riflessioni sul Movimento e sulla manifestazione a Vicenza del 2 dicembre 
contro la base militare Dal Molin
di Nella Ginatempo
inserito da antos
Da tutte le parti e soprattutto dai palazzi della politica, laddove la 
sinistra si è fatta intrappolare dai ricatti di un governo che fa la guerra 
di sinistra e il liberismo di sinistra, si sente invocare il movimento.  Se 
ci sei batti un colpo si ripete a gran voce. Dovera il movimento di massa 
quando gli otto senatori dissidenti sono rimasti soli e si è votato per 
continuare la guerra in Afghanistan ?
E dovera quando Israele bombardava il Libano e dovera quando si sono viste 
le stragi di Israele a Gaza e a Beit Hanun ? E oggi perché non scende in 
piazza per ritirare le truppe dallAfghanistan ? Anzi, qualcuno si spinge a 
dire: perché il movimento non ci da una mano per ottenere compromessi più 
avanzati nella coalizione di governo ?
E una ben strana visione di che cosa è, di come è fatta la gente che in 
questi anni ha animato le piazze. Abbiamo avuto un movimento per la pace 
vastissimo che ha attraversato lintera società, che ha contagiato il modo 
di pensare, il modo di essere di milioni di persone. Dove sono ora queste 
persone e perché quella grande energia e partecipazione sembra dissolta come 
neve al sole ?
Ma signori, siete voi che lavete dissipata. Siete voi che sedete nel 
palazzo, con la pretesa di rappresentare la sinistra dItalia - e di essere 
i più autorevoli portavoce di quel movimento che per cinque anni ha lottato 
nel paese- che avete mandato a casa, dissolto quella energia e 
partecipazione. Siete voi che non avete fatto il vostro dovere. Che avete 
trovato mille se e mille ma per votare si alla guerra. E per fare altri, più 
secondari compromessi sulle risorse e la giustizia sociale.
Ho conosciuto centinaia di persone di diverso genere, età e condizione che 
in questi cinque anni hanno lottato contro la guerra, nelle situazioni 
locali e nazionali, che hanno animato nel solo 2003 ben 7000 manifestazioni 
in Italia e migliaia negli anni seguenti. Cosa sperava tutta questa gente ? 
Quale spinta potente la portava a mobilitarsi, come si usava dire ? E 
soprattutto quale evento, quale nuovo clima aveva portato tante persone che 
non avevano mai partecipato prima ad un movimento o che da anni non avevano 
più partecipato, ad accendersi di nuova passione politica ? Cera stata 
Genova e cerano al governo Berlusconi e Fini e questo era un forte elemento 
di coesione della gente di sinistra e soprattutto cera la guerra di Bush e 
bisognava fermarla. O almeno, e questo era il sogno collettivo, bisognava 
ottenere una svolta della politica italiana, che lItalia si dissociasse 
dalla guerra. Dunque in fin dei conti era la speranza, più ancora della 
rabbia, che motivava le persone. La speranza di un cambiamento, poi logorata 
dai lunghi anni di guerra che nessuno era riuscito a fermare. Ma lillusione 
stava nel credere che il cambiamento si potesse ottenere cambiando governo e 
mandando in Parlamento e al governo tante autorevoli voci che erano state 
interne al movimento, parti della sua storia.
In brevissimo tempo questa illusione è stata incenerita. Il governo continua 
la partecipazione dellItalia alla guerra.. Stiamo al seguito della NATO in 
Afghanistan a fare la guerra guerreggiata dopo cinque anni di occupazione 
militare di uno dei paesi più poveri e devastati del mondo. Stiamo coi 
militari armati in Libano, ma sotto légida dellONU, perché sembra che le 
crisi internazionali si affrontano solo con le armi, e lì facciamo finta di 
essere neutrali mentre affamiamo il popolo palestinese con lembargo e 
soprattutto mentre cooperiamo militarmente con Israele, facciamo con Israele 
le esercitazioni NATO, facciamo ricerca sulle armi con Israele, addestriamo 
i militari con Israele, compriamo armi da Israele. La maggioranza e 
lopposizione, insieme al presidente della repubblica chiamano le guerre 
missioni di pace, e vogliono convincerci a chiamare eroi i nostri ragazzi 
caduti in Iraq e Afghanistan per la pace . Il governo di centrosinistra 
insieme a tutte quelle brave persone che abbiamo mandato in Parlamento a 
rappresentare il No alla guerra senza se e senza ma varano una finanziaria 
di guerra che non solo rifinanzia le missioni militari, ma soprattutto 
aumenta in modo esponenziale- un salto rispetto al governo di centrodestra- 
le spese militari con gli acquisti dei nuovi armamenti.
