Author: pinke Date: To: autoprod - muzak - no-copyright - etc. Subject: Re: (L) policy
uno wrote:
> La corte si ritira per deliberare (con sottofondo musica di uno
> sciaquone da cesso) aka nel mio caso mi ci vuole un po' di tempo per
> riflettere e ragionare su.
concordo. serve un po' di tempo, che non son cose che si possono
decidere in fretta.
per conto mio, credo che la cosa dell'autoreddito (senza entrare in
carte e cartacce) si ponga soprattutto per quanto riguarda le etichette
e i gruppi.
per i gruppi, penso che le cose dette finora vadano piu' che bene.
faccio un esempio: gli assalti frontali (tanto per non fare nomi, ma
tanto non credo sia un problema per loro rendere pubbliche queste cose)
ci hanno chiesto recentemente per suonare all'emerson 1500 euro piu' sei
posti in albergo, dicendo che loro ci devono campare.
scelte, non dico sia sbagliato, cmq da noi non hanno suonato, e in
generale non li considero gente che fa autoproduzioni.
tanto piu' che poi escono con il manifesto, ma anche uscissero in modo
piu' sfigato sarebbe uguale.
per le etichette: se la manifesto libri (appunto) ci chiede di aprire
uno spazio (e' ovvio che non lo fara' mai, sto esagerando per far capire
cosa voglio dire) non e' il caso. e uguale per l'etichetta indipendente
sarcazzo, che ne so, la gridalo forte (che non esiste piu', ma insomma).
o la wide records...
questo intendo per commerciale.
ok lo so, questi sono esempi facili. pero' intanto se siamo d'accordo su
questo (eh beh se non lo siamo e' un problema) possiamo stendere una
base, poi sugli esempi piu' difficili vediamo via via.
in generale io ribadisco che per me autoprodurre musica vuol dire
liberarla, togliergli l'etichetta di merce. se dalla vendita di quella
cosa poi ci tiro fuori un guadagno, volente o nolente, ritorna ad essere
merce.