata.
Va ricordato che in Italia la delicata materia delle società di 
sicurezza privata non dispone di una normativa specifica con regole 
certe, trasparenza, controlli e sanzioni, come sta iniziando ad accade, 
ad esempio, negli Stati Uniti. Grazie ad un provvedimento previsto nella 
legge di Bilancio del Pentagono anche gli operatori privati di sicurezza 
militare con contratti del Ministero della difesa saranno sottoposti 
alla giurisdizione della corte marziale, in caso di reati compiuti su 
teatro bellico.
“Solo recentemente il Pentagono ha adottato questa soluzione, che tutti 
gli analisti vedono come primo passo per sistemare e regolare un 
comparto che ad oggi è una vera giungla”, afferma Francesco Vignarca, 
coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo ed esperto della materia 
(suo lo studio ‘Mercenari Spa’ sul settore della fornitura di servizi 
militari privati.
“In Italia invece, dove alcuni segnali di ampliamento di questo business 
stanno giungendo e dove anche il nostro Governo pensa di utilizzare tali 
compagnie mettendole sotto contratto, nessuna regola è stata scritta e 
certamente non possono funzionare le leggi attualmente in vigore”.
La preoccupazione aumenta poi se si vanno a considerare alcune 
indiscrezioni giornalistiche (si veda servizio dell’Unità online 
all’indirizzo 
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=64395) che 
sostengono che il contratto verrà concluso con l’Aegis Defence Systems, 
una delle aziende leader del settore sul campo iracheno ma anche una 
delle più chiacchierate e problematiche.
Già da alcuni anni alla britannica Aegis è stato affidato il compito di 
fare da punto di riferimento per almeno 50 compagnie di sicurezza 
presenti sul suolo iracheno: una possibilità effettiva di avere quindi 
al proprio comando un vero e proprio esercito suddiviso in compartimenti 
aziendali.
Il contratto è un esempio lampante di cosa non si dovrebbe fare in 
questo campo: il controllo sulle compagnie private (da sempre punto 
debole di questo sistema di appalti) viene affidato ad una delle stesse 
aziende, riproponendo poi il deleterio meccanismo «cost-plus», che un 
enorme sperpero di denaro pubblico dando la possibilità alle compagnie 
di esporre a piacimento costi di gestione.
“Sarebbe importante capire su quali basi, non solo militari e quindi di 
regole di ingaggio ma anche economiche e di contratto, il nostro Governo 
intenda affidare l’incarico a tale società” continua Vignarca. “In fin 
dei conti è una grossa somma di denaro pubblico che dovrebbe avere la 
massima trasparenza di utilizzo, considerato poi il delicato compito che 
si va a finanziare. Certamente non pensavo che nel concetto di 
‘esportazione’ della democrazia si arrivasse così vicini al senso 
puramente economico della parola”.
Infine, ma non da ultimo, la preoccupazione di Rete Disarmo si sofferma 
su uno dei capi e fondatori di Aegis: Tim Spicer, militare e mercenario 
protagonista di affari oscuri, colpi di Stato e vendite di armi in mezzo 
mondo. Un personaggio che vive con orgoglio la sua condizione di 
operatore di servizi militari nel mondo e che con sfrontatezza ha difeso 
– nel suo libro intitolato “Un soldato non ortodosso” - le sue azioni 
poco chiare sia in Sierra Leone (fornitura d’armi durante la guerra) sia 
in Papua Nuova Giunea (supporto segreto al governo in azioni d contrasto 
a ribelli).
La Rete Disarmo chiede quindi urgentemente al Governo di chiarire le 
condizioni di aggiudicamento del contratto previsto dal Decreto sulle 
Missioni e confermare o meno l’identità della compagnia che ne usufruirà.
Riteniamo che sia importante arrivare, sul tema della fornitura privata 
di servizi militari ad un forte controllo e ad un’efficace regolazione 
anche perché sempre di più come “armi” non dobbiamo solo intendere gli 
strumenti e le tecniche fisiche ma pure questi aspetti della nuova 
natura bellica mondiale: i servizi di natura bellica (supporto, 
addestramento, logistica). Sempre più compagnie (anche italiane, si veda 
ad esempio l’ultimo numero di Altreconomia 
http://www.altreconomia.it/mercenarioquotidiano) in tutto il mondo sono 
in grado di procurare ai governi tali servizi. Con buona pace dei 
trattati e delle “regole di ingaggio” e con buona pace dei più 
elementari criteri di trasparenza.
INFO
sulla Rete Disarmo: 
www.disarmo.org <
http://www.disarmo.org>
Per qualsiasi richiesta ulteriore si prega di contattare la Segreteria 
della Rete Disarmo:
segreteria@??? <
mailto:segreteria@disarmo.org> - 328/3399267