[Forumlucca] È morto Marcinkus, il "banchiere di Dio"

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Author: Alessio Ciacci
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To: forumlucca, Mario Ciancarella
Subject: [Forumlucca] È morto Marcinkus, il "banchiere di Dio"
È morto Marcinkus, il "banchiere di Dio"

È morto la notte fra lunedì e martedì monsignor Paul Marcinkus, l'arcivescovo americano legato allo scandalo del crack del Banco Ambrosiano. La morte del “banchiere di Dio” è stata confermata all’agenzia di stampa Ansa (che ha diffuso la notizia ) dalla diocesi di Phoenix, Arizona, dove Marcinkus risiedeva da tempo.

Nato a Cicero, un sobborgo di Chicago, il 15 gennaio 1922, Marcinkus divenne sacerdote nel 1947 e arcivescovo nel 1981. Sotto il pontificato di Giovanni Paolo II ha ricoperto l'incarico di Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della città del Vaticano.

Ma la storia e il nome di Marcinkus si legano soprattutto al più grande scandalo finanziario del Vaticano e alla morte del banchiere milanese Roberto Calvi il cui corpo fu trovato la mattina del 18 giugno 1982 impiccato a una impalcatura sotto il Ponte dei Frati Neri a Londra dopo il crack dell’Ambrosiano.

Nato nel 1920, Roberto Calvi era entrato in servizio all'Ambrosiano nel 1946 come semplice impiegato. Nel 1975 era stato eletto presidente del consiglio d'amministrazione proprio grazie all’appoggio di Marcinkus. Lo stesso anno Calvi era divenuto un affiliato della loggia P2 di Licio Gelli di cui fa parte pure il "banchiere della mafia" Michele Sindona (conosciuto da Calvi agli inizi degli anni ’60). La gestione di Calvi lascia alla banca vaticana un buco di 1,4 miliardi di dollari e un altro buco di 250 milioni nelle casse dell’Istituto delle Opere Religiose, presieduto da Marcinkus.

Dopo la morte di Calvi Marcinkus viene travolto dallo scandalo e lascia il Vaticano per ritirarsi in Arizona. Nell’inchiesta sul Banco Ambrosiano vengono alla luce movimenti di denaro “occulti” tra la banca milanese, lo Ior, l’istituto di credito del Vaticano, diversi partiti politici, e la loggia massonica P2.

Nel febbraio 1987 il giudice istruttore del tribunale di Milano, Renato Bricchetti aveva emesso mandato di cattura contro Paul Marcinkus, Luigi Mennini e Pellegrino de Strobel, i vertici dello Ior, individuando gravi responsabilità della Banca Vaticana nel crack del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. Ma cinque mesi dopo, una sentenza della Cassazione non convalida il mandato di cattura in base all'art. 11 del Trattato lateranense del 1929, per il quale lo Stato italiano non può esercitare la propria sovranità sugli "enti centralì della Chiesa", compreso lo Ior.

L’inchiesta sulla morte di Calvi fin da subito si dimostra, come prevedibile, difficile e piena di misteri. Prima chiusa sbrigativamente dalla procura di Milano come suicidio viene riaperta dopo alcuni anni dalla procura di Roma. Da allora continui colpi di scena: dal rinvenimento della borsa di Calvi, ad alcuni documenti che dovevano servire secondo un'ipotesi dell’accusa ai presunti ricatti, alle condanne e alle successive assoluzioni in appello del processo per la ricettazione della borsa. Finchè l’ultima perizia dimostra che il presidente dell’Ambrosiano non si è impiccato ma è stato ucciso. Da qui il rinvio a giudizio, per omicidio volontario premeditato, nei confronti dell'uomo d'affari Flavio Carboni, del boss Giuseppe Calò, conosciuto come il “cassiere della mafia”, di Ernesto Diotallevi (esponente di spicco della Banda della Magliana) e di Manuela Kleinszig, amica di Carboni.

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