La guerra di sinistra, multilaterale e umanitaria conquista la sua egemonia 
nel discorso politico ufficiale e travolge in brevissimo tempo quel 
pacifismo radicale che si era affacciato sullo scenario politico agli inizi 
del nuovo secolo col suo No alla guerra senza se e senza ma.
E stata dissolta la speranza. Oggi il movimento è come un motore che 
arrugginisce, privo di combustibile. Cè troppa rabbia repressa e delusione 
ed anche passività rassegnazione, attesa e scetticismo. Perché milioni di 
persone dovrebbero scendere in piazza oggi, per ottenere quello che non 
hanno ottenuto con cinque anni di lotte e un cambio di governo ? Si è forse 
ottenuto qualcosa in finanziaria per i precari del 4 novembre? E per la 
Palestina, dopo ben due manifestazioni a Roma e a Milano , e dopo le vuote 
parole sulla conferenza di pace, si è forse posta al Governo e al Parlamento 
con la dovuta determinazione ed efficacia la questione della rottura 
dellaccordo di cooperazione militare Italia-Israele ? E sulle basi militari 
in Italia, si è riusciti a mettere uno stop agli sciagurati ampliamenti 
delle basi USA come Vicenza, Sigonella, Taranto ? E si potrebbe continuare 
via di questo passo. LItalia rimane saldamente ancorata al sistema di 
guerra, con la benedizione di tutto il centro sinistra.
Signori del palazzo che sedete a sinistra, credevate che il movimento fosse 
un juke-box, che bastasse mettere la monetina e pigiare un bottone per far 
partire il disco ?? No, cera un legame, qualcosa di invisibile e di 
profondo che legava il popolo della pace a coloro che oggi presumono di 
rappresentarlo. Una connessione sentimentale. Bruciata questa, avete mandato 
la vostra gente a casa.
E la direzione del movimento, che per anni aveva proclamato nelle piazze il 
suo No alla guerra senza se e senza ma come ha fatto a inghiottire senza 
proteste questo tappo della PolitiKa, questo dissolvimento suicida delle sue 
migliori lotte e piattaforme, come ha fatto a trasformarsi in uno spot del 
Ministro degli esteri, ad accodarsi passivamente alle mediazioni 
inaccettabili volute e imposte al movimento dalla sinistra al governo ???
Improvvisamente sembra che il tavolo si sia rovesciato, non sono più i 
rappresentanti politici che assumono le istanze del movimento per ottenere 
risultati politici, dando priorità alla pace anziché alle loro poltrone, ma 
viceversa le piazze vengono usate per mantenere i consensi a partiti e 
mediazioni di partito.
Lunica speranza per il futuro è che dalla coscienza della crisi possa 
rinascere un movimento nuovo. Senza partiti né grandi né piccoli, senza più 
illusioni sulla democrazia rappresentativa, senza aspettarsi la cosiddetta 
sponda politica, senza più delega. Un movimento che si autodetermini, che 
si autoorganizzi, che non sia al servizio dei partiti, né eterodiretto dalle 
associazioni collaterali al governo, e neanche fagocitato da sigle e 
partitini minoritari, ma che alloccorrenza convinca i rappresentanti a 
servire.
Oggi qualche scintilla rinasce dal basso, dalle lotte locali. A Vicenza 
nasce qualcosa di nuovo, una lotta autogestita per un obiettivo concreto, 
per la smilitarizzazione del territorio. La nostra speranza è che la 
capacità di autoorganizzazione dimostrata con la manifestazione del 2 
dicembre contro la base militare Dal Molin, sia duratura e costante,in grado 
di contaminare anche le altre realtà locali e di costruire percorsi 
orizzontali di collegamento.
23 novembre 2006
fonte: attac
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