Muore in moto contro un albero e gli amici segano 203 platani. Sulla via 
Settevene Palo che dalla Cassia Bis porta a Trevignano. "E' una strada 
killer".
Articolo di Paolo G. Brera.
Li hanno condannati a morte con un gesto di rabbia e di vendetta: 203 
platani "intaccati" nottetempo con un colpo di motosega, come dicono ì 
giardinieri. Cioè feriti fino alla linfa, cosicché è impossibile salvarli, 
per punire quell'unico platano contro cui si era schiantato pochi giorni fa 
Giulio Morichellì, un trentunenne di Trevignano Romano. «Questo albero non 
vale una vita umana», hanno scritto alla base, e giù fendenti di motosega: 
ora tutti gli alberi che fanno da pericoloso contrappunto ai primi tre 
chilometri di via Settevene Palo, che collega la Cassia Bis a Trevignano, 
dovranno essere abbattuti.
Mentre in paese è esplosa la guerra tra coloro che approvano l'albericidio 
di massa e chi piange i frondosi caduti, il comandante della polizia 
provinciale di Bracciano, Tito Grimaccia, sta indagando per identificare i 
responsabili e avverte che «gli alberi sono della Provincia e il loro 
danneggiamento è reato penale». La rivolta contro i platani dì Trevìgnano è 
iniziata da tempo, perché il cimitero del paese ha seppellito «almeno sette 
persone negli ultimi tre o quattro anni», racconta Licia Maria Mazzeo, 
schierata però contro la strage dei platani: «Abbiamo avvisato ìl Wwf dice - 
e costituito il comitato "la comunità" con cui chiederemo al Commissario 
governativo il diritto di manifestare sabato mattina alle 11: non ci si fa 
giustizia da soli».
«La morte di Giulio, benvoluto datuttì ecapitano del Trevignano calcio, è 
stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso - racconta Lucia Tuccimei, 
del circolo locale di An - e dopo i funerali la gente
in piazza era furibonda. Poi si sa come vanno queste cose nei paesi...». Ed 
è finita a colpi di motosega, ammanniti con il favore delle tenebre da un 
gruppo, aquanto si dice, piuttosto numeroso. «La pericolosità della strada è 
reale - protesta Anna Barbagallo - ma non è il sistema per chiederne il 
raddoppio». «Non mi sento di condannare - commenta però Rolando Luciani, ex 
sindaco per quattro lustri - perché sono anni che proponiamo soluzioni per 
la sicurezza. L'ultima? Una pista ciclabile, reimpiantando li gli alberi a 
spese del comune. Ci fu risposto che non si poteva perché sono patrimonio 
ambientale». «E un fatto abbastanza singolare - ammette Lorenzo Parlati, 
presidente di Legambiente Lazio - magrave edacondannare. L'area e nel Parco 
regionale di Bracciano e Martignano e se la strada è pericolosa è 
soprattutto perché viene percorsa avelocità sproposítate». Intanto, la 
Settevene Palo resta chiusa al traffico «fino all'abbattimento dei platani - 
dice ancora Gramiccia - che sarà effettuato in un paio di giorni».
Praticate nella notte incisioni profonde con le motoseghe, i tronchi 
dovranno essere abbattuti
Tratto da "Roma - Cronaca" de "la Repubblica" di Giovedì 9 Febbraio 2006, 
pag. 4.
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