http://gaynews.it/view.php?ID=70875
BOLOGNA: CURIA CONTRO COMUNE E REGIONE, FINANZIANO
PORNOSTAR
(ANSA) - BOLOGNA, 28 OTT - La Curia di Bologna se la
prende con  
Comune, Provincia e Regione Emilia-Romagna i cui
assessorati alla  
Cultura contribuiscono a finanziare il festival
'Gender Bender'  
organizzato dal Cassero, 'gay lesbian center' di
Bologna, e in  
programma da domani a sabato a Bologna. ''E' lecito
spendere soldi  
pubblici per finanziare spettacoli di pornostar
mascherate da  
artisti?'', chiede il commento non firmato che uscira'
domani su  
'Bologna Sette', settimanale della diocesi di Bologna
e inserto  
domenicale di Avvenire.
Che rincara: ''Non possiamo accettare un' invasione
barbarica che  
oltraggia la fede e la ragione dei bolognesi''.
Insomma, secondo l'  
editoriale, ''ci troviamo di fronte all'ennesima
inquietante  
mistificazione: si contrabbanda per cultura
l'interesse di una  
lobby'', con la doppia aggravante di finanziare
l'operazione con  
fondi pubblici, proprio quando si protesta per i tagli
alla  
finanziaria che rischiano di ridurre i servizi locali.
''Mettere in  
scena la masturbazione o piccanti rapporti omosessuali
e' forse un  
servizio sociale primario?'', chiede Bologna Sette.
L'editorialista  
commenta alcuni dei prodotti proposti dal Festival.
''Un video con un  
attore che esplora, attraverso l'autostimolazione, le
possibilita'  
del piacere, della soddisfazione erotica. Un artista
che appare in  
scena nudo indossando solo gli auricolari. Un'altra
che lavora sul  
concetto di 'animalita'', inteso come istinto latente
e complementare  
della natura umana. Una 'piece' dove sulla scena si
muovono e  
recitano una donna nuda e un uomo in abiti femminili
dall'identita'  
fluttuante sotto gli occhi di un gruppo di bambole a
grandezza  
naturale vestite da adolescenti.
Un'ossessiva esaltazione dell'educazione sentimentale
di lesbiche e  
gay. Sono queste alcune 'perle' del festival 'Gender
Bender''',  
spiega l'editoriale ricordando che la rassegna vuole
presentare ''i  
nuovi immaginari prodotti dalla cultura contemporanea
e legati alle  
rappresentazioni del corpo, delle identita' di genere
e di  
orientamento sessuale, indicando come sia possibile
superare le norme  
e gli stereotipi del maschile e del femminile''.
Secondo l'inserto della Curia bolognese, ''ci troviamo
di fronte  
all'ennesima inquietante mistificazione: si
contrabbanda per cultura  
l'interesse di una lobby. Ma questa volta c'e' una
doppia aggravante.  
Da una parte il presunto evento e' stato presentato in
pompa magna da  
autorevoli rappresentanti istituzionali che dovrebbero
avere a cuore  
la sensibilita' di tutti i bolognesi e non solo di
quelli che hanno  
problemi di genere. Dall'altra, e il fatto e' ancora
piu' grave,  
l'iniziativa viene realizzata con il contributo degli
assessorati  
alla cultura del Comune, della Provincia, della
Regione Emilia- 
Romagna e di altre prestigiose istituzioni culturali
pubbliche e di  
diritto privato. E' lecito, ci chiediamo, spendere
soldi pubblici per  
finanziare spettacoli di pornostar mascherate da
artisti? Tutti  
abbiamo ascoltato i lamenti dei Comuni sui tagli della
Finanziaria  
che potrebbero mettere in pericolo i servizi sociali
primari. Mettere  
in scena la masturbazione o piccanti rapporti
omosessuali e' forse un  
servizio sociale primario?''.
Secondo Bologna Sette, ''e' da qualche tempo che per
la cultura a  
Bologna tira un'aria malsana, soprattutto perche'
alcuni suoi  
rappresentanti istituzionali sembrano ancora fermi
alla concezione  
dell''indottrinamento delle masse'. Senza 'pruderie' o
moralismi  
dobbiamo dire, laicamente, che queste frattaglie di
ideologie  
condannate dalla storia, con la citta', con le sue
radici (laiche o  
cattoliche che siano non importa) e con la sua
tradizione non hanno  
nulla a che fare. Per questo non possiamo accettare
un'invasione  
barbarica che oltraggia la fede e la ragione dei
bolognesi''. Quella  
posta - conclude il settimanale della Curia - e'
dunque una questione  
''che riguarda tutti e che attende risposte da chi
autorevolmente ha  
titolo per darle. Se queste risposte non ci saranno
non saremo noi a  
incitare alla protesta di piazza o a fischiare uno dei
succitati  
spettacoli. Ci limitiamo a un modesto invito a
praticare il popolare  
e sempre saggio buon senso della nostra gente:
vigilare perche' i  
bilanci degli assessorati di ogni livello e delle
istituzioni  
pubbliche riflettano le aspettative della comunita'
che dovrebbero  
interpretare e non l'ambizione all'applauso facile,
perche'  
'culturalmente corretto', da parte di qualche loro
responsabile non  
ancora consapevole che il palcoscenico che vorrebbe
calcare e' tanto  
'retro'' e ormai archiviato. Se cio' accadesse, la
citta', quella  
reale e sempre piu' lontana dai palazzi, ne trarrebbe
giovamento. E  
ringrazierebbe''.
 
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