[NuovoLab] Appello per i Palestinesi in Iraq

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Author: Elisabetta Filippi
Date:  
To: forumgenova
Subject: [NuovoLab] Appello per i Palestinesi in Iraq
Qui sotto in italiano l'appello lanciato da Assomud partner di Un Ponte
per...

Appello per i Palestinesi in Iraq: aiuti e protezione immediata

I Palestinesi in Iraq stanno affrontando un'altra 'Nakba' e vivendo un altro
capitolo di esclusione e disumanizzazione. Stanno attraversando uno dei
periodi più spietati dalla Diaspora del 1948, privi di ogni tipo di
protezione sia a livello locale che internazionale.

Circa 40.000 rifugiati palestinesi che vivevano in Iraq sono le nuove
vittime delle forze di liberazione e del nuovo regime liberale. Dalle
uccisioni alle minacce, rapimenti, umiliazioni, imprigionamenti, evacuazioni
forzate dalle loro case, trattamenti estremamente discriminatori e
minacciosi. Ondate di palestinesi senza assistenza stanno disperatamente
cercando di scappare da questa inumana realtà cercando protezione nei paesi
confinanti, soprattutto in Giordania e Siria, solo per affrontare un'altra
tragedia.

Da quando gli americani hanno invaso l' Iraq il comportamento verso i
Palestinesi è stato caratterizzato da assalti brutali e crudele ostilità
contro persone innocenti sotto l' infondata accusa di essere dei
collaboratori delle rimanenze del vecchio regime. Conseguentemente gli
attacchi sono stati giustificati e intensificati. Secondo Rased,
organizzazione palestinesi per i diritti umani, i Palestinesi sono stati
oggetto di 662 attacchi armati, 186 persone sono state uccise e tra queste
cinque donne e sette bambini. Anche l' Ambasciata Palestinese non è stata
risparmiata ed è stata assaltata tre volte, mentre l' attachè è stato
imprigionato per un anno. Dall'altra parte le autorità irachene hanno deciso
una serie di procedure ingiuste che hanno aumentato il problema:

1.. Tutti i permessi di residenza, temporanei e permanenti, sono stati
annullati. E' passata una legge che obbliga ogni singolo palestinese a
presentarsi di fronte alle competenti autorità ogni tre mesi. Tutta la
famiglia persino i neonati e le persone anziane senza prendere in
considerazione malattie o infermità. Ogni ritardo comporta una multa di
10.000 dianari.
2.. Non vengono rilasciati documenti di viaggio se non sotto condizioni
molto difficili da ottemperare e solo poche persone sono in grado di
espletarle.
3.. I documenti per i nuovi nati sono stati sospesi fin dal 2003. Così
come non viene rilasciata copia dei documenti a chi li ha persi o copia di
documenti andati distrutti. Pertanto molti Palestinesi sono senza documenti
e in un paese come l'Iraq esposti a severe punizioni, date le condizioni di
sicurezza, è considerato un crimine grave.
4.. Sono esclusi da ogni tipo di assistenza e aiuto umanitario mandato in
Iraq.
5.. Impedimenti ai loro movimenti all'interno dell' Iraq e impedimento a
viaggiare fuori dal paese.
6.. Licenziamenti arbitrari dai posti di lavoro lasciando così miglia di
famiglie senza un reddito.

Tutte queste azioni e altre ancora sono atti che violano tutte le norme
etiche e i diritti umani e sono una minaccia diretta alla vita di migliaia
di civili palestinesi innocenti.

Anche se milioni di iracheni sono accolti in Siria e Giordania, ai
Palestinesi è negato lo stesso tipo di trattamento. Nel 2004 la Giordania ha
concesso l'ingresso a 386 persone sposate con giordani mentre la Siria ha
accettato 256 persone nel maggio 2006. Comunque, a causa delle continue
molestie e della mancanza di sicurezza in Iraq molti palestinesi hanno corso
il rischio di abbandonare il paese, ma si sono trovati bloccati al confine
tra Iraq e Siria vivendo in tende e affrontando difficili condizioni,
completamente abbandonati dal mondo, mentre il loro numero aumenta
quotidianamente.

Donne, bambini, anziani traumatizzati, questi rifugiati sono in una
situazione drammatica e hanno bisogno di ogni tipo di aiuto per permettere
loro di affrontare le difficoltà in un deserto senza vita che può durare per
molto tempo.

Inoltre, chiediamo a tutti i nostri amici, ai gruppi di solidarietà con i
palestinesi, alle organizzazioni per i diritti umani di denunciare questa
realtà all' opinione pubblica, di portare alla luce questa catastrofe e fare
pressione sui loro governi per trovare una soluzione veloce e equa per
questa disumana condizione.

Vale la pene ricordare qui che i Palestinesi in Iraq non sono mai stati
inclusi nell' ombrello UNRWA in quanto le precedenti autorità irachene hanno
sempre rifiutato questa richiesta e tenuto i Palestinesi sotto la loro
diretta responsabilità. Ciò nonostante, vista la situazione attuale, si
richiede l'intervento UNRWA per trovare una possibile soluzione per queste
persone.

Chi è responsabile in Iraq per la protezione dei rifugiati palestinesi?
UNHCR dal 2003 e da subito dopo la caduta del vecchio regime ha
continuatamente dichiarato che tale protezione spetta alle forze alleate
guidate dagli Stati Uniti e al governo iracheno.

Non importa quanti aiuti possono essere stati inviati, ai governi arabi si
chiede di mantenere aperti i confini per accogliere queste persone, mentre
Israele è responsabile per i profughi del 1967 e devono permettere il loro
ritorno a Gaza o nella west bank.

I rifugiati che stanno vivendo al confine tra Iraq e Siria hanno bisogno di
aiuti urgenti, necessitano quotidianamente di cibo, acqua, medicinali, latte
e pannolini per i bambini, ecc.

Le ONG libanesi si stanno muovendo in fretta e stanno facendo del loro
meglio distribuendo tutto quello che riescono a raccogliere per tutti coloro
che sono bloccati al confine.

Abbiamo bisogno del tuo aiuto per poter continuare a distribuire aiuti e
generi di prima necessità. Il tuo aiuto farà certamente la differenza.

I contributi possono essere versati all'associazione Beit Atfal Assumoud sul
seguente conto corrente:

First National Bank Immobilita Bldg. Hamra St.Beirut Lebanon P.O. Box
113-5453

National Institution for Social Care & Vocational Training

Account Number 001-106845-002 Swift No FINKLBBE

www.socialcare.org

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