[Forumlucca] mozione contro la guerra senza se e senza ma

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Author: aunchb@tin.it
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To: forumlucca
Subject: [Forumlucca] mozione contro la guerra senza se e senza ma
MOZIONE CONCLUSIVA ASSEMBLEA "CONTRO LA GUERRA SENZA SE E SENZA MA" DI
ROMA 15 LUGLIO


MOZIONE CONCLUSIVA ASSEMBLEA "CONTRO LA GUERRA SENZA
SE E SENZA MA"
DI ROMA 15 LUGLIO

Ci siamo riunti oggi in tanti,
pacifisti e pacifiste, esponenti dei
movimenti e delle associazioni
contro la guerra, sindacalisti,
parlamentari, uomini e donne di
partito, per dire un cosa semplice e
netta: no alla guerra ?senza se e
senza ma?.
Il nostro grido giunge mentre in Medio Oriente una nuova,
vecchia,
guerra riemerge violentemente con l?uso indiscriminato delle
bombe
sui civili, con il terrore di Stato, con la chiusura unilaterale
del
dialogo e della trattativa. Una guerra che si aggiunge alle tante
contro cui ci battiamo da sempre, dall?Iraq all?Afghanistan. La
guerra, sempre più, si presenta come strumento privilegiato degli
Stati più forti e dei potenti della terra, a partire dalle grandi
multinazionali, per costruire un ?ordine? internazionale fondato
sul
dominio e l?oppressione che a loro volta generano morte, miserie
e
sempre più marcate povertà. La guerra si erge, quindi, a sistema
politico globale sia nella sua versione più spregiudicata,
l?
unilateralismo statuni
tense, sia nella versione temperata del
multilateralismo a copertura Onu e a guida
Nato.
E? contro questa
guerra che noi intendiamo batterci senza mediazioni
perché sulla
guerra non si può mediare né, tanto meno, ridurre il
danno. Se la
guerra è un sistema di dominio e di oppressione ? che
non serve a
ridurre o a depotenziare i fenomeni terroristici come la
storia degli
ultimi cinque anni dimostra ? il NO alla guerra è
fondativo di un?
identità politica collettiva che ha preso le mosse
nelle
manifestazioni contro la guerra del Kosovo e poi contro la
?guerra
infinita e preventiva? in Afghanistan e in Iraq.
C?è un filo che lega
queste mobilitazioni, un filo che non
intendiamo spezzare.
Per questo
vogliamo proporre a tutto il movimento un nuovo corso, un
rilancio
della nostra iniziativa per non rassegnarsi né smobilitare,
per
mantenere una coerenza di fondo anche nelle scelte politiche
contingenti siano esse di natura istituzionale o meno. Un nuovo corso
che sia basato su alcuni punti essenziali:
1) Solidarietà al popolo
palestinese per la costituzione di uno Stato
laico e democratico sui
Territori occupati nel ?67 e con Gerusalemme
capitale. Questo
obiettivo per essere realizzato ha bisogno di alcune
condizioni
sostanziali: l?immediato cessate il fuoco, il ritiro di
Israele dai T.
O., lo smantellamento del Muro, lo sblocco degli aiuti
europei al
legittimo governo palestinese. Il governo italiano deve
impegnarsi su
questi punti a cominciare dalla revisione dell?accordo
di cooperazione
militare con Israele. L'Onu invii un contingente militare di
interposizione nei Territori occupati
2) Via dall?Iraq e via dall?
Afghanistan. L?occupazione militare
di questi paesi non costituisce la
soluzione di un problema ma
rappresenta il problema. L?Italia deve
farsi portavoce di
un?iniziativa di pacificazione e di un impegno in
direzione della
cooperazione e della solidarietà civile. Questo
significa contrastare
il ruolo di gendarme mondiale della Nato a
cominciare dalla revisione
degli accordi di Washington del 1999.
3)
Via le basi militari e via il nucleare dal suolo italiano?
4)
Riduzione delle spese militari con la completa revisione del nuovo
modello di Difesa che prevede l?incremento di missioni militari
all?
estero, per una politica di disarmo e con la riconversione dell?
industria bellica senza
penalizzazioni per i lavoratori e le
lavoratrici.

Questo appello deve vivere nelle iniziative che sapremo
realizzare sia
a livello parlamentare sia, soprattutto, a livello
sociale. Il
movimento per la pace rappresenta ancora oggi la
maggioranza civile di
questo paese. E? nostro dovere dargli voce,
offrirgli gli strumenti
per esprimersi, anche a partire dalle
iniziative delle prossime settimane, costruire un nuovo slancio
unitario e radicale perché
la guerra sia bandita dalla Storia.