Author: ugo Date: To: forumgenova, aderentiretecontrog8 Subject: [NuovoLab] Prof sospeso perchè fa lezione di pace utilizzando gli articoli del "manifesto"
Dopo quasi due anni, è arrivata la sospensione per professore di un professore
di un liceo diGarbagnate vicino a Milano:nel febbraio 2005 aveva usato la prima
pagina del "manifesto" per parlare del rapimento di Giuliana Sgrena e
organizzare un laboratorio di pace per gli studenti
Da "il manifesto" del 21 11 2006
Luca Fazio
Non essendo perseguibile per legge il ripetuto maltrattamento della lingua
italiana, ci toccherà lasciare da parte il dottor professor ìspettor Gino
Badeschi, il quale in fondo ha fatto solo il suo mestiere. Una ispezione, con
tanto di relazione scritta, al liceo scientifico Russel dì Garbagnate, vicino a
Milano, nella primavera del 2005. Occupiamoci allora dell'ispezionato, il
professor Gianni Instano, lettere classiche.
Stando al rapporto, deve essere un pazzo o quantomeno un soggetto pericoloso.
Per esempio è un tipo che solleva «fiere riserve», tocca vaste problematiche ma
le «riversa in una miscela polimorfa ed eterogenea», utilizza per le sue
lezioni «pezzi scrittografici», forse cova «un segreto rovello» e, per dirla
proprio tutta, è solito prendere «iniziative border line». Insomma, è un tipo
che va tenuto sotto controllo, e per fortuna che a vigilare sull'operato di
certi docenti ci sono dirigenti scolastici del calibro di Tiziana Monti. E'
lei, la preside, ad aver avviato un iter sanzionatorio che dopo un anno e
mezzo, finalmente, ha dato i suoi frutti. Gianni Tristano, che adesso insegna
al liceo Allende di Milano - è precario da 18 anni e spesso cambia scuola - il
27 ottobre è stato addirittura sospeso dall'insegnamento (e dalla retribuzione)
per un mese intero.
Cosa avrà mai combinato? Ha insidiato qualche minore? Ha bestemmiato in
diretta durante una lezione, o ha fatto togliere il crocifisso dall'aula? Molto
peggio. Il 19 febbraio 2005, utilizzando un «pezzo scrittografico» regolarmente
acquistato in edicola, ha osato utilizzare la prima pagina del quotidiano
comunista il manifesto, con l'aggravante che quel giorno a tuta pagina
campeggiava il ritratto di Giuliana Sgrena, che era nelle mani dei suoi
rapitori in Iraq, un'immagine che stava facendo il giro del mondo. E nel liceo
Russel di Garbagnate - un tempo si sarebbe detto un «feudo delfino» - quella
trovata fu solo l'inizio di una sconvolgente esperienza border line per due
classi di studenti: una intensa settimana di «laboratorio per la pace». Gianni
Tristano la ricorda così: «E' stata un'attività molto interessante e seguita
con passione, abbiamo fatto cartelloni, abbiamo discusso, abbiamo utilizzato
internet per fare ricerche sulla guerra, e tutto il materiale prodotto è stato
esposto». Fino a quando la preside, pardon, la dirigente scolastica, ha deciso
di rimuovere il materiale sovversivo: sotto la foto di Giuliana Sgrena, a
pennarello nero, gli studenti avevano anche scritto «La mia vita dipende da
voi» e «La pace dipende da noi». Del resto, il professore, oltre ad avere
utilizzato la fotocopiatrice della scuola - e non si fa! - come ricorda la
severa relazione dell'ispettore, non ha avuto buon gioco nel sostenere che si
trattava solo di una legittima iniziativa didattica. «Dubitando di tale valenza
- riecco l'Ispettore - stante la contemporaneità delle notizie, nonché della
correttezza ideologica e materiale dell'operazione, la dirigente fa rimuovere
dalle aule i collages». In pratica a scuola si fa storia, ma l'attualità non si
tocca. A niente è servita la polemica lettera aperta scritta dal professore
censurato, anzi, il fatto di aver «pubblicizzato» la vicenda ha esasperato
ancora di più la dirigente scolastica, trattandosi di «divulgazione di scritti
denigratori e offensivi nei riguardi dell'istituzione». A niente è servita
anche l'interrogazione parlamentare che a suo tempo Tini Simone, parla- nero,
gli studenti avevano anche scritto «La mia vita dipende da voi» e «La pace
dipende da noi». Del resto, il professore, oltre ad avere utilizzato la
fotocopiatrice della scuola - e non si fa! - come ricorda la severa relazione
dell'ispettore, non ha avuto buon gioco nel sostenere che si trattava solo di
una legittima iniziativa didattica. «Dubitando di tale valenza - riecco
l'Ispettore - stante la contemporaneità delle notizie, nonché della correttezza
idelogica e materiale dell'operazione, la dirigente fa rimuovere dalle aule i
collages». In pratica a scuola si fa storia, ma l'attualità non si tocca. A
niente è servita la polemica lettera aperta scritta dal professore censurato,
anzi, il fatto di aver «pubblicizzato» la vicenda ha esasperato ancora di più
la dirigente scolastica, trattandosi di «divulgazione di scritti denigratori e
offensivi nei riguardi dell'istituzione». A niente è servita anche
l'interrogazione parlamentare che a suo tempo Titti Sìmone, parla-mentare del
Prc, rivolse ali'allora ministro, Letizia Moratti.
Ma il professore è tosto, e adesso, supportato dai Cobas Scuola, intende fare
ricorso alla Corte costituzionale impugnando l'artìcolo 33 (libertà di
insegnamento e di espressione). Per Pinuccia Virgilio, insegnante da una vita e
rappresentante Cobas Scuola, questa è una storia esemplare che riguarda tutti.
«La scuola è sempre meno libera - spiega - e gli insegnanti sono costretti a
tacere e subire, specialmente i precari, e questo è il risultato dell'autonomia
scolastica che tanto piace anche al centrosinistra. Questa vicenda spiega bene
che l'autonomia può portare all'irrigidimento delle gerarchie, alla limitazione
degli spazi di libertà e dell'insegnamento». A proposito. Qui in redazione ha
già telefonato la nuova dirigente scolastica di Gianni Tristano, vuole sapere
se il giornale in passato ha già scritto qualcosa su di lui...Un'altra
ispezione in arrivo?