> Sabato 24 giugno ore 22,30 sulla banchina del Tevere sotto
 > Ponte Garibaldi appuntamento festa e picnic dei ciclisti urbani
Se si tratta di fare una festa ci sono anch'io, però siccome ho  
difficoltà con le allusioni sibilline che sovente si colgono in  
questi "comunicati" perdonatemi se provo a mettere un po' di puntini  
sulle/sugli "i".
il primo "puntino" riguarda quello che ci sarà sulla banchina:  
decine, se non centinaia, di pedoni (quasi una "massa critica" ante  
litteram...), persone che sono lì per passeggiare, svagarsi un po' e,  
forse, sfuggire al grigiore e al traffico della città soprastante. Ed  
anche gli stand dei tanto vituperati "porchettari" non sono certo  
l'onda montante della globalizzazione capitalista, sono stand e  
gazebi di pittori, artigiani, bancarellari... riuniti in una  
cooperativa (chiedetelo ar "Poro").
Né negli uni, né negli altri, riesco ad individuare degli  
avversari... e tantomeno nell'architetto (disabile!) che ha curato  
l'allestimento.
Quindi okkio a non ingaggiare una "guerra tra poveri" o a partire per  
le "crociate": chi ha calpestato i nostri diritti sta da un'altra  
parte, e secondo me se ne sbatte allegramente sia di noi che di  
loro... :-(
Il secondo "puntino" è una dritta, io c'ero venerdì sera, e gli  
animi, dall'altra parte, sono abbastanza caldi da scambiare perfino  
una festosa ed allegra rivendicazione per una provocazione, se non  
addirittura un'aggressione ai _propri_ diritti...
Strano, eh? Queste persone sono convinte di essere state autorizzate  
a tenere la manifestazione sulla banchina, e dopo aver investito  
soldi e fatica a metter su la baracca saltano fuori una manciata di  
ciclisti intransigenti che li vogliono cacciar via per garantire una  
percorribilità più teorica che reale (di fatto non è che i ciclisti  
feriali, su quella pista, siano poi così numerosi... e loro che  
stanno lì da settimane se ne rendono ben conto).
Insomma, anche andando con le migliori intenzioni il rischio di  
innescare un conflitto è alto, io suggerisco di "preparare il  
terreno" quantomeno andando a parlare con queste persone. Venerdì noi  
lo abbiamo fatto, ed è un'esperienza che raccomando.
"Puntino" terzo non sono io che mi "autoproclamo", sono solo uno che  
sta cercando di muovere le cose per trovare una soluzione. Avrei  
preferito che i ciclisti romani, venerdì, si autorappresentassero con  
la loro  presenza, ma non sempre si ha quello che si desidera, e  
bisogna arrangiarsi con quello che c'è, foss'anche solo sé stessi...
Ciao
--
Marco Pierfranceschi
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