Questa é una storia allegra che poteva succedere solo
in Brasile, dove 
si racchiudono le contaddizioni dell intero pianeta,
ma anche le piú 
grandi e coraggiose sfide di un popolo che si rinventa
ogni giorno. I 
fatti: nel 1992, fu fondata la DAVIDA (Della vita) una
ONG che aveva 
per 
missione la difesa e il riconoscimento dei diritti
delle prostitute di 
26 regioni del Brasile. La DAVIDA dedica le sue
energie quotidiane alla 
produzione e alla divulgazione di un giornale chiamato
 Beijo da Rua 
( 
Bacio di strada), allorganizzazione di un centro di
ricerca sulla 
prostituzione e alla lotta per la definizione di leggi
che riconoscano 
e 
tutelino la professione con i relativi diritti
sanitari. Tra le 
iniziative piú recenti, la DAVIDA há creato una linea
di abiti per 
prostitute, interamente concepiti e realizzati da un
gruppo di 25 
prostitute di Rio de Janeiro. Confezionati con tessuti
comprati a peso 
nei negozi allingrosso delle grandi capitali del
Brasile, i vestiti 
sono diventati una realtà che esprime, come si usa
fare, una filosofia 
di lettura e di identità:  vestiti sensuali, non
volgari, esclusivi, 
per le occasioni che accompagnano la vita di una
prostituta, il suo 
modo 
dessere e di sentire.! La storia continua nella
Piazza Tiradentes , 
al 
centro di Rio de Janeiro. Qui, sotto gli occhi
esterrefatti dell alta 
borghesia carioca, la collezione é stata presentata su
una passerella 
ricoperta di petali di rosa. Il nome del marchio?
DASPU, forma 
contratta 
di Das Putas: Delle Puttane. Per capire meglio la
genialità di questa 
idea, bisogna risalire alla creazione del più lussuoso
tempio del 
consumismo brasiliano, la DASLU: un maestoso palazzo
di stile 
neoclassico, dove sono venduti i prodotti più cari del
pianeta, tra cui 
Chanel, Prada, Armani, Louis Vuitton, Gucci,
Valentino, oltre agli 
elicotteri Robinson, automobili di lusso ed altri
vezzi, come cravatte 
da 900 dollari. Diciamo che é proprio un miracolo
riuscire a far 
combinare gli elicotteri Robinson con le favelas della
città. I 
ventimila metri quadrati occupati da questa Matrix del
lusso, fornita 
di 
ben ottantasei bagni, esistono davvero e sono appunto
a S. Paulo, cittá 
di immigrati italiani e giapponesi, abitata da ricchi
ricchissimi e da 
poveri poverissimi, la cui miseria è il risultato
delle ripetute 
migrazioni dalle terre aride del nordest del Brasile,
quelle raccontate 
da Glauber Rocha nei suoi film.. La descrizione dello
sfarzo surreale 
della DASLU ci aiuta a comprendere meglio la forza del
nome DASPU, che 
ha anche a suo favore il gioco di parole e di concetti
che ne hanno 
determinato la scelta. Cosa poteva succedere? La DASLU
há scatenato le 
sue ire, minacciando di denunciare la DASPU, se non
avesse cambiato il 
nome. Ma bisognava spiegare, e senza tergiversare, le
ragioni 
dellintimidazione: in verità loro non erano che
puttane e la 
somiglianza del marchio unoffesa che nuoceva
allimmagine della DASLU. 
Convinta che le prime minacce bastassero a schiacciare
liniziativa del 
gruppo di donne della DASPU, la proprietaria della
DASLU, insieme ai 
suoi avvocati, si è trovata di fronte alla
determinazione di persone 
coscienti, in qualche modo fiere e tranquille rispetto
alla propria 
scelta di vita, infine certamente capaci di
considerare dallalto in 
basso lo sgomento e limbarazzo dei querelanti, di
fronte al reciso 
rifiuto di cambiare il nome del marchio. La DASLU non
immaginava che 
con 
la sua reazione avrebbe contribuito alla costruzione
dell immagine 
della DASPU, come ad una delle creazioni di marketing
e di pubblicitá 
piú eloquenti e significative degli ultimi tempi. Si
istalla il 
fenomeno 
e piovono interviste sui giornali brasiliani, mentre
si prepara una 
nuova sfilata prevista a marzo. Credete che la storia
sia finita? 
Assolutamente no.! Proprio mentre tutto cio accade la
vita riserva una 
sorpresa. Dopo mesi di ricerche della polizia federale
e del fisco 
brasiliano, in un operazione segretissima chiamata 
Operazione 
Nariso, 
i giudici hanno accusato la proprietaria della DASLU
di evasione e 
frode 
fiscale, contrabbando e associazione a delinquere.
Limpero della 
DASLU, 
comprava all estero e sostituiva le ricevute fiscali
con la 
collaborazione delle grandi imprese di importazione.
La somma delle 
pene 
minime dei reati imputati ammonta a ventanni di
reclusione. La 
signora non è in galera e non sappiamo cosa
succederá. Sappiamo solo 
che per una volta, invece della triste e solita storia
di ricchi che 
infrangono le leggi per diventare ancora più ricchi,
possiamo 
raccontare 
una storia diversa che parla di giustizia e di
allegria. 
www.davida.org.br www.das-pu.com.br
www.redeprostitutas.org.br 
www.beijodarua.com.br
[2006.01.11 17:35]
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