Author: norma Date: To: forumgenova Subject: [NuovoLab] 200
Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti
200.
Per quanto poco possa valere la cabala dei numeri, ci piace sottolineare che la prossima ora in silenzio sui gradini del palazzo ducale di Genova sarà la duecentesima.
Vale a dire che per ben duecento volte, dalle 18 alle 19, ci siamo trovati il mercoledì sui gradini del palazzo ducale di Genova, con le nostre bandiere arcobaleno ed i nostri striscioni.
Abbiamo iniziato subito dopo l'attentati alle torri gemelle, per condannarlo fermamente e certi che la reazione statunitense sarebbe stata la guerra.
Così è stato, purtroppo, con un pesante , diretto ed incostituzionale coinvolgimento italiano che dura tuttora.
La guerra si rivelò immediatamente un pretesto: chi ricorda più, ormai, la caccia a Bin Laden? Ed in ogni caso fu del tutto inutile, perché l'ex socio della famiglia Bush è tuttora in circolazione; mentre migliaia furono le vittime civili afgane. Un cartello visto alla Perugia Assisi sottolineava in poche parole l'assurdità di quella guerra. Diceva : "Contro la mafia, bombardiamo la Sicilia???!!!!"
E' storia più recente e non meno tragica la colossale truffa delle armi di distruzione di massa e dell'esportazione della democrazia in Iraq:quel paese è oggi così democratico che per conteggiare i voti delle ennesime elezioni, strettamente controllate dagli occupanti, gli scrutatori hanno impiegato più di un mese; e per cercare "il numero due del terrorismo internazionale" le forze statunitensi sono solite attaccare siti civili (l'ultimo episodio di questo genere ha visto lo sterminio di una famiglia di diciotto persone. Il "numero due" sta benissimo).
Però è vero, qualcosa è cambiato in Iraq: ci sono circa duecentomila abitanti in meno, "vittime collaterali". E qualcosa è cambiato anche in Italia: per la quarta volta in dieci anni (Iraq 1; Kosovo; Afghanistan; Iraq 2) l'articolo 11 della costituzione è stato violato; ed abbiamo avuto anche noi i nostri caduti di guerra.
Contano certamente poco, di fronte a tragedie come questa, poche decine di persone munite di cartelli che, in estate e in inverno, si danno un appuntamento settimanale nello stesso luogo per quattro anni e chiedono senza perifrasi e mediazioni l'immediato ritiro dei soldati italiani.
Ma abbiamo calcolato di aver distribuito ai passanti, ad una risma a settimana, 80 000 volantini che esponevano le nostre ragioni.
Talvolta poi, abbiamo esposto i bellissimi disegni di pace dei bambini; o le vignette antiguerra di Vauro.
Abbiamo costruito una gabbia in stile Guantanamo; abbiamo posto a terra una kefia per ricordare il massacro dei palestinesi; durante le feste natalizie abbiamo posto sotto l'albero di Natale che troneggiava nella "nostra piazza" decine di finte bombe per simboleggiare i doni che l'occidente civilizzato continua a distribuire ai quattro angoli del mondo; o decine di bambole per ricordare a modo nostro le vittime collaterali. Qualcuno forse avrà riflettuto sulla crudeltà e l'inutilità della guerra, nonostante i collegamenti televisivi natalizi con i "nostri ragazzi" e l'accettazione della logica di guerra di buona parte dell'opposizione parlamentare
Poco da festeggiare, quindi: ma sottolineeremo il numero 200 invitando ad unirsi a noi chi ha partecipato solo di rado, o non ha mai avuto occasione di farlo: e condividendo, alle 19, un bicchiere di vino ed uno spuntino