Gara > Idatzia > Euskal Herria 2006-06-19
        
Chiedono l'annullamento del processo alla Puerta del Sol di Madrid
La "Piattaforma di Madrid di solidarietà con i colpiti dal processo 18/98  
e +" celebrò ieri nel centro di Madrid un concentramento nel quale, oltre  
a reclamare la paralizzazione del maxiprocesso, mostrò il suo appoggio a  
"una soluzione negoziata e democratica del conflitto basco" e fece sua la  
difesa del diritto di autodeterminazione.
MADRID
La madrilena Puerta del Sol fu ieri lo scenario di un concentramento  
convocato dalla "Piattaforma di Madrid di Solidarietà con i colpiti dal  
processo 18/98 e +." La protesta, realizzata dietro uno striscione con le  
parole d’ordine "Annullamento del processo 18/98 e +. Per una soluzione  
negoziata e democratica del conflitto basco. Per il diritto di  
autodeterminazione", cominciò alle 12.00 e si prolungò per due ore.
Le due centinaia di persone che parteciparono alla mobilitazione  
scandirono parole d’ordine come "Maxiprocessi annullamento", "La  
soluzione, autodeterminazione", "Udienza Nazionale, tribunale  
eccezionale", "Voi fascisti, siete i terroristi", "Al PP il fascismo gli  
si vede" o "Qui si tortura come nella dittatura."
Tutto l'atto trascorse in mezzo ad una nutrita presenza poliziesca che  
situò i suoi veicoli in tutti gli accessi alla piazza. I concentrati  
distribuirono tra i passanti informazioni sullo sviluppo del processo per  
il 18/98 e sui dati della tortura nello Stato spagnolo pubblicati da  
Amnesty International. Ugualmente, si rappresentarono diverse situazioni  
di maltrattamenti ed altre violazioni di diritti.
Nel manifesto della convocazione, si denunciava che "tutte le circostanze  
che concorrono in questo processo rivelano attuazioni al servizio di una  
strategia la cui finalità è tirare fuori dalla legalità spagnola un ampio  
settore sociale e politico basco, violando diritti civili, come il diritto  
ad esprimersi, a riunirsi, ad associarsi, la libertà ideologica ed il  
diritto alla dissidenza di persone e gruppi che difendono il fatto che  
Euskal Herria esiste come popolo e ha diritto a decidere come tale."
Dichiarazioni
Nel corso dell'atto ci furono dichiarazioni di differenti collettivi.  
Così, un rappresentante del Centro di Consulta e Studi Sociali risaltò i  
tre assi della convocazione e, relativamente alla possibilità di un  
processo di dialogo, sottolineò che è "molto importante" che si dica  
pubblicamente a Madrid "che appoggiamo apertamente la negoziazione."
"Se capiamo che questo è un conflitto politico, deve necessariamente  
esistere una negoziazione politica, per quanto non vogliano accettarlo le  
forze pro-golpisti e fascisti barricati nel PP e l'Associazione di Vittime  
del Terrorismo", commentò.
Ugualmente, difese il diritto di autodeterminazione dei paesi la cui  
negazione è un "deficit democratico esistente nello Stato spagnolo" nel  
quale "radica la sostanza di tutto quello che è venuto succedendo in  
questi ultimi anni."
Un membro di Corrente Rossa emerse che l'atto era non solo di solidarietà,  
bensì "anche di denuncia e rivendicazione di libertà", dato che norme come  
la Legge di Partiti che suppongono "uno stato di eccezione" in  
EuskalHerria, potrebbero "essere estensibili a qualunque parte dello  
Stato."
Dal Coordinamento Antifascista di Madrid si risaltò che realizzare un  
concentramento con questo messaggio nel centro della capitale spagnola  
"simbolizza prodezza e rappresenta, in essenza, un appoggio importante per  
i processati del 19/98." Questa opinione fu condivisa da un membro di  
Spazio Alternativo che qualificò come "positivo" l'atto.
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